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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le nuove rivelazioni / Trieste

L'uomo trovato appeso al guardrail non sarebbe stato ucciso

Gli elementi emersi finora non sono "in alcun modo" indicativi di un "decesso dovuto all'opera di terzi", rende noto la Procura

Emergono nuovi dettagli dal macabro rinvenimento del cadavere appeso per il collo a un guardrail della Grande Viabilità, poco dopo la galleria di Valmaura in direzione Muggia, a Trieste. Bendato, con le mani immobilizzate, i piedi legati con nastro adesivo e impiccato a una sbarra del parapetto di protezione posto dietro al guardrail, penzoloni davanti a una scarpata di una decina di metri. Il cadavere è stato trovato ieri, 24 settembre, dai tecnici dell'Anas lungo la Grande viabilità triestina, impegnati a fare manutenzione e sfoltire le piante. A distanza di 24 ore dal rinvenimento del corpo, si allontanano le ipotesi dell'omicidio. È quanto sostiene la Procura di Trieste, che sta indagando sul caso. 

"Non c'è prova di omicidio"

Gli elementi emersi finora non sono "in alcun modo" indicativi di un "decesso dovuto all'opera di terzi", rende noto la Procura. Sul cadavere sono stati trovati alcuni documenti e fogli, tra cui un certificato datato 10 settembre scorso rilasciato da un medico della Donk - Humanitarian Medicine, il quale diagnosticava una sindrome ansiosa depressiva e prescriveva la necessità di una visita psichiatrica. Un ulteriore foglio riguardava la prenotazione per il consumo dei pasti presso la mensa Caritas di Trieste fino al 30 settembre.

Infine è stata trovata una denuncia di smarrimento dei propri documenti, e cioè del permesso di soggiorno e della carta di identità rilasciati dalle Autorità belghe nonché del passaporto rilasciato dalla Repubblica Islamica dell'Iran. Tutta la documentazione risulta a nome di tale B.K., nato a Teheran nel 1968, a Trieste senza fissa dimora. L'identità dell'uomo potrà essere confermata solo all'esito delle investigazioni che verranno condotte anche attraverso i canali di cooperazione internazionale. Le indagini, effettuate dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri, mirano ad appurare la dinamica del decesso. Gli elementi finora emersi non sono in alcun modo indicativi di un decesso dovuto all'opera di terzi.

Assenti segni di tortura sul cadavere

Il corpo presentava mani e piedi legati e una benda, una camicia a maniche corte arrotolata, che copriva buona parte del volto; la legatura delle mani (che comunque consentiva un'apertura di circa 30 centimetri fra i palmi delle mani) era stata effettuata con un'altra camicia a maniche lunghe, a sua volta arrotolata; la legatura dei piedi era stata effettuata invece con nastro adesivo, preso da un rocchetto trovato abbandonato lì intorno.

Il cadavere trovato appeso per il collo al guardrail: cosa sappiamo

L'ispezione cadaverica, spiegano dalla procura, immediatamente effettuata non ha fatto emergere sul corpo alcun segno di tortura né di violenza ma solo di lesioni post mortem, conseguenti ai fisiologici fenomeni putrefattivi che hanno interessato il cadavere. Gli unici segni trovati sulla salma sono quelli tipici dell'impiccamento. Il medico legale ha fatto risalire il momento del decesso a un lasso di tempo non inferiore alle 36-48 ore dal ritrovamento, ma saranno i risultati dell'autopsia, che il magistrato incaricato delle indagini Sostituto Procuratore Maddalena Chergia, disporrà quanto prima, a chiarire questo tipo di particolari.

Tutte le piste di indagine rimangono aperte e nel fascicolo, affidato alla pubblico ministero Maddalena Chergia, c'è il "ritrovamento di cadavere da impiccamento" come notizia di reato. Le indagini sono affidate ai carabinieri che già nella giornata di oggi potrebbero completare la visione delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona. È lì, infatti, che è "nascosta" la verità sul caso che nella giornata di ieri è rimbalzato su tutti gli organi di informazione. 

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