rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
I Paesi amici dello zar / Russia

Chi si è congratulato con Putin per la sua vittoria elettorale

I risultati delle elezioni russe sono stati condannati in Occidente, ma i messaggi dei leader di Africa, America Latina e Asia rivelano le alleanze strategiche di Mosca

La vittoria di Vladimir Putin alle elezioni presidenziali, svoltesi in Russia tra il 15 e il 17 marzo, è stata schiacciante: 87% di voti in suo favore. Un risultato dato per scontato da tutti gli analisti e severamente criticato dai governi occidentali, che sia nell'Unione europea che negli Stati Uniti si sono precipitati a definire la vittoria come "antidemocratica" e frutto della repressione nel Paese, come indicato anche dal ministro degli Esteri britannico David Cameron. I leader di altre potenze, Cina e India innanzitutto, così come di vari Stati dell'Asia, dell'Africa e dell'America latina, hanno inviato invece messaggi di congratulazioni al presidente russo, che sarà in carica per il suo quinto mandato.

Dopo l'invasione dell'Ucraina, Putin è stato accorto nel gestire al meglio i suoi rapporti con Paesi che non rientrano nel blocco atlantico, per creare intorno a sé relazioni diplomatiche solide a sostegno del suo operato. Dall'inizio della guerra tra Russia e l'Ucraina, sono stati 141 i Paesi che hanno votato a favore di una risoluzione delle Nazioni Unite di condanna dell'invasione da parte dell'esercito russo. Ciò nonostante, vari Paesi influenti come Brasile, Arabia Saudita e Sud Africa hanno preferito non schierarsi. Secondo la società di analisi Economist Intelligence Unit, la realtà è che circa due terzi della popolazione mondiale vive in Paesi neutrali o filo-russi.

Il sostegno della Cina

In prima fila tra i capi di governo che hanno inviato messaggi al Cremlino c'è il presidente cinese Xi Jinping. Ha fatto sapere che Pechino continuerà a promuovere la  partnership con Mosca "senza limiti". L'invasione dell'Ucraina non ha scalfito i rapporti tra i due leader. Nessuna questione è stata posta sulla democraticità del processo, incensando la vittoria di Putin come un momento che garantisce "certezza in un mondo in turbolenza". Pechino sfrutta le tensioni tra Russia e Stati Uniti per espandere la sua influenza internazionale, sia sul piano geopolitico che su quello economico. Putin si è dimostrato un partner affidabile e disponibile a dare man forte per sgretolare ulteriormente il dominio di Washington nello scacchiere globale. Lo zar ha ringraziato Xi Jinping, ribadendo che "Taiwan è una parte intrinseca della Repubblica popolare cinese", avallando la via della "riunificazione" con la piccola isola ribelle, che Pechino vorrebbe recuperare al più presto. 

Anche India, Cuba e Venezuela al fianco di Putin

L'altro messaggio "influente" di congratulazioni proviene da Nuova Delhi, dove il leader nazionalista Narendra Modi il 18 marzo ha fatto sapere che non vede l'ora di rafforzare la "collaudata partnership strategica speciale e privilegiata" con Mosca. La guida politica dell'India si muove da tempo come un equilibrista, cercando di tenere salde le partnership commerciali con i l blocco occidentale, ma senza mai voltare le spalle alla Russia. Modi non ha mai condannato apertamente l'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca. L'India sta approfittando delle tensioni di Mosca con l'Ue per acquistare a prezzo più basso il petrolio russo, approfittando delle restrizioni imposte da Bruxelles.

Come Paese più popoloso al mondo e quinta potenza commerciale, l'India resta un partner affidabile anche per il blocco atlantico, nonostante il governo di Nuova Delhi non sia esente anch'esso da numerose criticità a causa di un autoritarismo crescente. Modi rivolge al tempo stesso il suo sguardo ai cosiddetti Paesi emergenti, gran parte dei quali osservano con favore la riconferma di Putin al Cremlino. Come ad esempio alcuni leader dell'America Latina, tra cui Cuba e Venezuela. Il presidente venezuelano, Nicolás Maduro, ha commentato così i risultati del voto in Russia: "Il nostro fratello maggiore Vladimir Putin ha trionfato, il che è di buon auspicio per il mondo". 

L'appoggio dall'Africa 

L'altra area di influenza del presidente russo è l'Africa centrale e occidentale, in particolare nel Sahel, dove Mosca appoggia le giunte salite al potere dopo una serie di colpi di stato a partire dal 2020. Tra questi territori figurano il Mali e il Niger. Le rivolte militari hanno coinciso con il rifiuto delle consolidate influenze francesi e statunitensi, mentre il Cremlino ne ha approfittato per inserirsi sia militarmente (con il gruppo ex Wagner) sia economicamente, in particolare nel settore dell'agroalimentare.

Con l'interruzione della catena globale che garantiva le esportazioni di cereali e oli vegetali dall'Ucraina verso i mercati globali, molti dei quali nel continente africano, Mosca ha sfruttato l'occasione per piazzare i prodotti agricoli russi, garantendoli in parte come "donazione". Nel luglio del 2023 ha promesso ad esempio consegne gratuite di grano a Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea. Secondo quanto sostenuto dal governo russo, le prime consegne sono state effettuate il mese scorso.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Chi si è congratulato con Putin per la sua vittoria elettorale

Today è in caricamento