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Sabato, 27 Aprile 2024
Le novità della Manovra

Nuova stretta al reddito di cittadinanza: ecco chi perderà il beneficio da gennaio

Il governo completa lo smantellamento del reddito di cittadinanza: approvati emendamenti che restringono il sussidio. Scendono a 7 le mensilità degli occupabili che perderanno il beneficio al primo rifiuto di un'offerta di lavoro. Ma non è tutto

Il governo interverrà sul reddito di cittadinanza e le politiche attive con un decreto nel mese di gennaio. Lo ha preannunciato la ministra del Lavoro Marina Calderone che commentando le modifiche approvate con la manovra 2023 ha annunciato novità sia sul tema dell'offerta di lavoro congrua che sulle politiche attive cui saranno destinati i beneficiari. In pratica si perderà il beneficio al primo rifiuto di un'offerta di lavoro, anche senza la discriminante della "congruità". "Chi rifiuta la prima offerta lavoro ha uno stop sul reddito, perché in un contesto complicato il fatto di rifiutare un'offerta di lavoro, che deve avere caratteristiche comunque di accettabilità, vuol dire voler rimanere fuori dai circuiti" ha detto Calderone che anticipa l'intenzione di introdurre nuovi meccanismi per riaccompagnare le persone al lavoro. Si tratta di politiche che la ministra aveva già anticipato parlando del nuovo reddito di inclusione attiva. "Mi aspetto che un giovane sia molto severo nei miei confronti se non lo metto nelle condizioni di poter trovare un lavoro non di avere un sussidio a vita" spiega.

Reddito di cittadinanza, i beneficiari dovranno accettare qualunque offerta di lavoro

Ma veniamo al punto: come stabilito nella legge di bilancio in base ai nuovi emendamenti approvati nella notte, da gennaio cambiano le regole per beneficiare reddito di cittadianza. Se il testo del governo prevedeva già un restringimento del beneficio a 8 mesi con l'emendamento Lupi approvato questa notte scendono a 7 le mensilità del Rdc per il 2023 per i beneficiari ritenuti "occupabili" oggi sono stati approvati due emendamenti presentati da Noi Moderati: il primo fa perdere il reddito di cittadinanza anche in caso di rifiuto di una offerta di lavoro giudicata non congrua; il secondo toglie il reddito di cittadinanza agli under 30 che non hanno completato le scuole.

Il reddito di cittadinanza "tagliato" per chi vive in affitto

Un ulteriore emendamento presentato dalla maggioranza e approvato in commissione Bilancio prevede inoltre che la quota del Reddito di cittadinanza prevista per l'alloggio, in caso di abitazione in affitto, sarà erogata direttamente al locatore dell'immobile. Secondo la proposta, il beneficiario del sussidio deve comunicare all'ente erogatore del Reddito di cittadinanza, ossia l'Inps, i dati del locatore, secondo le modalità che verranno definite con un decreto del ministro del Lavoro, sentito il garante per la Privacy.

Pertanto a decorrere dal 1 gennaio 2023 l'erogazione del reddito di cittadinanza:

  • per i giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell'obbligo. In alternativa il beneficio sarà condizionato all'iscrizione e alla frequenza di percorsi di formazione o comunque funzionali all'adempimento dell'obbligo scolastico;
  • per gli occupabili ovvero le persone tra 18 e 59 anni nelle cui famiglie non sono presenti disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età il reddito di cittadianza sarà riconosciuto nel limite massimo di 7 mensilità, invece delle attuali 18 rinnovabili;
  • si perderà il beneficio al primo rifiuto di una offerta di lavoro, anche se questa non verrà considerata 'congrua'.

Quali sono le offerte di lavoro congrue

Bene ricordare che la norma che ha istituito il reddito di cittadinanza considerava "congrua" la proposta di un'occupazione che fosse compatibile con le proprie capacità e competenze, che prevedesse una retribuzione superiore del 20% rispetto all'assegno e che si svolgesse a una distanza entro 80 km dalla residenza o raggiungibile entro 100 minuti con il trasporto pubblico.

L'emendamento approvato sopprime il termine 'congruo' dalla normativa, un aggettivo che permetteva di rifiutare la prima offerta non compatibile con i criteri definiti nella legge, possibilità che poi decadeva dalla seconda offerta. Con la modifica, invece, la prima proposta potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità, ma se non accettata porterà al termine della percezione del reddito di cittadinanza.

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