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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Che cos'è la Transnistria, il 'Donbass' della Moldavia

La piccola enclave al confine con l'Ucraina, che sogna di unirsi a Mosca, ospita un contingente militare russo di 1.500 uomini e il più grande deposito di munizioni e armi dell'Europa orientale

La Russia ha sostenuto che l'Ucraina starebbe preparando una "provocazione armata" contro la Transnistria, un'affermazione negata respinta dalle autorità Moldave. Il nome della Transnistria è balzato più volte agli onori della cronaca dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina il 24 febbraio 2022, in quanto si tratta di una piccola enlcave separatista che ha delle similitudini con il Donbass, nel quale sono di stanza diversi militari russi e che si teme potrebbe essere usato dal Cremlino per destabilizzare la regione.

La Transnistria, comunemente nota anche come Transdniester, è una stretta striscia di terra tra la riva orientale del fiume Dniester e il confine della Moldavia con l'Ucraina. Al suo interno, su una popolazione totale di circa 470mila persone, quelle di etnia russa e ucraina sono complessivamente più numerose dei moldavi. Politicamente è una piccola enclave separatista, con capitale a Tiraspol, nata da un'insurrezione armata avvenuta dopo la caduta dell'Unione sovietica. Dopo che l'Onu, nel marzo del 1992, riconobbe l'indipendenza della Moldavia, si scatenarono feroci combattimenti con i separatisti sostenuti da Mosca e scoppiò una guerra civile che causò fino a mille vittime, ma che non riuscì risolvere lo status del territorio.

Al momento ci sono 1.500 soldati russi di stanza sul suolo di quello che è uno Stato indipendente de facto, cosa che è contestata dalla Moldova, dalla Nato, dall'Ucraina e dagli Stati Uniti. Questi militari furono inviati dopo la guerra civile come contingente di pace, anche con il consenso di Chisinau (la capitale della Moldavia), ma con l'impegno andare via dopo un anno. Ne sono passati 30 e sono ancora lì. La Russia ha svolto esercitazioni militari nella regione fino allo scorso anno e afferma che la presenza dei soldati della Federazione sia essenziale per proteggere i propri cittadini nell'area e mantenere la pace tra moldavi e transnistriani. Nella località di Cobasna è anche presente il più grande deposito di armi e munizioni dell’Europa orientale, un residuo dell’epoca sovietica che conta un numero di esplosivi superiore alle 20 mila tonnellate.

Nonostante questo la Transnistria non solo non è riconosciuta da nessuna delle nazioni dell'Onu, ma nemmeno dalla Russia stessa. Mosca, a differenza di quanto fatto in passato per le enclavi secessioniste della Georgia, l'Ossezia del Sud e l'Abkhazia, e più recentemente per le regioni separatiste del Donbass, non ha mai ufficialmente riconosciuto la sua indipendenza.  L'enclave, il cui nome ufficiale è Repubblica Moldava Pridnestroviana, come le insorte insorte Donetsk e Lugansk in Ucraina, si rifà al simbolismo sovietico, e sulla sua bandiera c'è anche la falce e martello.

La repubblica ha i propri servizi di sicurezza, il proprio governo la propria valuta e ha il controllo delle frontiere, ma tuttavia non esiste un confine rigido vero e proprio con la Moldavia e la regione utilizza gran parte delle infrastrutture pubbliche del Paese, comprese le ferrovie e il servizio postale. Inoltre l'enclave, che ha una base industriale più grande della stessa Moldavia, beneficia anche del fatto di aver aderito silenziosamente all'accordo commerciale di Chisinau con l'Ue mentre la Moldavia a sua volta dipende dalla Transnistria per la maggior parte del suo approvvigionamento energetico.

La stragrande maggioranza dei cittadini della regione si sente russa: in un referendum nel 2006 ben il 97,2% degli elettori sostenne l'adesione alla Federazione, proprio come è avvenuto nel 2014 in Crimea e poi nelle insorte Donetsk e Lugansk nel Donbass. E proprio come accaduto nel Donbass, a partire dal 2002 Mosca ha rilasciato passaporti ai residenti, una mossa che ha fatto infuriare Kiev e Chisinau.

La Moldavia non fa parte della Nato e ha cercato di rimanere neutrale fin dalla sua indipendenza, con la neutralità sancita dalla sua costituzione, ma spera di aderire presto all'Unione europea e nel giugno del 2022 ha ottenuto lo status di Paese candidato.

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