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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia Italia

Alitalia, si prepara la grande svendita (ma la compagnia si può ancora risanare)

I commissari dell'ex aviolinea di bandiera mantengono il massimo riserbo ma tra le proposte recapitate a via della Magliana ci sarebbe almeno un acquirente che promette di non farne uno "spezzatino". Le date da tenere d'occhio in attesa di un autunno caldo

Lunedì 31 luglio Alitalia pubblicherà il nuovo bando che apre la fase delle offerte d'acquisto vincolanti da presentare entro il 2 ottobre: ovvero, chi vuole comprare la ex compagnia di bandiera si faccia avanti anche perché si preannuncia un affare.
Migliorano infatti i conti della società di via della Magliana che dal 2 maggio si trova guidata dal triumvirato di commissari straordinari Gubitosi-Laghi-Paleari: un'amministrazione caratterizzata da "discontinuità e determinazione" come ha ribadito lo stesso Luigi Gubitosi in una recente intervista a Repubblica, e che gode del plauso anche dei sindacati che giovedì hanno incontrato i vertici della compagnia.

"Non ci sono solo proposte che vogliono fare della compagnia uno spezzatino - spiega a Today Francesco Staccioli, delegato sindacale dell'unione dei sindacati di base  - ma comprensibilmente c'è massimo riserbo sull'offerta di uno o più acquirenti. Il commissario Gubitosi ha ribadito come i proventi della compagnia siano migliori del previsto ma c'è ancora tanto da fare".

A pesare sui conti dell'ex compagnia di bandiera sono infatti i costi: "Fuori mercato i contratti per il carburante, e di pasticcio si può parlare per il sistema informatico che avrebbe dovuto essere volano della rinascita ma che si è palesato come modesto e costoso, così come pesano oltremisura il leasing degli aeromobili. Sempre dal lato dei costi è chiaro che i contratti di manutenzione in outsourcing si stiano rivelando un pessimo affare perché troppo onerosi, resta il nodo del lungo raggio dove uno dei problemi più gravi resta il "load factor", ovvero la percentuale di riempimento degli aerei. Secondo i dati forniti dai commissari i voli diretti negli Stati Uniti viaggiano all'85% del carico, ma altri aerei viaggiano semivuoti".

Cosa è cambiato in questi 3 mesi?
"Sicuramente il taglio del top management ha contribuito al contenimento dei costi, stiamo parlando di una riduzione di circa il 40%".

Quindi il commissariamento funziona?
"Non solo. Ricorda il caso Parmalat, con una azienda che si scopre risanabile industrialmente, e allora ci si chiede perché ci si spinga a spron battuto verso una vendita che appare quanto più simile ad una svendita quando dall'altra parte delle Alpi abbiamo assistito all'esempio della nazionalizzazione di Stx France".

La nazionalizzazione non è un concetto 'diabolico'?
"Tutt'altro e il presidente francese Macron è stato capace di prendere a schiaffi il Governo italiano. Così come per Alitalia si tratta di prendere una decisione politica, capace di salvaguardare posti di lavoro. Basta ricordare che il 5 novembre scade il prestito ponte accordato ad Alitalia dal Governo italiano. Arrivare a quella data con l'acqua alla gola vuol dire dare l'azienda in pasto al miglior offerente sotto la spinta delle criticità di un accordo al ribasso. 
Basta ricordare che dei 12 mila occupati in Alitalia, si parla nelle migliori delle ipotesi circolate di un taglio di 4 mila posti di lavoro. Se infatti ai lavoratori ora è stato concessa l'apertura del bando di ricollocamento e il nuovo contratto, l'offerta degli acquirenti potrebbe tagliare le prospettive".

Che cosa è oggi Alitalia?
"E' un giocattolo malandato, in crisi di costi. Ma l'azienda ha dimostrato che può stare in piedi e che un risanamento è possibile se solo il Governo fosse in grado di affrontare il problema".
 

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