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Lunedì, 29 Aprile 2024
Caldo record

Caldo estremo e rischio di infarto: che cosa rischiamo?

Secondo una nuova ricerca, temperature record e alti livelli di inquinamento nell'aria possono raddoppiare il rischio di un attacco di cuore, in particolare nelle donne e nelle persone anziane

Con questa ondata di calore che tiene sotto scacco l’Italia ormai da dieci giorni, sono aumentati i casi di malore e di accessi al pronto soccorso. Secondo le stime della Società italiana di medicina d'emergenza, "circa 2 mila persone ricorrono quotidianamente al pronto soccorso per un colpo di calore e circa 4.600 per un effetto indiretto del caldo su altre patologie". Ad essere a rischio è soprattutto il cuore, poiché il caldo dilata i vasi sanguigni e lo costringe a lavorare di più, aumentando la probabilità di avere un arresto cardiaco. Se poi alle temperature roventi si associa anche lo smog, il rischio di infarto è addirittura raddoppiato, in particolar modo per donne e anziani. A dimostrarlo un recente studio della Sun Yat-sen University di Guangzhou, in Cina, secondo cui tutte le temperature estreme, che siano calde o fredde, risultano più letali se associate ad alte concentrazioni di polveri sottili (particolato fine).

"Gli eventi con temperature estreme - ha spiegato Yuewei Liu, autore senior dello studio - stanno diventando più frequenti, più lunghi e più intensi, e i loro effetti negativi sulla salute hanno suscitato crescente preoccupazione. Un altro problema ambientale in tutto il mondo è la presenza di particolato fine nell’aria, che può interagire sinergicamente con temperature estreme per influire negativamente sulla salute cardiovascolare. Tuttavia, non è noto se e come la co-esposizione a temperature estreme e inquinamento da particolato fine possa interagire per innescare un maggior rischio di morte per infarto". Pertanto, la ricerca ha voluto esaminare l’impatto del caldo estremo in presenza o meno di alti livelli di inquinamento da particolato fine sulla salute del cuore. I risultati sono stati pubblicati su 'Circulation', rivista dell'American Heart Association.

Lo studio

I ricercatori hanno preso in esame oltre 200 mila persone (con un età media di 77,6 anni) morte per infarto tra il 2015 e il 2020 nella provincia di Jiangsu (una regione della Cina con quattro regioni climatiche distinte e un’ampia gamma di temperature e livelli di inquinamento da particolato fine). Hanno misurato le temperature estreme in base all’Indice di Calore (che indica la temperatura effettiva percepita dall’essere umano, e si calcola conoscendo i valori di temperatura e umidità relativa dell'aria), e valutato sia la durata sia i picchi delle ondate di calore (e di freddo). I livelli di inquinamento sono stati considerati alti quando il livello medio di particolato fine era superiore a 37,5 microgrammi per metro cubo.

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Il mix di caldo estremo e smog raddoppia il rischio di infarto

Gli esperti hanno osservato che quando le temperature erano estremamente alte (tra 27°C e 37°C), o c'era un alto livello di inquinamento da particolato, il rischio di un attacco di cuore aumentava "significativamente". In particolare, con un'ondata di caldo di due giorni, a queste temperature (tra 27°C e 37°C), il rischio di morire per un infarto era del 18% più alto. Con un'ondata di caldo di quattro giorni, a temperature che variavano tra 35°C e 43°C, il rischio di infarto era del 74% più alto. Se poi la presenza di caldo estremo era combinata con alti livelli di inquinamento, il rischio di morire per un infarto era maggiore. In particolare, nei giorni in cui il livello medio di particolato superava i 37,5 microgrammi per metro cubo e l'ondata di caldo era durata almeno quattro giorni, il rischio di morire per infarto era raddoppiato. Ad essere risultate più colpite dagli attacchi cardiaci le donne rispetto agli uomini, e gli anziani rispetto ai giovani. La combinazione di temperature basse (tra 0°C e 5°C)  e alti livelli di inquinamento non sembravano invece causare lo stesso aumento, tranne per gli anziani, a rischio di infarto anche nelle giornate di freddo gelido e smog diffuso.

Alla luce di ciò, i ricercatori hanno stimato che fino al 2,8% dei decessi per infarto può essere attribuito alla combinazione di alte temperature ed elevati livelli di inquinamento da particolato fine (> 37,5 microgrammi per metro cubo). "I nostri risultati - ha detto Liu - forniscono la prova che ridurre l’esposizione sia a temperature estreme sia all'inquinamento da particolato fine può essere utile per prevenire morti premature per infarto, specialmente per le donne e gli anziani".

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Cos’è il particolato fine (e quali danni causa)

Il particolato fine (PM2.5) è un mix di particelle solide e liquide, con una dimensione inferiore a 2,5 micron, che galleggiano nell'aria. A produrlo sono alcune attività industriali come fonderie, cementifici, cantieri edili e miniere, attività agricole, gli inceneritori, ma anche il traffico delle auto (in particolare i motori diesel) e gli incendi. È così piccolo (1/20 di larghezza di un capello umano) che può essere inalato in profondità nei polmoni causando infiammazione. Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra esposizione acuta a particolato fine e problemi respiratori, come alterazioni della funzionalità respiratoria, ricoveri in ospedale e mortalità per malattie respiratorie. Non solo, l’esposizione a lungo termine può causare anche tumori, malattie cardiache, ictus e altri problemi di salute.

Pertanto l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha posto un valore limite per quanto riguarda l’esposizione media annua al livello di inquinamento da particolato fine che non deve superare i 5 microgrammi per metro cubo (e non deve superare i 15 microgrammi per metro cubo per più di 3-4 giorni all’anno).

Come tutelare la salute

Per evitare effetti negativi sulla salute dovuti al caldo record, i ricercatori cinesi suggeriscono "di informarsi sulle previsioni meteorologiche prima di uscire, di rimanere in casa quando le temperature sono estreme, di usare ventilatori e condizionatori durante la stagione calda, di vestirsi in modo appropriato per il clima (quindi se fa molto caldo utilizzare vestiti larghi e chiari), di seguire una corretta idratazione e di installare tapparelle per ridurre le temperature interne". Per ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico nei giorni con alti livelli di inquinamento da particolato fine, consigliano, invece, di "utilizzare un purificatore d’aria in casa, indossare una maschera all’aperto, stare alla larga dalle autostrade trafficate quando si cammina, e scegliere attività all’aperto meno faticose". "Inoltre - conclude Liu -, per migliorare la salute pubblica, sarebbe opportuno prendere in considerazione l’inquinamento da particolato fine quando si forniscono al pubblico allerte di temperature estreme".

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