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Venerdì, 26 Aprile 2024

"Non trovo italiani per raccogliere cocomeri, senza migranti dovrei chiudere l'azienda"

Lo racconta Mario Preti, 61 anni, titolare di un'azienda agricola: "Agli italiani lavorare in campagna non piace più. Andate a fare un giro per Gavello. I giovani li trova comodamente seduti davanti al bar a bighellonare. Il fatto è che i lavoratori stranieri hanno fame, ovvero voglia di lavorare, questa è la verità e poi se occorre lavorare la domenica per raccogliere e confezionare i prodotti non si tirano certamente indietro"

"Se non avessi gli immigrati a lavorare nei miei campi dovrei chiudere l'azienda". Lo racconta Mario Preti, 61 anni, titolare di un'azienda agricola a Gavello, in provincia di Rovigo, che porta avanti insieme alla figlia Gaia.

Gli sembrano assurde le polemiche relative alla presunta "invasione" di persone che scappano da fame miseria e guerre verso l'Europa: "Se non ci fossero loro non potrei lavorare". Grazie agli operai stranieri è possibile raccogliere i meloni e le angurie dei suoi campi, lavori che gli italiani oggi non viogliono più fare.

"Ai miei tempi - racconta Preti alla Nuova Ferrara -, quando ero studente all’istituto tecnico "Ignazio Calvi" di Finale Emilia in estate si andava a raccogliere la frutta per poter guadagnare qualche soldino per poter acquistare il motorino o fare altre spese. Ora tutto è cambiato e per raccogliere i miei prodotti devo ricorrere a manodopera straniera, nel mio caso operai provenienti dal Marocco o dalla Polonia o da altri Paesi dell’Est Europa. E dire che il sottoscritto, come tutte le altre aziende, paga regolarmente secondo le tariffe ed osserva tutti gli obblighi previsti dalla legge".

Agli italiani lavorare in campagna non piace più, Preti è netto: "Andate a fare un giro per Gavello. I giovani li trova comodamente seduti davanti al bar a bighellonare. Il fatto è che i lavoratori stranieri hanno fame, ovvero voglia di lavorare, questa è la verità e poi se occorre lavorare la domenica per raccogliere e confezionare i prodotti non si tirano certamente indietro. Se non ci fossero i lavoratori stranieri non riuscirei a fare andare avanti la mia azienda".

"Lo scorso anno ero riuscito a trovare quattro giovani studenti italiani - racconta -, volete sapere come è andata a finire? Li ho dovuti mandare a casa. Arrivavano sempre tardi e lavoravano di malavoglia, erano sempre attaccati al telefonino. Quest’anno su una quindicina di operai ho due soli italiani".

Fonte: La Nuova Ferrara →
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