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Lunedì, 29 Aprile 2024
Le donne del padrino / Trapani

Arrestata anche la figlia dell'amante di Messina Denaro: "Col boss incontri e pizzini"

Ai domiciliari Martina Gentile, che il padrino considerava una figlia. Per l'accusa era "al centro del sistema di protezione" del capomafia. Avrebbe recapitato messaggi anche con la figlioletta nel passeggino

Anche lei, come la madre, avrebbe aiutato il boss mafioso Matteo Messina Denaro durante la lunga latitanza. Con l'accusa di essere uno dei "postini" più preziosi del capomafia catturato a gennaio scorso e morto a settembre, i carabinieri del Ros hanno arrestato Martina Gentile. È la figlia della maestra Laura Bonafede, la donna che per anni è stata sentimentalmente legata a Messina Denaro. Martina Gentile risponde di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Secondo la Direzione distrettuale antimafia, avrebbe consegnato dei messaggi diretti al boss mafioso Messina Denaro con la figlia nel passeggino.

Nei confronti della donna, che il padrino considerava come una figlia, la Procura aveva già chiesto la custodia cautelare in carcere. Il gip non aveva ritenuto che ci fossero indizi sufficienti. Adesso invece, alla luce del nuovo materiale investigativo raccolto dai carabinieri, il giudice ha disposto gli arresti domiciliari. Determinanti sono state le informazioni scovate nei cellulari sequestrati all'indagata, a sua madre e ad altri presunti fiancheggiatori del boss, così come la documentazione sequestrata all'ex latitante,

Gli incontri con Messina Denaro e i pizzini col nome in codice

L'indagine è stata coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Paolo Guido. Dopo l'arresto di Messina Denaro erano stati trovati dei "pizzini" in cui il boss elogiava le virtù della ragazza. Secondo gli inquirenti Martina Gentile  avrebbe gestito lo scambio della corrispondenza del boss, all'epoca latitante, sfruttando il suo rapporto con un altro tramite del padrino, Lorena Lanceri, finita in manette col marito nei mesi scorsi. Lanceri, ritenuta una delle più strette fiancheggiatrici del padrino, consegnava alla ragazza i biglietti scritti dal capomafia e Gentile li faceva avere ai destinatari tra i quali sua madre Laura Bonafede. Lo scambio, spesso, avveniva nello studio dell'architetto ed ex assessore all'Urbanistica del Comune di Campobello di Mazara in cui le due donne lavoravano.

Messina Denaro nelle sue comunicazioni usava spesso dei nomi in codice. "Fragolone" quello della sorella per esempio. Martina Gentile invece era indicata "Tan" o "Tany". Per i pm Gentile "è stata quindi uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante, grazie al quale questi ha anche potuto mantenere la indispensabile sponda di Laura Bonafede nella condivisione e gestione delle strategie mafiose sul territorio di Campobello di Mazara".

"Strumentalizzata la presenza della figlia neonata"

Martina Gentile, come spiega PalermoToday, è stata arrestata sull'isola di Pantelleria dove insegnava come supplente. "Aderiva pienamente agli ideali mafiosi già ereditati dal nonno e attuati dal padre", si legge nella misura cautelare. Secondo il gip la presenza della figlia piccola dell’indagata è stata "strumentalizzata per non destare sospetti" e "rendere meno rischiosi i contatti con il latitante. La presenza della minore era considerata utile pretesto per porre in essere condotte normalmente ritenute rischiose". Avrebbe consegnato dei messaggi diretti al boss mafioso Messina Denaro con la figlia nel passeggino

"Martina Gentile - scrivono i magistrati - può vantare un tale patrimonio di conoscenze sui meccanismi di controspionaggio adottati dal latitante e sulla sua rete di coperture, tanto da porla strategicamente al centro, accanto alla madre, del suo sistema di assistenza e protezione del latitante e, in tal modo, in grado di condizionarlo, inquinarlo o comunque renderlo ancora oscuro nelle molte parti ancora non svelate".

Le impronte di Martina Gentile sono poi state trovate dai carabinieri del Ros nel covo del capomafia. "Gli accertamenti tecnici svolti dal Ris dei carabinieri - si legge nell'ordinanza con cui si dispone l'arresto - hanno evidenziato la presenza di due impronte papillari riconducibili a Martina Gentile su un dvd che custodiva il latitante e che conteneva la registrazione di un film". Per il gip Alfredo Montalto "si tratta di un ulteriore elemento di prova perfettamente coerente con il quadro fin qui rassegnato e dunque significativo di un rapporto tra la giovane donna e il latitante che si arricchiva anche di un'assistenza concreta alle esigenze di quest'ultimo, anche sotto forma di ausilio alla coltivazione di hobby o più semplicemente di assistenza volta a rendere meno gravoso lo stato di clandestinità".

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