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Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista

"Basta camicie nere, Predappio abbia una casa contro l'odio politico"

Il sindaco di centrodestra Roberto Canali: "Accetto la petizione dei lettori di Today.it". E chiede agli estremisti in visita al paese di togliersi la divisa del regime. Bocciato dal Comune il museo del fascismo voluto da Matteo Renzi. Raccolte dal nostro quotidiano oltre 25 mila firme

Sindaco, accetta le 25 mila firme dei lettori di Today.it?

“Guardi, non voglio sembrare ostile. Io ho l'abitudine di dire quello che penso”, risponde Roberto Canali, primo sindaco di centrodestra a Predappio (Forlì), il paese dove è nato Benito Mussolini. E dove, per migliaia di italiani, non è ancora morto.

Fa benissimo a dire quello che pensa.

“Ecco – continua Canali (foto sotto), un passato in Forza Italia e ora a capo di una lista civica – nei suoi articoli ha fatto dei richiami che, secondo me, sono molto ingiusti nei confronti di quello che noi, e forse anche quelli prima di noi, abbiamo fatto come mostre e come attività nella casa natale di Mussolini. Avete detto che è un luogo che raccoglie i simboli dell'ideologia fascista. In realtà, la casa natale di Mussolini non è che abbia dei gran simboli fascisti. Noi purtroppo paghiamo il fatto di avere la tomba: quello lì sì che è un punto di ritrovo conosciuto e riconosciuto. Nella casa di Mussolini non è mai stato commemorato il ventennio. Si fanno le mostre storiche”.

Le rileggo i titoli delle esposizioni: “Quando Predappio spiccò il volo: chi vola, vale e vince”; “Il paese dei Mussolini”; “Badoglio telegrafa... Il sogno africano dell'Impero”; “La scuola elementare nel ventennio fascista”; “Il giovane Mussolini”... Nessun accenno alle vittime del regime. 

Il sindaco di Predappio, Roberto Canali (foto Comune di Predappio)

“Però accusare le amministrazioni di Predappio di essere commemorative nei confronti del ventennio non mi sembra proprio giusto. Mi dispiace solo che la nostra mostra è stata chiusa il 6 gennaio. L'avrei invitata molto volentieri a vederla”.

Firma qui la petizione

La petizione non dice che il Comune di Predappio commemora il ventennio. C'è infatti scritto: si tratta certamente di esposizioni di rilievo storico, se allestite in qualsiasi altro museo, ma che a casa Mussolini assumono un forte valore celebrativo e agiografico. Non è così? 

“C'è anche scritto che il tenore delle commemorazioni patrocinate dal Comune... dà l'idea che, insomma, io le dico la verità. Qui le commemorazioni avvengono in quei tre giorni, nascita, morte e marcia su Roma, e lì c'è gente di ogni tipo in giro. È gente che si ritrova in piazza, fa il suo corteo, va al suo cimitero, fanno i loro saluti, qualcuno purtroppo vestito anche in maniera non consona. Ma alla casa natale le visite sono, durante tutto l'anno, di persone normali. E poi ci sono persone che vengono qua a Predappio a vedere, perché l'immaginario collettivo è che qua siamo negli anni Trenta. Purtroppo è diventato un luogo comune, quando invece cerchiamo di fare tutto l'opposto”.

Alla petizione su Change.org hanno aderito oltre 25 mila lettori di Today.it, contando anche le prime 323 firme arrivate direttamente in redazione. Chiedono che la casa natale di Benito Mussolini venga dedicata o diventi il memoriale delle vittime dell'odio politico. Le accetta queste firme?

“Molto volentieri. Anche perché è una cosa che accomuna le vittime, che sono vittime a prescindere da qualunque momento storico. L'importante è che non diventi un'ulteriore situazione critica o divisiva. Perché anzi dovrebbe essere il contrario. Il riconoscimento delle vittime dovrebbe essere qualcosa che unisce, contro questi continui ritorni, rigurgiti, che vediamo che ormai veramente sono antistorici. Oltre che antidemocratici”.

Quindi ci sarebbe la possibilità di dedicare la casa natale di Mussolini alle vittime dell'odio politico?

“Al momento il percorso che stiamo facendo sono le mostre periodiche. La prossima inizierà ai primi di aprile. È già stata più o meno programmata. Quindi in questo momento non è che si può cambiare programmazione. Ma in futuro, come le dicevo, potrebbe essere una cosa interessante. Soprattutto bisogna capire chi cura una proposta di questo genere, che potrebbe dare adito a interpretazioni diverse. Non vogliamo cercare polemiche, vogliamo fare una cosa giusta, avere un progetto e parlare. Anche con persone che hanno un'autorevolezza storica riconosciuta e che possono dare il loro contributo”.

Il paese di Predappio, poco più di seimila abitanti (foto Comune di Predappio)

Proprio perché casa Mussolini è piccola e fortemente simbolica, potrebbe diventare un memoriale che raccoglie sulle sue pareti i nomi di tutte le persone uccise per le loro idee in Italia. Dal fascismo in poi. Una piccola risposta civile alla parata di Acca Larentia a Roma e alle altre che seguiranno.

“L'avevo capito. Quindi da Giacomo Matteotti ad Aldo Moro”.

Anche dopo Aldo Moro, con Massimo D'Antona e Marco Biagi. Senza scordare che l'allarme è sempre alto, perché in Italia ci sono stati e ci sono scrittori e giornalisti minacciati di morte dall'estrema destra o dall'estrema sinistra.

“È un'idea bella, ma anche delicata”.

Molto delicata.

“Quindi deve essere fatta in modo idoneo”.

È un modo per affrontare la storia dalla parte delle vittime. È toccante la risposta dei lettori, ma anche dall'Europa: a cominciare dal regista tedesco Oliver Hirschbiegel, che è stato tra i primi a firmare la petizione.

“Sì, se si riesce a fare una cosa del genere, direi che è fatta proprio con lo spirito di unire e non di dividere. Sicuramente ne parleremo in giunta”.

Quale sarà il titolo della prossima mostra nella casa di Mussolini? Ovviamente è già deciso.

“Diciamo di sì, però al momento non l'abbiamo ancora rivelato. Quindi aspettiamo a rivelarlo”.

E quali sono i motivi per venire a Predappio, oltre a Mussolini?

“Il nostro panorama, le nostre colline, le possibilità di passeggiate e gite in bicicletta. E poi la nostra grande ricchezza è l'enogastronomia, come la produzione del vino sangiovese. Abbiamo una serie importante di cantine che producono vini di grande qualità. L'altra ricchezza del nostro paese sono l'ospitalità e l'accoglienza di chiunque venga qua”.

Purché non in camicia nera, come lei stesso ha chiesto subito dopo la sua elezione.

"Era una considerazione, più che un invito, rivolta a chi viene qui in camicia nera o vestito in modo improprio: questi qua a casa loro immagino che lavoreranno, avranno delle aziende, avranno dei negozi e non girano certo messi così. Quindi avevo detto: chi viene a Predappio è benvenuto, però che mantenga il decoro di un abbigliamento come se fosse a casa. Io non credo che a casa propria queste persone si vestano in quel modo lì”.

Lei, che è di centrodestra, non vuole vedere camicie nere in paese. Mentre Matteo Renzi, da premier di centrosinistra, aveva stanziato due milioni per realizzare il museo del fascismo proprio a Predappio. Un mondo alla rovescia.

“Il progetto riguardava la ex casa del fascio, i lavori dovrebbero cominciare. Ma noi abbiamo abbandonato quella pista. Attualmente l'idea è di muoversi verso la storia dell'architettura. In particolare, quella razionalista, di cui Predappio è sicuramente una dimostrazione. Gli spazi sono talmente ampi che c'è ampia possibilità di allargarci anche ad altre proposte, che sono tutte ben accette. Come giustamente ha sottolineato lei, siamo già abbastanza nell'occhio del ciclone. Quindi, se facciamo il museo del fascismo, vuol dire proprio andarsele a cercare”.

Firma qui la petizione 
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