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Domenica, 28 Aprile 2024
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Egitto, è il "venerdì della collera": polizia autorizzata a sparare sui manifestanti

Oggi nuove manifestazioni di protesta sono attese oggi al Cairo per il "venerdì della collera" indetto dal Fratelli musulmani. Il ministero dell'Interno ha autorizzato polizia e militari a sparare contro chiunque tenti di attaccare le forze di sicurezza o siti strategici

L'Egitto si prepara a un venerdì ad alta tensione in tutto il paese. Nuove manifestazioni di protesta sono attese oggi al Cairo per il "venerdì della collera" indetto dal Fratelli musulmani contro l'operazione di polizia lanciata due giorni fa contro i loro sit-in al Cairo, in cui hanno perso la vita quasi 600 persone. Dopo la condanna espressa da numerose capitali, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha lanciato un appello a tutte le parti coinvolte in Egitto, perchè diano prova di "massima moderazione".

Le manifestazioni in programma oggi partiranno da tutte le moschee del Cairo e convergeranno verso piazza Ramsis, stando a quanto precisato su Twitter dal portavoce dei Fratelli musulmani, Gehad el-Haddad. "Nonostante la sofferenza e il dolore per la perdita dei nostri martiri, gli ultimi crimini commessi dai golpisti hanno rafforzato la nostra determinazione a mettervi fine", si legge invece in un un comunicato diffuso dal movimento.

Il ministero dell'Interno ha autorizzato polizia e militari a sparare contro chiunque tenti di attaccare le forze di sicurezza o siti strategici. Lo afferma un comunicato del dicastero citato in serata dalla tv di Stato.

Egitto, gli scontri arrivano sotto le piramidi

Stando all'ultimo bilancio delle vittime di mercoledì scorso, sono almeno 578 le persone rimaste uccise nell'operazione di polizia e nei successivi scontri, mentre più di 3.500 sono quelle rimaste ferite. Le vittime sono invece oltre 4.000 secondo i Fratelli Musulmani, che hanno scelto per questo venerdi' lo stesso nome dato a quel 28 novembre 2011 in cui la "rabbia" di piazza Tahrir travolse Hosni Mubarak e la sua cerchia.

Egitto nel caos, centinaia di morti © Infophoto

Piazza Rabaa, dove sorge la moschea Al-Adawiya, è stata resta letteralemtne devastata nei giorni scorsi, ma nonostante tutto rimane il punto di riferimento simbolico di un movimento che la mano durissima dei militari non riesce a far sparire dalla scena politica. La politica egiziana non pare in grado di fungere in alcun modo da mediatore tra le parti.

Facebook e Twitter mostrano la morte in diretta

Appare ormai chiaro come l'uomo forte dell'Egitto, il generale Abdulfattah Al-Sisi, capo delle Forze armate e regista della destituzione dalla presidenza della Repubblica di Mohamed Morsi, non vuole recedere da un confronto di natura militare con coloro che vengono definiti "terroristi".

La rabbia dei Fratelli Musulmani: "4.500 morti"

Il mondo intanto resta a guardare e si limita a deboli iniziative. Il Presidente degli Usa Barack Obama ha annunciato che gli Stati Uniti hanno annullato le esercitazioni militari congiunte con l'Egitto previste per il prossimo mese e che Washington potrebbe troncare la cooperazione militare ma in realta' e' stato Chuck Hagel, il capo del Pentagono, a rassicurare al telefono Al-Sisi che per adesso tale collaborazione e' confermata, cosi' come resta intatto, per il momento, l'aiuto finanziario di circa 1,5 miliardi di dollari che ogni anno Washington eroga ai militari egiziani.

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