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Sabato, 27 Aprile 2024
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"La delibera del Piemonte sulla Ru486 è solo un bluff"

La Regione guidata da Alberto Cirio vuole approvare nuove linee guida per l'aborto farmacologico in contrasto con quelle nazionali. Silvio Viale a Today: "È un attacco politico da chi non conosce la materia" 

È passato poco più di un mese dalla pubblicazione delle nuove linee guida sull'aborto farmacologico che annullano l'obbligo di ricovero per il ricorso alla pillola abortiva ru486 consentendone inoltre l'utilizzo fino alla nona settimana e si torna a rimettere in discussione quanto stabilito dal ministero, nonostante polemiche e battaglie in difesa dell'applicazione della 194.

Secondo quanto anticipato da La Stampa, l’assessore regionale alla semplificazione della Regione Piemonte, Maurizio Marrone (FdI), starebbe per portare all’approvazione una delibera contro la somministrazione della ru486 nei consultori insieme allo stop alla distribuzione in regime di day hospital alla fine dell'emergenza legata al coronavirus. Tutto ciò in contrasto proprio con le linee guida del ministro della Salute. Ad agosto Marone aveva annunciato che la Regione Piemonte avrebbe chiesto all'avvocatura regionale di verificare se il governo Conte stesse "rispettando oppure no il diritto alla scelta consapevole e alla salute delle donne, garantito dalla legge 194".

La delibera, ha fatto sapere il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, "non è ancora in programma, perché si sta approfondendo il tema" e "verrà portata prima in maggioranza per una valutazione da parte di tutti, essendo un tema che tocca le sensibilità individuali". La notizia però ha scatenato le proteste dell'opposizione e dei parlamentari del Pd.

In Piemonte stop a ru486 in day hospital dopo l'emergenza Covid-19?

Tra le voci più critiche c'è anche quella di Silvio Viale, radicale, ginecologo e pioniere dell'applicazione in Italia della sperimentazione della pillola abortira ru486 all'ospedale Sant'Anna di Torino, per il quale la mossa di Marrone sarebbe solo "un bluff", come ha scritto su Facebook: "Voglio rassicurare tutti che non cambia nulla e continueremo a dare la ru486 in day hospital".

Raggiunto al telefono, il dottor Viale ribadisce questa convinzione. "Si tratta di un attacco politico da parte di questo assessore che non conosce affatto né la materia né la problematica. Dal punto di vista scientifico siamo inattaccabili. In Piemonte utilizziamo la ru486 da dieci anni, facciamo il day hospital, abbiamo oltre 17mila procedure e nessun problema. Questa cosa proposta da Marrone di Fratelli d'Italia è vergognosa perché va a prendersela soltanto, mi si passi la battuta, con le "sorelle d'Italia", dice Viale a Today.

L'aborto ormai, spiega Viale, è una questione riconosciuta. "È giusto che ci sia una legge, che venga applicata nel migliore dei modi e che ognuno con la propria coscienza possa scegliere cosa fare. Io vedo che ad abortire sono donne di tutte le tendenze politiche, come lo sono pure i ginecologi che li praticano. Questa modalità di colpevolizzare le donne e maltrattarle mi sembra fuori dal mondo. La rivolta contro Marrone dovrebbe essere soprattutto dei suoi alleati. Non è il senso comune della gente".

Per il ginecologo Silvio Viale è solo un "bluff" politico

E ancora una volta la sensazione più o meno esplicita è che si stia facendo una battaglia politica spacciandola per una battaglia a tutela delle donne. Ma "le donne sanno benissimo tutelarsi da sole, non hanno bisogno di Marrone che venga a dire qual è la cosa migliore, tra l'altro contro le evidenze scientifiche. Fino a prova contraria il ginecologo sono io, non lui. Qui abbiamo un ginecologo da bar che dice alle donne cosa è meglio per loro. Io continuo a dire che è un bluff, e dubito che la Regione Piemonte gli darà un seguito".  

"Guardando cosa rischia una donna che abortisce e cosa rischia una che porta avanti una gravidanza, quest'ultima ha un rischio di complicazioni e di morire molto più elevato. Ogni anno in Italia muoiono 40 donne per gravidanza, per aborto sono morte un paio di donne in 40 anni. Non c'è dubbio che qualunque tipo di aborto è meno rischioso per la donna del portare avanti la gravidanza", spiega Viale, che ricorda: "Negli anni mi sono scontrato con Zaia, con il ministro Storace che a suo tempo bloccò la sperimentazione della ru486 e mandò gli ispettori, con Cota… non temo Marrone e l'attuale giunta regionale. Anzi, oggi sono più tranquillo di dieci anni fa, non solo perché ormai ho i capelli bianchi, ma anche perché abbiamo dieci anni di esperienza piena e tante battaglie vinte".

E a proposito di battaglie, Viale ringrazia ironicamente la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che con lo stop all'aborto farmacologico in day hospital e l'obbligo di tre giorni di ricovero ospedaliero per le donne "ha dato spunto e coraggio a Speranza per muovere le acque", con il dibattito suscitato in seguito e l'approvazione finale delle nuove linee guida, "che non avremmo avuto se non ci fosse stato quell'autogol. E quello di Marrone sarà un ulteriore autogol".

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