Decapitazioni, crocifissioni e frustate in piazza: è la vita a Sirte sotto l'Isis
49 persone decapitate o uccise, ma anche frustate in piazza a chi fuma e ascolta musica, spie ovunque: è tutto in un rapporto dello Human Rights Watch dal titolo "We feel we are cursed: life under Isis in Sirte, Libia"
Sirte, la città libica in mano ai jiahdisti dello Stato Islamico, si trova a vivere un incubo: 49 persone decapitate o uccise, ma anche frustate in piazza a chi fuma e ascolta musica, spie ovunque: è tutto in un rapporto dello Human Rights Watch dal titolo "We feel we are cursed: life under Isis in Sirte, Libia".
Quarantuno pagine con testimonianze di chi vive a Sirte e ha visto la città cambiare radicalmente dopo l'avanzata dell'Isis. Si viene uccisi per avere "offeso Dio", o per "stregoneria". Alcune persone hanno subito simulazioni di crocifissioni.
Ahlam, 30 anni, dice: "Qui la vita è insostenibile. Uccidono innocenti, e poi non ci sono né ospedali né dottori, né medicine. Ci sono spie in ogni angolo della strada. Chi ha potuto, è scappato. E' rimasto solo chi non ha soldi per fuggire".
L'Isis ha assegnato ai suoi militanti le case e tutti i beni sequestrati ai residenti che si sono dati alla fuga. Le comunicazioni con il mondo esterno sono possibili solo attraverso internet point gestiti dai jihadisti.