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Domenica, 28 Aprile 2024
Verso le elezioni

Matteo Salvini rischia grosso, se la Lega crolla anche in Abruzzo potrebbe implodere

Dopo il flop in Sardegna i riflettori sono puntati sul risultato di domenica. Dovesse andare male, il leader potrebbe essere messo in discussione ancor prima delle europee

"Il 9 giugno assisteremo a un disastro annunciato. Un sondaggio interno dà la Lega al 5,5 per cento. Il giorno dopo Salvini si deve dimettere. O il cretino se ne va con le buone, o andiamo tutti a Milano in Via Bellerio e lo cacciamo con le cattive. Ormai la pensiamo tutti così, a partire da 80 parlamentari che aspettano solo i numeri del voto per muoversi. Anticipare il congresso in primavera a questo punto non serve: Salvini ci ha disintegrati e deve assumersene la responsabilità". Sono le parole pronunciate in un'intervista a Repubblica dall'europarlamentare leghista Gianantonio Da Re, che per l'offesa al leader ora rischia di essere messo alla porta dopo una lunghissima militanza.

Da Re, leghista della prima ora, ha reso pubblico un malumore diffuso tra elettori e militanti, un malumore che si respira da tempo anche in Parlamento, tra gli eletti. Chi conosce un po' le dinamiche del partito di via Bellerio sa che il dissenso nei confronti di Matteo Salvini è ormai molto forte, non solo al nord, anche se quasi mai è palesato per paura di ritorsioni. La linea populista e ultra-sovranista del capo ha stancato: "Io vorrei chiedere cosa frega ai nostri elettori, che è gente che lavora dalla mattina alla sera per mantenere la sua piccola impresa e la sua famiglia, di cosa fa Donald Trump, di quanto era bravo Lucio Dalla e di chi si vuole nutrire con la farina di grillo... ovviamente non ti ho detto niente eh...", sussurra un parlamentare in bouvette. "Dobbiamo tornare a parlare ai nostri - continua - altrimenti se ne vanno da un'altra parte, dove si sentono più rappresentati. Votare per questo o quello non è mica una religione...".

In Abruzzo l'obiettivo minimo è il 6 per cento

L'altra parte, già da un po', è Fratelli d'Italia: il partito della premier ha quasi monopolizzato il consenso della coalizione di centrodestra e agli alleati lascia poche briciole. Una buona parte di quel 34 per cento raccolto dalla Lega alle europee 2019 è ora nelle disponibilità di Giorgia Meloni; il leader del Carroccio li aveva a sua volta scippati al Movimento 5 Stelle, che fino all'anno prima era un contenitore che raccoglieva molti consensi anche a destra. Molti osservatori pensano che l'obiettivo minimo che eviterebbe un'implosione della Lega Salvini Premier è il superamento della soglia psicologica del 6 per cento alle prossime elezioni in Abruzzo, che si svolgeranno domenica 10 marzo. Brucia ancora il misero 3,8 per cento registrato in Sardegna, un flop che ha contribuito alla sconfitta del maloniano Paolo Truzzu e che ha logorato i rapporti all'interno del governo, con la premier che è andata su tutte le furie per quei cinquemila voti disgiunti che hanno condannato il sindaco di Cagliari e tirato la volata ad Alessandra Todde.

Il nodo Vannacci

Ad agitare le acque nel partito c'è anche la possibile candidatura del generale Roberto Vannacci, su cui Salvini vorrebbe puntare per sottrarre qualche voto di estrema destra a Fratelli d'Italia e magari puntare a una doppia cifra che oggi sembra lontanissima. Molti dirigenti sarebbero contrari perché i territori vedrebbero quello del militare comeun nome catapultato dall'alto, o peggio, catapultato da Roma, che per molti di loro è ancora "ladrona". Altri, come lo stesso Da Re, non condividono la scelta di sposarne le idee: "Un partito come il nostro - ha spiegato - non campa mezzo secolo con quel che ha scritto nel suo libro. L’estrema destra non ci appartiene e se non invertiamo rotta ci bruceremo gli Zaia e i Fedriga. I sondaggi ce lo ricordano ogni giorno: siamo in grave ritardo". Chi invece considera "imprescindibile" Matteo Salvini è il vicesegretario, Andrea Crippa. Fedelissimo del vicepremier, che da giorni va ripetendo che "i panni sporchi si lavano in famiglia": il suo problema e quello del resto del "cerchio magico" di Salvini è che ormai tira aria di divorzio.

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