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Sabato, 27 Aprile 2024
La decisione / Cina

La DJI ha sospeso la vendita di droni in Russia e Ucraina

Il gigante dei droni cinesi teme che i suoi prodotti vengano utilizzati nel conflitto

Il gigante dei droni cinesi DJI ha sospeso temporaneamente le sue attività commerciali in Russia e in Ucraina, spinto dal timore che i suoi prodotti possano essere utilizzati nel conflitto. Si tratta della prima azienda cinese che adotta una simile decisione dall'inizio del conflitto russo in Ucraina. 

"DJI sta rivalutando i requisiti di conformità nelle varie giurisdizioni", si legge in una nota della società, che sottolinea come l'azienda si opponga all'utilizzo dei droni nel conflitto. Ma il colosso dei droni ha voluto precisare che la decisione non deve essere letta come una presa di posizione a sostegno di nessun Paese coinvolto nella guerra. Pechino, infatti, non ha ancora condannato l'invasione delle truppe di Mosca ai danni di Kiev e le aziende cinesi sono rimaste in silenzio su come gestire l'impatto delle sanzioni contro la Russia imposte dagli Stati Uniti, dall'Ue e da altri Paesi alleati.

Guerra Russia Ucraina: ultime notizie in diretta

Il mese scorso la DJI è finita al centro delle polemiche mosse dall'Ucraina, che ha accusato l'azienda di Shenzhen di aver consentito alle forze russe di utilizzare la sua tecnologia nelle operazioni militari, anche contro i civili. Nel mirino dell'Ucraina è finito il sistema AeroScope di DJI - che permette agli utenti di rilevare e monitorare i droni nelle sue vicinanze - che sarebbe stato utilizzato dalla Russia per guidare i suoi missili contro i civili ucraini.

Le accuse contro l'azienda sono state avanzate da Kiev dopo la diffusione di alcuni video sul web che mostravano l'esercito russo utilizzare i droni DJI. Un portavoce del colosso cinese ha respinto ogni addebito, bollando queste notizie come "false" e sostenendo che l'azienda non esercita alcun controllo sull'uso dei suoi prodotti venduti all'estero.

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Non è la prima volta che la società riceve una dura condanna da parte degli attivisti: già in precedenza, la DJI aveva fatto discutere per il suo presunto coinvolgimento nei sistemi di sorveglianza nella regione nordoccidentale dello Xinjiang, dove si stima ci siano un milione di uiguri e altre minoranze musulmane in stato di detenzione nell'ambito di un'ampia repressione della sicurezza. La società è stata sanzionata lo scorso dicembre dal Dipartimento del Tesoro Usa, che ha vietato investimenti statunitensi nell'azienda cinese nonostante non sia quotata in borsa. 

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