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Martedì, 30 Aprile 2024
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Ares Gate, bomba Francesco Testi: "Ecco cosa significava avere un contratto con l'agenzia"

L'attore veronese è stato protagonista delle fiction Furore e Baciamo le mani. Oggi la società che faceva capo a Tarallo è fallita

"Cerco di dare il mio punto di vista su una questione che ormai ha preso piede, per cui non posso esimermi dal farlo". Comincia così il post di Francesco Testi a proposito dell'Ares Gate. L'attore, 41 anni, parlerebbe con cognizione di causa: è stato più volte protagonista di serie tv Ares (casa di produzione che fallita che faceva caso ad Alberto Tarallo) come 'Baciamo le mani' e 'Furore'. 

La versione di Francesco Testi

"È il mio punto di vista proprio perché fa riferimento alla mia esperienza personale", precisa Testi, per poi riportare la sua esperienza in ogni dettaglio. "Avere un contratto con Ares Film aveva come conditio sine qua non quella di lasciare la vecchia agenzia e di tagliare i ponti con il proprio agente, questo perché la produzione aveva una propria agenzia di riferimento. Il paradigma su cui si fondava il progetto lavorativo era l’assoluta dedizione al lavoro e l’impossibilità di avere legami affettivi stabili (visti come potenziale distrazione dal progetto). Il tutto era perfettamente chiaro e diventava una scelta consapevole (nessuno mi ha mai puntato una pistola alla tempia)". 

"La vita però, si sa, è imprevedibile", si legge ancora. "Quando ho preso una 'sbandata' per una donna, sono venuto meno al paradigma: ciò che prima non mi pesava, diventava improvvisamente un’imposizione. Ne sono scaturite forti divergenze di opinione e un diradamento costante dei rapporti personali con i produttori. Come avevo accettato consapevolmente di salire sulla nave, altrettanto consapevolmente ho deciso di abbandonarla nel 2015, prima ancora che andasse in onda “L’onore e il rispetto 4”, che è stato il mio ultimo lavoro con loro. Reda, la mia compagna, ha abbandonato la nave insieme a me ed ho la fortuna di averla accanto ancora oggi". 

Ares Gate: che cosa sappiamo finora della presunta 'setta di Lucifero' citata al Gf Vip

Da allora Testi ha interrotto i rapporti con la casa di produzione. "Fatta eccezione per l’8 gennaio 2019, quando ho portato le mie condoglianze ad Alberto il giorno del funerale di Teo. Mi sono pentito di non essere riuscito a mantenere i rapporti personali e mi chiedo tutt’oggi se, nel caso lo avessi fatto, avrei potuto accorgermi di strani segnali e fare qualcosa per aiutarlo. Resterà sempre un mio cruccio". 

L'augurio dell'artista veronese è quello di indagini nelle sedi opportune. "In questi giorni ho sentito parole forti su questo tragico evento e non solo, parole che a mio avviso andrebbero approfondite in un contesto che di certo non può essere individuato in un palinsesto televisivo. In età adolescenziale ho sofferto di una grave forma di depressione e so bene quali effetti devastanti possa avere sulla mente di una persona. Per questo mi auguro che Adua superi questo momento e possa riuscire a stare bene". 

Il parere di Nancy Brilli, Eva Grimaldi e Giuliana De Sio

Sul caso sono intervenute anche le attrici Nancy Brilli e Giuliana De Sio, che hanno raccontato come l'agenzia le avrebbe invitate ad "inscenare" alcuni flirt con attori vari al fine di ottenere una risonanza mediatica, ricevendo in cambio un rifiuto. Un secco 'no comment' è arrivato invece da parte di Eva Grimaldi, tra i volti più noti della Ares. Tutto tace per ora sul fronte Gabriel Garko, altro paladino delle fiction pistolere dei tempi. 

Eva Grimaldi, Nancy Brilli e Giuliana De Sio intervengono sul caso 'Ares Gate'

Cerco di dare il mio punto di vista su una questione che ormai ha preso piede, per cui non posso esimermi dal farlo. È il mio punto di vista proprio perché fa riferimento alla mia esperienza personale. Avere un contratto con Ares Film aveva come conditio sine qua non quella di lasciare la vecchia agenzia e di tagliare i ponti con il proprio agente, questo perché la produzione aveva una propria agenzia di riferimento. Il paradigma su cui si fondava il progetto lavorativo era l’assoluta dedizione al lavoro e l’impossibilità di avere legami affettivi stabili (visti come potenziale distrazione dal progetto). Il tutto era perfettamente chiaro e diventava una scelta consapevole (nessuno mi ha mai puntato una pistola alla tempia). La vita però, si sa, è imprevedibile. Quando ho preso una “sbandata” per una donna, sono venuto meno al paradigma: ciò che prima non mi pesava, diventava improvvisamente un’imposizione. Ne sono scaturite forti divergenze di opinione e un diradamento costante dei rapporti personali con i produttori. Come avevo accettato consapevolmente di salire sulla nave, altrettanto consapevolmente ho deciso di abbandonarla nel 2015, prima ancora che andasse in onda “L’onore e il rispetto 4”, che è stato il mio ultimo lavoro con loro. Reda, la mia compagna, ha abbandonato la nave insieme a me ed ho la fortuna di averla accanto ancora oggi. Da allora non ho più visto né sentito nessuno, fatta eccezione per l’8 gennaio 2019, quando ho portato le mie condoglianze ad Alberto il giorno del funerale di Teo. Mi sono pentito di non essere riuscito a mantenere i rapporti personali e mi chiedo tutt’oggi se, nel caso lo avessi fatto, avrei potuto accorgermi di strani segnali e fare qualcosa per aiutarlo,. Resterà sempre un mio cruccio. In questi giorni ho sentito parole forti su questo tragico evento e non solo, parole che a mio avviso andrebbero approfondite in un contesto che di certo non può essere individuato in un palinsesto televisivo. In età adolescenziale ho sofferto di una grave forma di depressione e so bene quali effetti devastanti possa avere sulla mente di una persona. Per questo mi auguro che Adua superi questo momento e possa riuscire a stare bene

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