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Domenica, 28 Aprile 2024
Senza alcuna esperienza / Ucraina

I soldati russi di leva ingannati e mandati in guerra a 18 anni

Pensavano fosse un'esercitazione, li hanno mandati a invadere l'Ucraina. Alcuni obbligati a firmare il documento che li trasforma in militari a contratto. La denuncia circostanziata arriva da Ong indipendenti, ma circolano anche vari video sui social

Un giovane soldato russo si arrende e alcuni ucraini lo rifocillano e gli fanno chiamare casa: il video circola da ieri sui social. Un messaggio di pace semplice ma fortissimo. Non sarebbero casi isolati "Alcuni reparti russi stanno sabotando i loro mezzi, per non partecipare a questa guerra barbarica". A dirlo è stato Michael Carpenter, ambasciatore americano all’Osce. Se Putin ha lanciato un appello ai militari ucraini affinché abbandonino Zelensky, dall’altro fronte "i leader occidentali hanno già chiesto ai militari russi di deporre le armi. La cosa interessante è che ci sono unità che stanno sabotando i propri veicoli, in modo da non essere in grado di partecipare alla lotta. Spero che ciò continui. I coscritti russi di 18, 19, 20 anni capiscono che non hanno alcuna ragione per invadere l’Ucraina. Dovrebbero tornare dalle famiglie e lavorare per rendere la Russia un luogo più prospero e pacifico, invece di invadere il vicino". Alcune unità russe si sarebbero arrese senza combattere. Altre sono fuggite. Avere numeri e informazioni certe è impossibile.

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"Putin pensava di prendere l’Ucraina in tre giorni"

Girano in questi giorni sui social vari video di soldati russi catturato dalle forze ucraine. Un giovane ha spiegato alle telecamere che "Putin pensava di prendere l’Ucraina in tre giorni. Le scorte di viveri che ha distribuito ai suoi soldati quando li ha inviati a combattere" bastavano per quel lasso di tempo. "Per ordine della massima dirigenza della Federazione russa", inoltre, quasi tutti i militari "sono stati privati di cellulari e documenti".

Molti dei militari catturati sono giovanissimi. Alcuni sostengono che pensavano si trattasse solo di un’esercitazione. Non di un'invasione. Hanno volti spaventati, facce da ragazzini. Soldati di leva mandati a combattere senza saperlo. A loro e alle loro famiglie, si viene ora a sapere, non è mai stato comunicato che non avrebbero partecipato a semplici esercitazioni. "Lo avevano mandato per delle esercitazioni nella regione di Belgorod - dice una mamma al canale tv “Dozhd” -. Si sforzava di non dirmi niente, sa che mi preoccupo. Ogni tanto scriveva: “Tutto bene”. Non mi ha detto nulla fino alla fine, poi chiama e dice: “Mammina, non ti agitare, niente panico. Può darsi che ci mandino in Ucraina. Mamma non piangere...io non ho firmato niente, non so cosa siano questi contratti”". Poi il silenzio. L'attesa.

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Ingannati dai superiori e mandati a morire in guerra

La denuncia circostanziata arriva dal Comitato delle madri dei soldati di Russia, una Ong indipendente nata ancor prima della caduta dell'Urss per indagare sugli abusi sui coscritti nel sistema militare sovietico. Durante le guerra in Cecenia le attiviste fornivano aiuto legale e materiale ai genitori dei soldati caduti. Svetlana Golub al Guardian parla di centinaia di telefonate di familiari in cerca di notizie dei propri ragazzi. Ci sono alcuni giovani soldati che raccontano di essere stati costretti dai superiori a firmare il documento che li trasforma da soldati di leva in militari a contratto, idonei a entrare in guerra. Molti altri non hanno firmato nulla.

La “Novaja Gazeta”, una delle poche voci libere in Russia, riporta un'altra testimonianza. La madre di un soldato di 23 anni forzato a firmare un contratto a Brjansk e poi mandato alle esercitazioni militari in Bielorussia. Lì il 23 febbraio scatta il ricatto: "I superiori ci hanno detto che eravamo entrati in Bielorussia illegalmente, che il contratto che avevamo firmato riguardava la Russia. “Da questo momento non avete alcun legame con l’esercito russo, siete disertori”". Il giorno dopo, il figlio richiama: "Ci caricano sui blindati. Ci hanno ingannati".

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