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Lunedì, 29 Aprile 2024
Latte materno

Il latte materno potenzia il cervello dei neonati: lo studio

Una nuova ricerca ha scoperto che una molecola di zucchero, presente nel latte materno, aumenta sia le dimensioni che il numero di connessioni sinaptiche tra i neuroni nel cervello in via di sviluppo

Allattare il neonato al seno è un gesto importante che non solo creare le basi del suo rapporto con la mamma, ma rappresenta anche un'opportunità per favorire un suo corretto sviluppo e proteggerlo da molte malattie. "Grazie alle sue proprietà - spiega il Ministero della Salute - l’allattamento per il bambino: riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti, protegge dalle infezioni respiratorie, riduce il rischio di sviluppare allergie, migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio, migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni, contribuisce a una migliore conformazione della bocca, protegge contro le otiti, riduce il rischio di diabete e di tumori del sistema linfatico".

Ora un team di ricerca del Jean Mayer Usda Human Nutrition Research Center on Aging (Hnrca) della Tufts University negli Stati Uniti ha scoperto che il latte materno è in grado anche di potenziare il cervello in via di sviluppo dei neonati. Il merito è di una piccola molecola di zucchero, chiamata myo-inositolo, che fornisce un beneficio significativo al cervello dei piccoli. Questa scoperta, secondo gli autori, non solo approfondisce ulteriormente il legame tra nutrizione e salute cerebrale, ma potrebbe aiutare anche a migliorare gli alimenti per lattanti utilizzati quando l'allattamento al seno non è possibile. Il lavoro traccia inoltre la strada allo studio del ruolo che il myo-inositolo potrebbe svolgere nel cervello che invecchia. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Pnas.

Lo studio

Nella prima infanzia, il cervello può essere particolarmente sensibile a ciò che si mangia perché la barriera emato-encefalica (struttura funzionale che regola selettivamente il passaggio sanguigno di sostanze chimiche da e verso il cervello) è più permeabile e le piccole molecole assunte come cibo possono passare più facilmente dal sangue al cervello. Partendo da questo presupposto, i ricercatori hanno esaminato e confrontato alcuni campioni di latte umano raccolti in diverse città, tra cui Città del Messico, Shanghai e Cincinnati, dallo studio Global Exploration of Human Milk, che includeva madri sane di neonati a termine. L'analisi gli ha permesso di scoprire che la molecola di zucchero myo-inositolo presente nel latte materno, era più importante nel latte materno durante i primi mesi di allattamento, quando le connessioni neuronali, detti sinapsi, si sviluppano rapidamente nel cervello dei neonati. Questo era vero indipendentemente dall'etnia o dal background della mamma.

In effetti, il latte materno non ha mai la stessa composizione nel tempo e la stessa consistenza durante il corso della poppata. Cambia dinamicamente per supportare le diverse fasi dello sviluppo del cervello del bambino. "Per meglio adeguarsi alle necessità di crescita del neonato - spiega il Ministero della Salute - nel tempo modifica la sua formula, rendendola unica e inimitabile. Dopo i primi tre giorni, il latte da colostro (il primo latte, giallo, ricco e molto denso) cambia composizione divenendo più acquoso e di colore biancastro (latte di transizione) fino alla sua composizione definitiva (latte definitivo) che avverrà entro qualche settimana".

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La molecola myo-inositolo potenzia il cervello dei neonati

Ulteriori test condotti si modelli di roditori e neuroni umani hanno dimostrato che il myo-inositolo aumentava sia le dimensioni che il numero di connessioni sinaptiche tra i neuroni nel cervello in via di sviluppo, indicando una connettività più forte. "Come neuroscienziato, è stimolante per me vedere quanto siano profondi gli effetti dei micronutrienti sul cervello - ha affermato Thomas Biederer, autore senior dello studio -. È anche sorprendente quanto sia complesso e ricco il latte materno umano. Livelli simili di myo-inositolo nelle donne che vivono in località geografiche molto diverse indicano il suo ruolo generalmente importante nello sviluppo del cervello umano".

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La molecola fa bene anche al cervello degli adulti?

Ricerche condotte da altri gruppi hanno mostrato come i livelli di myo-inositolo diminuiscono nel tempo man mano che i bambini crescono e si sviluppano. Negli adulti con disturbi depressivi maggiori o disturbo bipolare sono stati, invece, riscontrati livelli di inositolo cerebrale inferiori alla media. Al contrario, in persone con sindrome di Down e in pazienti con malattia di Alzheimer e sindrome di Down sono stati identificati accumuli di inositolo superiori alla media. "Cionostante - ha affermato Biederer - è prematuro raccomandare agli adulti di consumare più myo-inositolo (che si trova in quantità significative in alcuni cereali, e in fagioli, crusca, agrumi e melone, ma non è presente in grandi quantità nel latte vaccino) per aiutare a combattere le malattie del cervello".

 Rimangono infatti una serie di punti interrogativi, tra cui “Qual è il livello 'giusto' di myo-inositolo da avere nel cervello per una salute cerebrale ottimale nelle varie fasi della vita?". "Con i colleghi dell'Hnrca - ha concluso Biederer - stiamo ora portando avanti la ricerca per testare in che modo micronutrienti come il myo-inositolo possono avere un impatto sulle cellule e sulla connettività nel cervello che invecchia".

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