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Martedì, 30 Aprile 2024
In prima linea / Genova

Lo sfogo dei vigili del fuoco: "Basta stupidità. Anche noi vogliamo tornare dai nostri cari"

Il post su profilo Facebook del comando provinciale di Genova: "Rischiare di non tornare per la stupidità di una evidente moltitudine, non ci rende sereni"

C'è un'immagine simbolo dell'alluvione che ha colpito la Toscana in questo inizio di novembre: è quella di un vigile del fuoco che stringe tra le braccia una neonata e la porta in salvo. C'è la disperazione di chi in un attimo perde tutto, c'è la speranza di potere ricominciare, c'è il coraggio e l'altruismo di chi rischia in prima persona per salvare qualcuno che neppure conosce. I soccorritori sono, appunto, i primi a mettere a repentaglio la propria vita e da Genova arriva lo sfogo proprio dei vigili del fuoco: "Sembrerà forse strano a qualcuno, ma abbiamo l'ambizione, a fine turno, di tornare a casa dai nostri cari. E rischiare di non tornarci per la stupidità di una evidente moltitudine, non ci rende sereni".

Sono parole scritte sulla pagina Facebook del comando provinciale. Sono il commento a quattro fotografie che immortalano degli interventi effettuati poco prima. "Quattro immagini di oggi - si legge - una di un frame di un video che metteremo nei commenti. Tre immagini trovate nel web. La quarta foto rappresenta il soccorso dei vigili del fuoco a una persona avventuratasi sugli scogli di Punta Vagno. Persona in gravi condizioni all'ospedale e gli stessi soccorritori colpiti più volte da onde rischiando loro stessi. Il nostro lavoro consiste anche nel rischiare per salvare altri da condizioni di pericolo, indipendentemente dai motivi che hanno portato le persone a rischiare. Ma, vedete, sembrerà forse strano a qualcuno, ma abbiamo l'ambizione, a fine turno, di tornare a casa dai nostri cari. E rischiare di non tornarci per la stupidità di una evidente moltitudine, non ci rende sereni".

Uno sfogo inusuale, ma che rende l'idea di cosa significa rischiare la propria vita per quella degli altri. Migliaia i "like" e i commenti a favore dei vigili.

Il post è stato poi rilanciato sul profilo X dei vigili, col racconto del difficile salvataggio a Punta Vagno. "Usciamo dal distaccamento per il soccorso di una persona sulla scogliera di Punta Vagno, a Genova: il mare è molto formato, ci segnalano onde di quattro e più metri - dice Massimo vigile del fuoco specialista sommozzatore del nucleo di Genova -. Mentre raggiungiamo il luogo d'intervento alla radio ci comunicano di rallentare perché la persona da soccorrere ha raggiunto una zona sicura". E ancora: "Arriviamo sul posto, scendiamo dall'automezzo e la situazione che ci avevano descritto via radio è totalmente cambiata: il luogo sicuro, dove l'uomo era stato portato, si è trasformato in una trappola. Un'onda lo ha investito e trascinato sulla scogliera sottostante: ora è bloccato tra gli scogli con una ferita sulla nuca. In squadra siamo tre sommozzatori. Scendiamo sulla scogliera, lo raggiungiamo e quando lo stiamo per portare su una cengia sento le grida dei colleghi della squadra di terra 'Attenzione onda!'. Un attimo e veniamo spazzati via come fuscelli: siamo a più di sette metri lontani dal punto dove eravamo prima. Non vedo Lorenzo e Simone, gli altri due sommozzatori del mio nucleo, ma sento la voce di uno dei due gridare 'Occhio che ne arriva un'altra!'. È meno forte, non ci raggiunge, ci raggruppiamo. Aumentiamo la velocità d'intervento, consapevoli di essere in una posizione tutt'altro che tranquilla. In pochi secondi imbraghiamo l'uomo e, con l'aiuto della squadra di terra e di una scala, lo riportiamo al piano stradale. Risaliamo anche noi. Salvataggio effettuato!".

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