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Sabato, 27 Aprile 2024
Cresce l'ansia

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta scomparsi: perché le ricerche si stanno concentrando nel lago di Barcis

In campo squadre di ricerca, cani molecolari e sommozzatori. Gli inquirenti hanno individuato due anomalie nei tempi di percorrenza della Punto nera del 22enne, nei tratti in provincia di Venezia e di Belluno. Trovati dei pezzi di tessuto bianco, una possibile traccia che va ad aggiungersi al sangue e i capelli rinvenuti nei giorni scorsi

Vanno avanti senza sosta le ricerche di Giulia Cecchettin e Filippo Turetta, gli ex fidanzati di cui si sono perse le tracce da sabato 11 novembre. Un giallo che si fa sempre più fitto, con la preoccupazione che cresce con il passare delle ore. Dove si trovano i due giovani?

Filippo Turetta indagato per tentato omicidio di Giulia Cecchettin: c'è la prima svolta

L'attenzione degli inquirenti è sempre rivolta all'auto di Filippo, la Fiat Punto nera targata FA015YE, che dal Veneto potrebbe essere arrivata in Alto Adige. Dal giorno della scomparsa Turetta non avrebbe ancora effettuato pagamenti elettronici con le sue carte. Nella mattina di oggi, venerdì 17 novembre, si è svolto un nuovo briefing a Dolo tra Vigili del fuoco e carabinieri, per concordare le aree da battere palmo a palmo, con cani molecolari e sommozzatori pronti a entrare in azione nel caso di tracce rilevanti. Nel frattempo, pompieri e volontari della Protezione civile hanno iniziato a mappare il territorio, in particolar modo nei pressi del Brenta, del Naviglio e dei corsi d'acqua secondari.

Le ricerche nel lago di Barcis

Stamattina i vigili del fuoco di Pordenone hanno iniziato a scandagliare il lago di Barcis (Pordenone) alla ricerca di tracce dei due ragazzi scomparsi. Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, la località non è stata scelta in base a elementi precisi, ma perché si trova lungo la direttrice che l'auto ha seguito nella notte tra sabato e domenica. I dispositivi di lettura targhe l'hanno infatti immortalata lungo la strada pedemontana a Caneva, quindi a Polcenigo e successivamente, in maniera del tutto sorprendente, nella stazione turistica del Piancavallo, a 1.300 metri di quota, raggiungibile con una lunga deviazione. La "fotografia" successiva dell'auto è stata scattata all'uscita delle gallerie tra Erto e Casso e Longarone, in provincia di Belluno: proprio per questo motivo gli inquirenti sono convinti che il veicolo sia passato nei pressi del lago di Barcis. Sul posto, assieme alle squadre speleo-alpino-fluviali, ci sono anche i sommozzatori. "La macchina si è mossa evidentemente con una certa accuratezza - ha commentato Stefano Tigani, legale della famiglia di Giulia Cecchettin -, non si riesce a capire che movimenti abbia fatto. Sono convinto che a una soluzione si arriverà perché non può certo sparire nel nulla".

Il buco di un'ora

Gli unici indizi sulla sorte dei due giovani arrivano dagli spostamenti della vettura. Secondo gli investigatori però, ci sarebbero due "buchi" temporali, per un totale di un'ora, nel tragitto percorso nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre. Come riportato dal Gazzettino, il primo intervallo sospetto di 20 minuti è nella zona di Cidel Miranese, con l'auto che ha percorso il tragitto tra una telecamera in zona industriale a Fossò e un varco "Targasystem" a Scorzé, impiegando appunto 20 minuti più del necessario. Il secondo buco è nel tratto tra la diga del Vajont e Pecol, tempo di percorrenza 80 minuti, percorso invece in circa due ore. Cosa è successo in questi altri 40 minuti? Intanto le ricerche proseguono in provincia di Venezia, tra Riviera e Miranese, di Treviso, nella zona di Zero branco, in Friuli, tra il Vajont e il lago di Barcis, e in provincia di Belluno, tra Palafavera e Cansiglio. 

Tutti gli articoli sulla scomparsa di Cecchettin e Turetta

Nella giornata di ieri, giovedì 16 novembre, le squadre di ricerca si sono concentrate nella zona di Zero Branco, in provincia di Treviso. Proprio ieri Giulia avrebbe dovuto laurearsi in ingegneria biomedica. In serata Antenna Tre ha pubblicato in esclusiva il frame del passaggio dell'auto a Zero Branco, alle 00.43 di domenica. La vettura sarebbe stata registrata, poco dopo, anche tra Maserada e Spresiano.

Le analisi su sangue e capelli

Gli inquirenti sono anche in attesa dei risultati su pezzo di tessuto bianco nel fiume Muson, incastrato in una rete metallica, vicino al Castello di Stigliano, nel Veneziano. C'è da capire se il reperto appartiene agli indumenti della 22enne, così come i capelli e le tracce di sangue trovate a Fossò in un parcheggio della zona industriale. Il sangue e i capelli trovati sul posto verranno confrontati con il dna di Giulia, ottenuto grazie alla sorella Elena.

"Giulia trattenuta contro la sua volontà"

Ieri Giulia avrebbe dovuto discutere la sua tesi di laurea in Ingegneria biomedica. Un obiettivo che avrebbe permesso a Giulia di inseguire il suo sogno di trasferirsi a Reggio Emilia dove da metà ottobre è iscritta alla Scuola internazionale di Comics, indirizzo illustrazione. Ed è proprio questo particolare a fare aumentare l'inquietudine dei genitori e dei conoscenti. La famiglia ipotizza, per la scomparsa di Giulia, un movente legato alla fine dell'università. Filippo Turetta, definito da alcuni conoscenti "possessivo" e con manie di controllo, temeva che l'ex fidanzata si potesse allontanare definitivamente da lui, l'università non sarebbe più stato luogo dove vedersi da questa settimana in poi.

Un timore che sembra essere confermato anche dalle parole della famiglia di Giulia Cecchettin: "Giulia è stata trattenuta contro la sua volontà, perché mai si sarebbe allontanata da casa volontariamente, senza darne notizia" è la posizione dei familiari della ragazza scomparsa, che trapela da fonti vicine alla famiglia Cecchettin. I genitori e la sorella di Giulia escluderebbero anche la possibilità di una fuga della giovane. Ma si continua, nonostante tutto, a coltivare la speranza. 

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