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Domenica, 28 Aprile 2024
Mafia / Palermo

Ritirava le ricette mediche per Messina Denaro, condannato il "postino" del boss

Ad Andrea Bonafede, omonimo del geometra che aveva prestato l'identità al mafioso, sono stati inflitti 6 anni e 8 mesi di reclusione con l'abbreviato. Si era difeso sostenendo di aver fatto "una cortesia" al suo parente

Sei anni e 8 mesi di carcere. È questa la decisione del gup Rosario Di Gioia per Andrea Bonafede, il dipendente comunale di Campobello di Mazara (Trapani)  - cugino omonimo del geometra che ha prestato l'identità al boss mafioso Matteo Messina Denaro, durante l'ultima fase della sua latitanza. L'imputato, che è stato processato con il rito abbreviato, è accusato di mafia ed è il primo fiancheggiatore a essere condannato: avrebbe fatto da "postino" al capomafia, occupandosi soprattutto di farsi prescrivere e di ritirare le ricette mediche per garantirgli le cure, in seguito alla diagnosi del tumore che, lo scorso 25 settembre, lo ha ucciso.

Il giudice ha accolto solo parzialmente le richieste del procuratore aggiunto Paolo Guido e dei sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova, che avevano invocato una condanna a 13 anni di carcere, ritenendo sussistente il reato di favoreggiamento aggravato e non il 416 bis. Bonafede, difeso dall'avvocato Tommaso De Lisi, era stato arrestato il 7 febbraio scorso, cioè poche settimane dopo la cattura di Messina Denaro, avvenuta il 16 gennaio dopo una latitanza trentennale. In manette era finito anche il medico di base del boss, Alfonso Tumbarello.

Secondo la ricostruzione della Procura, l'imputato avrebbe fatto la spola tra lo studio del medico per farsi prescrivere farmaci e visite, oltre a ritirare ricette. Furono quasi 140 quelle individuate dagli investigatori. L'imputato si era difeso sostenendo di aver fatto "una cortesia" al cugino omonimo, che "voleva nascondere la sua malattia alla sua famiglia". In realtà, però, il vero Andrea Bonafede non è affetto da alcun tumore, ma i suoi dati sono stati utilizzati da Messina Denaro per accedere alle cure del Servizio sanitario nazionale.

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