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Venerdì, 26 Aprile 2024
Corruzione

Dal pentito delle mazzette all'agente sotto copertura: cosa ci sarà nel ddl anticorruzione

La bozza sarà votata giovedì in consiglio dei ministri. Tra daspo ai corrotti, agenti infiltrati e sconti di pena per chi denuncia, secondo il M5s la nuova legge non lascerà scampo "a chi corrompe e a chi viene corrotto"

Giovedì il consiglio dei ministri voterà una prima bozza di quella che Di Maio ha già definito, con sprezzo della modestia, "la prima seria misura contro la corruzione che viene discussa in Italia dal dopoguerra ad oggi". Ma che cosa prevede a grandi linee la nuova legge per stanare i disonesti che si annidano nella Pubblica Amministrazione?

Alcune anticipazioni le ha fornite lo stesso Di Maio ieri su Facebook. Le novità principali sono soprattutto due: daspo a vita per i corrotti e agenti sotto copertura per smascherare chi si macchia di reati contro la Pa. In sostanza, spiega il vicepremier, con il daspo chi viene "beccato con le mani nella marmellata" non potrà "più mettere piede in un ufficio pubblico e neppure contrattare con la pubblica amministrazione".  Per sempre.

L'agente infiltrato

La vera pietra angolare del provvedimento è però l’introduzione dell’agente sotto copertura, figura che secondo i 5 Stelle costituirà un deterrente formidabile per evitare fenomeni di corruzione. Di Maio la spiega così: "Prima dell'approvazione di questa legge voi corrotti, ad esempio, potevate contare sul fatto che chi viene a proporvi una mazzetta per truffare un concorso o un appalto sia senza dubbio alcuno un corruttore certificato e che nessuno possa scovarvi".

Ma con la nuova legge non sarà più così. "Mentre ti propongono la tangente ci potrebbe essere un infiltrato delle forze dell'ordine proprio al tuo fianco perché pensi che faccia parte della combriccola. E invece è lì per arrestarti, un moderno Donnie Brasco. La figura dell'infiltrato, infatti, potrà ora occuparsi anche di corruzione grazie al nostro impegno. Avrete il terrore di accettare quella tangente e quindi magari non lo farete".

Il pentito delle mazzette

Accanto alla figura dell’agente infiltrato ci sarà quella del "pentito delle mazzette": secondo La Stampa, la nuova legge prevede infatti “una speciale causa di non punibilità «per la spontanea, tempestiva e fattiva collaborazione» del corrotto”. Tutto ciò a patto che il pentito – che per inciso non deve essere indagato - denunci tutto entro sei mesi e faccia ritrovare i soldi.

Secondo quanto anticipato oggi dal Fatto Quotidiano, un altro punto del provvedimento contemplerebbe la possibilità di confiscare i beni a chi si macchia di corruzione anche se il reato è stato estinto o l’autore del reato ha beneficiato dell’amnistia.

Nello "spazza-corrotti"  - così il ddl viene chiamato dai 5 Stelle - ci saranno altre novità: verrà ad esempio ripristinata la perseguibilità d'ufficio per alcune ipotesi di appropriazione indebita aggravata e , come riferisce ancora Il Fatto, sparisce il reato di millantato credito e viene aumentata da 1 a 5 anni la pena per il traffico di influenze.

Di Maio: "I corrotti hanno smesso di ammorbare l'Italia"

Ma per i 5 Stelle il ddl anticorruzione è anche l’occasione per riguadagnare terreno sulla Lega che nei sondaggi ha staccato il M5s di ben 4 punti. Di Maio ostenta sicurezza: "Cari corrotti – scrive su Fb -, questo è lo scenario che vi si prospetta davanti. Con lo Spazza Corrotti corrompere non conviene più. Non sfidate la sorte, non sfidate lo Stato. Avete smesso di ammorbare l'Italia con i vostri loschi affari. Per anni una classe politica distratta, compiacente o complice vi ha permesso di farlo. Dal 4 marzo tutto è cambiato. Adesso costituitevi e non corrompete più".

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Gli agenti sotto copertura? "I primi a chiedermelo sono stati gli imprenditori onesti che vogliono che un prenditore disonesto non debba più mettere mano negli appalti dello Stato – ha rincarato la dose a Radio Radicale – Sono leggi di civiltà. La lotta alla corruzione i permette anche di risparmiare soldi per un Paese che perde decine di miliardi l’anno su questo capitolo. Se non c’e merito in Italia è anche perché c’è corruzione".

I dubbi di Salvini: "No ai processi sommari"

Più cauto l’alleato di governo Matteo Salvini, che del resto è sempre stato più garantista del M5s. "Bisogna stare attenti a garantire che fino al terzo grado di giudizio si è innocenti, processi sommari non sono da Paese civile" ha detto a Radio Anch’io, prima di assestare il classico colpo anche alla botte. "E chi corrompe nella pubblica amministrazione deve pagare di più perché lo fa a spese degli italiani".

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