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Martedì, 30 Aprile 2024
Nuova emergenza

Boom di violenze a scuola, le vittime sono insegnanti e presidi: più di un'aggressione a settimana

Nel 2023 sono state in tutto 36. Quest'anno, sono già 27. Sempre più spesso a picchiare il personale sono i familiari degli alunni. Il piano del ministro Valditara: dal carcere per i violenti al risarcimento danni

Docenti accoltellati da studenti, altri presi di mira con pallini di gomma mentre sono in cattedra, presidi schiaffeggiati, personale scolastico aggredito da familiari degli alunni. È solo una parte dei casi di cronaca che si sono verificati nell'ultimo periodo. Le scuole sono diventate, a conti fatti, dei ring. Ad avere la peggio sempre più spesso è il personale. Che le violenze ai danni del personale scolastico siano in aumento lo dicono i numeri. Lo scorso anno sono state in tutto 36. Quest'anno sono già 27. Significa più di un caso a settimana. E sempre più spesso gli autori delle aggressioni non sono gli allievi, ma i genitori (casi in aumento del 111% rispetto allo scorso anno). Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara annuncia il pugno duro per chi commette violenze a scuola. Non si esclude neppure la presenza delle forze dell'ordine negli istituti a rischio. 

Insegnanti e presidi aggrediti a scuola

A Varese uno studente di 17 anni nell'atrio della scuola ha estratto un coltello a serramanico preso da casa e colpito alla schiena una delle sue insegnanti. A Taranto, all'istituto comprensivo Europa Alighieri, il preside è finito al pronto soccorso dopo essere stato picchiato dal padre di una bambina. Prima di lui il dirigente scolastico dell'istituto Bozzini-Fasani di Lucera, nel Foggiano: è stato aggredito dalla mamma di un allievo. Questi episodi sono accaduti tutti nella prima settimana di febbraio. Scorrendo indietro il calendario arriviamo a metà gennaio quando il preside del liceo scientifico Scoza di Cosenza, Aldo Trecroci, è stato aggredito dal padre di una studentessa che contestava il progetto di alternanza scuola-lavoro. Risale al 2023 il caso, purtroppo celebre, dell'Its Viola Marchesini di Rovigo dove la professoressa Maria Cristina Finatti è stata colpita alla testa da alcuni pallini di gomma sparati da due studenti mentre un terzo riprendeva tutto col cellulare. 

valditara maturità LaPResse

Scuole "presidiate" dalle forze dell'ordine

I sindacati di categoria chiedono tutele. "C'è una nuova emergenza sociale, ancorché educativa, da affrontare, lo Stato deve far sentire la sua presenza e deve garantire maggiori controlli e una maggior sicurezza ai dipendenti della scuola", dicono dal sindacato DirigentiScuola.

Il ministro dell'Istruzione risponde annunciando il pugno duro contro chi commette violenze. Cosa dobbiamo aspettarci?  "Nelle aree particolarmente a rischio - dice il ministro a Il Messaggero - si può immaginare una presenza delle forze dell'ordine a protezione di alcune scuole". Esclude però che ci possano essere all'ingresso delle scuole Metal detector o controlli all'ingresso.

Valditara parla di "responsabilità educativa forte delle famiglie. Ecco perché, se un genitore aggredisce o prende a pugni un docente o un preside, deve risponderne nei confronti non solo dell'aggredito, ma anche dello Stato. È lo Stato a subire un danno di immagine e reputazionale, e dunque ha il diritto di essere risarcito". 

Pene più severe per chi aggredisce gli insegnanti

Sotto il profilo normativo qualcosa si muove già. Ci sono due proposte di legge al vaglio del Parlamento. Una punisce in modo più severo i responsabili delle aggressioni, l'altra cambia la disciplina del voto in condotta. 

È stata approvata in prima lettura (ora è vaglio del Senato) una proposta di legge che mira a contrastare le violenze sui docenti. Primo firmatario è il deputato della Lega, Rossano Sasso. Il cardine della proposta è la modifica di alcune norme del codice penale introducendo un'aggravante. Si tratta degli articoli 336 e 341-bis che puniscono chi esercita violenza, offende o minaccia pubblici ufficiali, di cui fanno parte docenti, dirigenti e incaricati di pubblico servizio, come gli operatori scolastici. Si prevede l'inasprimento della pena per chi esercita violenza, minaccia oppure offende l'intero personale della scuola. Se a commettere il reato, poi, è un genitore, la pena può invece aumentare fino alla metà. La pena massima arriverebbe a oltre 7 anni. 

Si propone anche l'istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico presso il ministero dell'Istruzione; la promozione di corsi di formazione per gli insegnanti e progetti di prevenzione del disagio giovanile; l'istituzione della "Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico,

Studenti bocciati se il voto in condotta è basso

Un altro disegno di legge punta invece alla riforma del voto di condotta, con l'introduzione obbligatoria delle attività di "cittadinanza solidale". È stato varato a settembre ed è attualmente all'esame del Senato. Dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno scolastico e prevede cambiamenti significativi nella valutazione del comportamento degli studenti: il voto in condotta farà media e inciderà sull'esame di maturità.

Nel dettaglio si prevede che nella scuola secondaria di primo grado la valutazione sia espressa in decimi. Se il voto è inferiore a sei scatta la bocciatura. Per la scuola secondaria di secondo grado, in caso di giudizio pari a sei, il Consiglio di classe assegnerà allo studente un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell'esame di Stato. Analogamente a quanto avviene per il primo ciclo, nel caso di valutazione del comportamento inferiore a sei decimi, il Consiglio di classe dovrà deliberare la non ammissione all'esame di Stato conclusivo del percorso di studi. Infine, il voto in condotta influirà anche nell'attribuzione del credito scolastico.

Per chi viene sospeso, poi, non si chiuderanno più le porte della scuola: per sospensioni fino a due giorni, lo studente sarà coinvolto in attività di riflessione e approfondimento, culminanti nella produzione di un elaborato critico. Per sospensioni più lunghe, quindi oltre i due giorni, verranno assegnate attività di cittadinanza solidale in luoghi indicati dalle scuole.

Nel frattempo è già stato disposto che l'Avvocatura dello Stato sia a disposizione gratuitamente per il personale della scuola che subisce aggressioni. La scuola interessa l'ufficio scolastico regionale, che valuta la segnalazione e la inoltra al ministero.

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