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Domenica, 28 Aprile 2024
I dati sulla malattia

Il morbillo è tornato: cosa sta succedendo in Italia

I contagi sono in crescita e il 2024 è iniziato con un trend non incoraggiante. I numeri dell'Istituto superiore di sanità, l'alta contagiosità, il rischio di complicanze e la campagna vaccinale che arranca dopo la pandemia di covid: cosa dicono gli esperti

"Morire di morbillo nel 2024 in Europa", titolavamo ieri, dando la notizia di un uomo morto in Irlanda dopo aver contratto la malattia infettiva che colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni (e per questo viene detta infantile, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite). Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), lo scorso anno in Europa i casi di morbillo sono aumentati di quasi 45 volte: 42.200 persone, rispetto alle 941 del 2022. L'Oms ritiene che l'aumento dei contagi sia il risultato del minor numero di bambini vaccinati contro la malattia durante gli anni del covid.

Come vanno le cose in Italia? Nel 2023 i casi di morbillo sono aumentati anche nel nostro Paese, e la tendenza sta continuando anche nel 2024. Lo affermano i nuovi bollettini pubblicati dall'Istituto superiore di sanità (Iss), secondo cui l'anno scorso il sistema di sorveglianza ha registrato 43 casi di morbillo, in netta risalita rispetto ai 15 del 2022, mentre nel solo mese di gennaio del 2024 ne sono stati segnalati 27. Secondo i dati diffusi dall'Iss, nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023 sono stati segnalati 43 casi di morbillo: in particolare, si è osservato un aumento negli ultimi quattro mesi dell'anno, con 32 casi registrati tra settembre e dicembre 2023, rispetto a tre casi nello stesso periodo del 2022. Il 42% dei casi segnalati sono casi importati.

Il 93% dei casi totali non è vaccinato

L'incidenza nazionale è di un caso per milione di abitanti. A livello regionale, l'incidenza più elevata è stata osservata nella regione Campania. L'età mediana dei casi è 27 anni, ma l'incidenza più elevata è stata osservata nei bambini sotto i 5 anni di età. Il 93% dei casi totali era non vaccinato. Inoltre, il 26% dei casi ha riportato una complicanza: quella più frequentemente riportata è stata la diarrea, riscontrata in sei casi, seguita dalla polmonite (quattro casi), dall'insufficienza respiratoria (tre casi), dalla cheratocongiuntivite (tre casi) e dall'epatite o aumento delle transaminasi (tre casi).

E veniamo ai numeri dell'anno in corso, iniziato con un trend non incoraggiante. Dal 1°  gennaio al 31 gennaio 2024 sono stati segnalati al sistema di sorveglianza 27 casi di morbillo, di cui 26 confermati in laboratorio, da sette regioni. L'incidenza nazionale è stata pari a 0,5 casi per milione di abitanti. Oltre la metà dei casi è stata segnalata da tre regioni: Lombardia, Toscana e Lazio. L'incidenza più elevata è stata riportata in Toscana (2,4 casi per milione di abitanti), seguita dal Lazio e dalla Campania. Nove dei casi segnalati (33%) sono casi importati.

Fonte Istituto superiore di sanità

L'età mediana dei casi registrati nel 2024 è pari a 35 anni (range: 1- 47 anni) e oltre la metà dei casi (6 su 11) ha un'età compresa tra 15 e 39 anni. È stato segnalato anche un caso in un bambino con meno di un anno di età (quindi non idoneo alla vaccinazione). L'incidenza più elevata è stata osservata nella fascia di età 15-39 anni (1,08 per milione), seguita dalla fascia 0-4 anni (0,46 per milione).

Alta contagiosità e rischio di complicanze

Nei giorni scorsi, i medici di famiglia del Lazio hanno parlato di un boom di casi registrati tra gli adulti, in particolare trentenni. "Il morbillo è una malattia che non va sottovalutata perché è un virus 'cattivo' che porta febbre alta e l'enatema, un rush cutaneo nelle mucose nella faringe, poi arriva l'esantema con le bolle", ha detto Pierluigi Bartoletti, segretario della federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) di Roma e provincia. Nel Lazio, ha spiegato l'esperto, "c'è un allarme negli adulti, rivediamo casi nei giovani, trentenni non vaccinati. Una situazione a cui noi medici di famiglia non assistevamo da decenni. Quello che consigliamo ai nostri assistiti è di verificare se si è fatta la vaccinazione anti morbillo e nel caso negativo di farla".

"Non è una malattia che va sottovalutata, è estremamente contagiosa per la sua diffusione per via aerea, un caso ne genera 16, molto più del primo Sars-CoV-2. L'unica arma è il vaccino perché non ci sono farmaci efficaci", avverte Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la società italiana di malattie infettive e tropicali. "Il vaccino si fa al 13esimo mese di vita e poi il richiamo a 5-6 anni. Ora chi sa di non averlo mai fatto, può farlo nella propria Asl e chi non ha avuto il richiamo può comunque farlo", ricorda Andreoni.

La tabella dell'Iss sulle complicanze tra i casi di morbillo segnalati

L'aumento dei casi e il vaccino sicuro ed efficace

"L'aumento dei casi che si è registrato in Italia è più contenuto rispetto a quello di altri paesi europei su cui l'Oms ha recentemente lanciato un allarme, ma non va sottovalutato", ha spiegato Anna Teresa Palamara, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Iss. Il morbillo può essere potenzialmente molto pericoloso, specie per i più piccoli, come dimostrano proprio i dati Oms per l'Europa, che riportano 21mila ospedalizzazioni e 5 morti nel 2023. "Il vaccino, che è sicuro ed efficace, rimane lo strumento principale a disposizione per contrastare questa malattia", ha concluso Palamara.

Negli anni Sessanta, immediatamente precedenti all'introduzione della vaccinazione, in Italia si registrarono circa 74mila casi per anno, corrispondenti a un'incidenza di circa 150 casi ogni centomila abitanti. Dall'introduzione della vaccinazione il numero è progressivamente diminuito, con un'incidenza media di 81 casi ogni centomila abitanti negli anni Ottanta e di 41 casi ogni centomila abitanti negli anni Novanta. L'ultimo anno "epidemico" è stato il 1997, con circa 41mila notifiche, il 95% delle quali nella fascia di età compresa tra 0 e 14 anni. Nel 1998 le notifiche sono bruscamente diminuite a quattromila, e da allora sono andate ulteriormente diminuendo.

La campagna vaccinale contro il morbillo arranca

La crescita esplosiva dei casi di morbillo in Paesi non troppo lontani dal nostro, come la Romania, fa tornare l'attenzione sulle adesioni all'offerta vaccinale. L'aumento dei casi nel mondo, in effetti, può essere correlato al netto calo delle vaccinazioni. Basti sapere che in Europa e Asia centrale il tasso di vaccinazione della prima dose è diminuito dal 96% del 2019 al 93% del 2022 e che circa 931mila bambini non hanno ricevuto interamente o parzialmente i vaccini di routine fra il 2019 e il 2021.

"Non c'è segno più evidente del crollo della copertura vaccinale che un aumento dei casi di morbillo - afferma Regina De Dominicis, direttrice regionale dell'Unicef per l'Europa e l'Asia centrale -. Un aumento così marcato richiede un'attenzione urgente e misure di salute pubblica per proteggere i bambini da questa malattia pericolosa e mortale. Il morbillo - ricorda l'esperta - ha un effetto devastante sulla salute di un bambino, talvolta con conseguenze letali. Provoca un indebolimento duraturo del sistema immunitario dei bambini, rendendoli più vulnerabili ad altre malattie infettive, tra cui la polmonite".

La domanda di vaccini è diminuita durante la pandemia di covid, ma ora che il peggio sembra essere passato i sistemi sanitari europei, Italia compresa, fanno ancora fatica a riprendere le attività di routine. Nel 2021 nel nostro Paese la copertura vaccinale era del 92% della popolazione per la prima dose e dell'86% per la seconda, in calo rispettivamente dell'1% e del 3% rispetto al 2018. Bisognerebbe raggiungere almeno il 95% con due dosi, raccomanda l'Ecdc (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), con una copertura "omogenea su tutto il territorio, perché il virus può trovare il modo di diffondersi in sacche di popolazione non protette, portando a focolai anche nei Paesi che lo hanno debellato".

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