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Sabato, 27 Aprile 2024
Ambiente Messico

Ucciso dai sicari un altro "Nobel verde": il Messico piange Isidro Baldenegro

Il leader del popolo Tarahumara, a capo del movimento in difesa dei boschi della Sierra Madre Occidentale, è stato ucciso da un gruppo di sicari. Continua così la mattanza dei leader indigeni in America Latina

Dopo Berta Caceres, attivista dell'Honduras uccisa il 3 marzo 2016 per l'impegno in difesa dell'ambiente, un'altra tragica notizia scuote il mondo degli indios: Isidro Baldenegro, leader del popolo Tarahumara e strenuo difensore dei boschi della Sierra Madre Occidentale, nello stato messicano di Chihuahua, è stato ucciso "da uno o più sicari" a colpi di arma da fuoco.

Vincitore nel 2005 del prestigioso premio in difesa dell'ambiente, il Goldman, è stato sorpreso a casa dello zio, nella comunità indigena di Coloradas de la Virgen, dove da alcuni giorni si era rifugiato nel disperato tentativo di sfuggire alle minacce. Niente da fare: i sicari, verosimilmente assoldati dai cosiddetti "trafficanti di legname" lo hanno ucciso con sei colpi di pistola. E' morto così, come suo padre, anche lui freddato da un gruppo di killer nel 1986.

Come suo padre anche Isidro, 51 anni, era a capo del movimento che si opponeva ai progetti di disboscamento della Sierra Madre Occidentale. Era il 1993 quando diede vita all’organizzazione Fuerza Ambiental, un movimento non violento per la difesa dei boschi e dei territori indigeni, appoggiato da Ong locali e internazionali. Nel 2002, organizzò numerose marce di protesta che obbligarono il governo a sospendere temporaneamente i progetti di disboscamento.

Isidro passò anche 15 mesi in carcere con l’accusa di narcotraffico, ma venne difeso da Amnesty International che lo considerò un prigioniero di coscienza. Ed è proprio Amnesty, in queste ore, a chiedere al governo messicano di far piena luce sull’omicidio, denunciando i pericoli che corrono i difensori dei diritti umani. 

Dura la condanna anche da parte dell'Onu che tramite il relatore del Consiglio per i diritti umani ha definito la morte di Isidro Baldenegro "una tragica perdita per tutti i movimenti indigeni". Quindi, il ricordo: "Era un uomo altruista e lascia un vuoto incolmabile non solo nella sua comunità, ma in tutto il movimento globale di difesa dei diritti umani".

L'omicidio di Isidro Baldenegro riporta la mente ad altri agguati contro i leader dei movimenti indigeni dell'America Latina. Nel dicembre 2013 in Brasile venne assassinato Ambrosio Vilhalva, leader dei Guaranì, popolo indios che vive - sopravvive - tra Bolivia, Brasile e Paraguay conosciuto anche in Italia grazie al film "Birdwatchers - La terra degli uomini rossi" di Mario Bechis nel quale ha recitato anche Claudio Santamaria.

Un anno dopo, era il settembre del 2014, in Perù venne assassinato Edwin Chota, ribattezzato il "nuovo" Chico Mendes. Chota ha sacrificato tutta la sua vita a un solo scopo: la difesa dell'Amazzonia e delle sue popolazioni e, proprio come il mitico Chico Mendes, è stato ucciso dai suoi nemici, i tagliatori di alberi "di contrabbando". Con lui sono morte altre tre persone durante il viaggio di ritorno dal Brasile.

Quindi, nel marzo del 2016, la morte di Berta Caceres: premiata nel 2014 con il Premio Goldman in difesa dell'ambiente, è stata uccisa mentre dormiva nel suo letto. Madre di quattro figli, militante ecologista, è stata freddata da alcuni sicari nella sua abitazione di La Speranza, a circa duecento chilometri a nord-ovest di Tegucigalpa. La sua "colpa"? Battersi per la difesa del fiume Gualcarque, nel dipartimento dei Sanata Barbara, minacciato da un progetto di diga che avrebbe privato dell'acqua migliaia di abitanti di alcuni villaggi.

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