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Sabato, 27 Aprile 2024
Serve una sintesi

La nuova strategia di Meloni per le elezioni regionali "beffa" Salvini e Tajani

Nonostante i dissidi, da trent'anni a questa parte a livello locale e nazionale il centrodestra in un modo o nell'altro si presenta compatto agli elettori. Dalla Sardegna alla Basilicata, dal Piemonte all'Umbria, ci sono ancora nodi da sciogliere

In vista delle elezioni regionali dei prossimi mesi, il centrodestra è chiamato a trovare una sintesi. Tra i due litiganti il terzo... piange. Nello scontro a bassa intensità che va avanti da settimane tra Salvini e Meloni per stabilire i candidati del centrodestra alle elezioni regionali, a rimetterci potrebbe essere alla fine Tajani. Dopo non aver ottenuto la ricandidatura di Solinas in Sardegna, la Lega vorrebbe un suo uomo per la Basilicata. Forse non lo otterrà, ma la novità delle ultime ore è che anche Fratelli d'Italia si sarebbe convinta di dover cambiare l'attuale governatore Bardi, che per Forza Italia fino a ieri era intoccabile.

Elezioni regionali 2024: dove si vota

La premier ha in testa uno schema preciso ormai, per riequilibrare il peso attuale dei partiti della coalizione anche a livello locale: due Regioni al voto nel 2024 per FdI (Sardegna e Abruzzo), una alla Lega (Umbria) e una a Forza Italia (Piemonte), con in Basilicata un esponente della società civile. Oggi Meloni, con quasi il 30 per cento dei consensi alle ultime politiche, governa solo in Lazio, Abruzzo e Marche, mentre la Lega, con meno del 9 per cento, ha ben sei regioni e Forza Italia, un partito sotto l'8 per cento, governa in cinque. 

In Sardegna lo strappo del sardoleghista Solinas dovrebbe "rientrare" nei prossimi giorni. Nonostante i dissidi, da trent'anni a questa parte a livello locale e nazionale il centrodestra in un modo o nell'altro si presenta compatto agli elettori. La decisione finale dovrebbe essere comunicata tra martedì e mercoledì, dopo un vertice tra Meloni e Tajani. L'election day dovrebbe essere fissato poi con un decreto il 9 giugno: insieme alle Europee si voterà in alcune Regioni (possibile Piemonte e Umbria) e in tantissimi Comuni. Nel decreto dovrebbe finire anche l'innalzamento del tetto ai mandati dei sindaci (4 per i Comuni fino a 5000 abitanti e 3 per quelli fino a 15.000), ma non per i governatori.

Il Veneto resta sullo sfondo

Sul Veneto del leghista Zaia (che con la legge attuale non si può ricandidare) e sul piano di Meloni per assicurarsi nel 2025 la guida dalla Regione "locomotiva" del Nordest si giocherà il prossimo scontro interno al centrodestra. "Il limite di mandati per sindaci e governatori è alquanto singolare: sono le uniche cariche elette direttamente dai cittadini e sono anche le uniche che hanno un tetto prestabilito" diceva ieri nel corso di una intervista alla Stampa, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga. Che aggiungeva: "Non vedo ostacoli perché in Parlamento si trovino i numeri per approvare il terzo mandato".

In Abruzzo nel centrodestra sembra invece meno in discussione che altrove la ricandidatura del governatore uscente Marco Marsilio, esponente storico di Fratelli d'Italia, alla presidenza della Regione alle prossime elezioni in programma il 10 marzo. Ma anche qui c'è un sondaggio che non fa dormire sonni tranquilli alla premier.

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