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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cattivi ragazzi

La radiografia delle baby gang italiane: ne esistono di 4 tipi

La mappa del crimine under 18. Sempre più diffuse, le gang giovanili sono presenti da Nord a Sud ma non hanno sempre la stessa "faccia". Cosa sono e cosa spinge i ragazzi a entrare in una spirale di violenza da branco

I componenti hanno tra i 15 ai 17 anni, usano i social come spazio di comunicazione preferito, fanno della violenza il loro tratto distintivo. Parliamo delle baby gang, fenomeno in aumento in Italia soprattutto al Centro-Nord. La baby gang sono al centro del Rapporto realizzato da Transcrime, il centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del ministero della Giustizia.

Quante sono le baby gang in Italia e dove sono

Dal rapporto emerge che le gang giovanili sono attive nella maggior parte delle regioni italiane, ma è un fenomeno più presente al Centro-Nord rispetto al Sud. Secondo le forze dell'ordine, egli ultimi cinque anni sono aumentate.

Chi sono le vittime delle baby gang

Una gang giovanile è di solito composta da almeno 10 giovanissimi, in prevalenza maschi e con un'età compresa fra i 15 e i 17 anni. Nella maggior parte dei casi i membri delle gang sono italiani, mentre gruppi formati in maggioranza da stranieri o senza una nazionalità prevalente sono meno frequenti. Di solito si rendono responsabili di reati violenti, come risse, percosse e lesioni, atti di bullismo, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici. Meno frequenti e di solito commessi da gruppi più strutturati sono lo spaccio di stupefacenti o reati appropriativi come furti e rapine. Le vittime predilette sono altri giovani: tra i 14 e i 18 anni.

Esistono quattro tipi di baby gang

Il rapporto individua fondamentalmente quattro tipi principali di gang presenti in Italia con caratteristiche differenti e una diversa distribuzione sul territorio.

  • Ci sono "gruppi privi di una struttura definita". La loro è una violenza occasionale (risse, percosse e lesioni). Sono sparse per tutte le macroaree del Paese, sono il tipo maggiormente rilevato e più consistente numericamente. Questi gruppi sono caratterizzati da legami deboli, una natura più fluida, l'assenza di una gerarchia chiara o una organizzazione definita e spesso anche di fini criminali specifici.
  • Esistono anche gruppi che si ispirano o hanno legami con organizzazioni criminali italiane: presenti specialmente nel Sud e contesti urbani in cui vi è storicamente una presenza mafiosa. Sono composti quasi totalmente da italiani. Sono spesso legati alla volontà di accrescere il proprio status criminale con l'auspicio di entrare a fare parte delle sopracitate organizzazioni criminali.
  • Gruppi che si ispirano a organizzazioni criminali o gang estere: presenti prevalentemente in aree urbane del Nord e Centro e composti in prevalenza da stranieri di prima o seconda generazione. Fra le attività criminali più spesso associate a questo tipo di gang emergono risse percosse e lesioni, atti vandalici e disturbo della quiete pubblica.
  • Gruppi con una struttura definita, ma senza riferimenti ad altre organizzazioni e dediti ad attività criminali specifiche: presenti in tutte le macroaree del Paese e composti in prevalenza da italiani. Compiono spesso reati appropriativi, come furti o rapine, ma anche reati violenti. Queste gang non sono solitamente dotate di simbologie particolari né hanno interesse a pubblicizzare le proprie azioni.  

Perché un ragazzo finisce in una baby gang

Secondo il rapporto, alcuni fattori possono spingere i ragazzi ad aderire a queste gang

  • rapporti problematici con le famiglie, con i pari o con il sistema scolastico;
  • difficoltà relazionali o di inclusione nel tessuto sociale;
  • contesto di disagio sociale o economico. 

Molti di questi fattori sono stati ulteriormente acuiti dalla pandemia, che ha avuto un forte impatto sulla quotidianità dei ragazzi "causando un peggioramento delle condizioni oggettive e soggettive di benessere personale". Influente è anche l'uso dei social network come strumento per rafforzare le identità di gruppo e generare processi di emulazione o auto-assolvimento.
 
"La priorità - afferma spiega il vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, Vittorio Rizzi, - è soprattutto intercettare il disagio per prevenire che si trasformi in violenza. Le forze di polizia costituiscono un osservatorio privilegiato sulle devianze che affliggono il mondo dei giovani. La ricerca d'identità, l'importanza di appartenere ad un gruppo, il senso d'onnipotenza tipico della giovane età, la vita che si sviluppa soprattutto sui social, le restrizioni causate da lockdown e pandemia sono soltanto alcune delle cause di un fenomeno che impropriamente viene definito delle baby gang o della malamovida. Scontri tra gruppi di giovani più o meno organizzati, atti di violenza e teppismo che spesso hanno come vittime altri minori bullizzati, che faticano a denunciare. Il nostro compito - prosegue Rizzi - è quello di intercettare i fenomeni di disagio sul nascere, intervenire per evitare un'escalation della violenza e, soprattutto, perché le vittime abbiano fiducia nelle forze di polizia e chiedano subito aiuto".

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