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Lunedì, 29 Aprile 2024
Gli effetti concreti

Stipendi: come cambiano con le nuove aliquote Irpef

La delega fiscale e la riforma della tassazione: con la diminuzione degli scaglioni, per lavoratori e pensionati gli effetti in busta paga potrebbero essere visibili a partire dal prossimo anno. Facciamo il punto

Con il via libera alla legge sulla delega fiscale, approvata in via definitiva dal Parlamento e ora pubblicata in Gazzetta ufficiale, la riforma della tassazione entra nel vivo. Meno tasse su famiglie e imprese (ma non per tutti) e accordi con gli evasori: si tratta di una riforma bandiera del governo Meloni, che si basa soprattutto su fiducia e ottimismo per uno dei paesi con l'evasione fiscale più alta. Ci sono molte semplificazioni e agevolazioni, ma non per tutti: lo abbiamo spiegato in questo articolo, nel dettaglio. Ora c'è tempo 24 mesi per i decreti attuativi. Il governo però potrebbe accelerare già con la prossima legge di bilancio e introdurre il primo step della riforma: la riduzione da quattro a tre scaglioni Irpef.

Secondo quanto anticipato dalla premier Giorgia Meloni, la volontà del governo è di ridurre "sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori" e, come specifica l'articolo 5 della delega fiscale, nel rispetto del principio di progressività, per evitare così un'eventuale accusa di anticostituzionalità. E ora, intanto, cosa succede? Il prossimo passaggio da segnare sul calendario è l'avvio della sessione di bilancio a fine settembre. In quell'occasione il governo presenterà la Nota di aggiornamento al Def (Nadef), punto di partenza per la legge di bilancio 2024: in quel momento saranno più chiari gli effetti della riforma sugli stipendi dei lavoratori e sulle pensioni, a partire dal prossimo anno. Anche adesso, tuttavia, si possono fare alcune ipotesi.

Il tweet di Giorgia Meloni dopo l'approvazione della delega fiscale

Nuove aliquote Irpef, tredicesime, flat tax e novità generali nel rapporto tra i contribuenti e lo Stato: in 23 articoli il Parlamento ha delegato così il governo a cambiare il sistema delle tasse. Valida per due anni, la legge di delega fiscale ha delineato per ora i confini della riforma fiscale, come l'assenza di oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche dello Stato o aggravi della pressione fiscale. Tra gli obiettivi principali della riforma c'è la riduzione delle aliquote Irpef, da quattro a tre. Attualmente, l'Irpef ha 4 aliquote: 

  • 23%, fino a 15.000 euro,
  • 25%, da 15.000,01 a 28.000 euro;
  • 35%, da 28.000,01 a 50.000 euro;
  • 43%, oltre i 50.000 euro.

Le nuove aliquote dell'Irpef saranno 3, nel rispetto "del principio di progressività e nella prospettiva di transizione del sistema verso l'aliquota impositiva unica", cioè la flat tax. L'imposta sul reddito delle persone fisiche verrà riordinata con nuove deduzioni e detrazioni, oltre ai nuovi scaglioni di reddito e relative aliquote di imposta, in base a questi parametri:

  • Composizione del nucleo familiare;
  • Costi sostenuti per la crescita dei figli;
  • Disabilità;
  • Tutela del bene casa, in proprietà o in locazione;
  • Salute delle persone;
  • Istruzione;
  • Previdenza complementare;
  • Efficienza energetica e riduzione del rischio sismico.

In realtà, le nuove aliquote Irpef sono rinviate almeno al 2024. Solo per riordinare l'Irpef ci vorrebbero 4 miliardi di euro, ma sappiamo che nella prossima legge di bilancio le risorse basteranno a malapena per confermare le misure esistenti. La premessa inserita nella legge delega è sempre la stessa: "Senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica". Cosa potrebbe succedere, dunque, e quali potrebbero essere gli effetti concreti sugli stipendi, con la riduzione delle aliquote Irpef? Escludendo l'ipotesi di accorpare le prime due fasce di reddito in un'aliquota unica, al momento appare più verosimile l'innalzamento della soglia del primo scaglione a 25mila euro dai 15mila attuali. In questo caso, con l'aliquota Irpef stabile al 23%, l'aumento annuo in busta paga per i lavoratori arriverebbe a 200 euro.

Come inserito nell'ultimo passaggio alla Camera, la riforma dell'Irpef dovrà tenere conto di altri fattori come la composizione del nucleo familiare, la presenza di disabili o la permanenza in una casa dove sono stati eseguiti lavori di efficientamento energetico: si tratta di voci che potrebbero generare risparmi ulteriori in fase di dichiarazione dei redditi. Tra gli obiettivi della riforma fiscale, messi in cantiere dal governo Meloni, rientra poi la riduzione della tassazione sui premi per le entrate maturate dai lavoratori nel corso dell'anno. Per quanto riguarda le tredicesime, invece, l'idea è di ridurre l'aliquota Irpef dal 23 al 15%, con risparmi fino a 80 euro sullo stipendio per singolo dipendente.

La riforma potrebbe proseguire con la riduzione della tassazione sui premi di produttività, in linea con l'intervento dell'ultima legge di bilancio che ha abbassato l'aliquota sui premi di produttività dal 10 al 5% entro il limite di tremila euro. E potrebbe mettere mano anche alla cosiddetta "no tax area", la soglia di reddito sotto la quale lo Stato non applica alcuna tassazione. L'idea è uniformarla per lavoratori dipendenti e pensionati, con soglie oggi rispettivamente fissate a 8.174 euro a 8.500 euro. La riforma fiscale, infine, potrebbe intervenire anche sulla detassazione degli straordinari, ma è ancora presto per conoscere le risorse effettive che il governo avrà a disposizione in manovra.

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