Dalle banche 57 miliardi in meno ai distretti del Made in Italy
La differenza tra credito erogato e raccolto è passata dall’89% al 18%, come denuncia un'analisi della First Cisl
Il made in Italy non appare più un buon affare per le banche, secondo un'analisi della First Cisl.
In 7 anni le banche hanno erogato 57 miliardi in meno ai distretti della moda, dell'occhialeria, del mobile, della gioielleria, dell'agroalimentare e hanno ridotto del 20% gli sportelli sui territori di insediamento di tali distretti.
Nei distretti le filiali bancarie sono calate da 9.889 a 7.912 tra i 2010 e il 2017, spiega Riccardo Colombani, responsabile dell'ufficio studi di First Cisl, ricordando che «nelle zone dei prodotti simbolo del paese ci sono ben 674 comuni senza alcuna agenzia bancaria, ossia il 27% del totale, e 125 di loro hanno visto chiudere ogni sportello».
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La differenza tra credito erogato e raccolto è passata dall’89% al 18%: nel 2010 il made in Italy otteneva finanziamenti per una cifra complessivamente superiore dell’89% ai depositi raccolti sui rispettivi territori, oggi appena del 18%. Nelle filiali presenti nelle aree distrettuali, peraltro, la raccolta cresce in modo esponenziale: dal 2010 al 2017 i depositi per sportello sono saliti del 64% da 17 a 28 milioni, mentre i prestiti per filiale sono cresciuti solo del 3%, da 32 a 33 milioni.
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Alcuni distretti hanno sofferto le traversie delle banche della zona: l’area orafa di Vicenza ha visto calare del 29% i prestiti e del 25% le filiali della Popolare di Vicenza, quella di Arezzo ha visto ridursi del 24% i prestiti e del 19% le filiali di Banca Etruria. A livello nazionale la flessione ha interessato però anche distretti e comparti che non sono incorsi in traversie significative delle banche di riferimento.
Dal blog "Asso di denari" di Carlo Sala