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Domenica, 28 Aprile 2024
le dichiarazioni shock

Processo Ciro Grillo, la testimone chiave: "Silvia mi disse: mi hanno violentata tutti"

Alla sbarra ci sono il figlio del fondatore del M5S Beppe Grillo, e tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Sono accusati di avere abusato di una studentessa in Sardegna

"Non eravamo né sobri né ubriachi o incapaci di controllarci". È quanto avrebbe detto la testimone e una delle presunte vittime nell'udienza a Tempio Pausania dove si sta svolgendo il processo per violenza sessuale di gruppo che ha come imputati Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5S Beppe Grillo, e tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Così ha testimoniato la ragazza che ha ricostruito i fatti avvenuti "tra il 16 e 17 luglio del 2019 a Porto Cervo. All'uscita dall'aula la legale di Corsiglia, Antonella Cuccureddu, spiega: "Le ragazze erano lucide. Oggi la teste ha detto che avevano bevuto ma che erano entrambe lucide. E ha aggiunto che nessuno ha tenuto comportanti che facessero sospettare la non lucidità". 

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Secondo l'accusa i quattro nell'estate del 2019, nel residence di Beppe Grillo in Costa Smeralda, avrebbero scattato delle foto hard mentre la giovane teste chiave dormiva sul divano. ''L'udienza - ha detto fuori dall'aula l'avvocata Giulia Bongiorno, che difende l'altra presunta vittima - è stata drammatica perché il tribunale per la prima volta ha potuto sentire e non leggere sul giornale il dolore e la sofferenza di queste ragazze. La ricostruzione di quanto avvenuto quella sera è stata lineare e oggi è stata messa una pietra angolare e importante su come sono andati i fatti''. 

"Mi hanno violentata tutti"

"Quella mattina la mia amica era sconvolta". A dirlo in aula, nel corso dell'udienza del processo per violenza sessuale a Ciro Grillo e ai suoi tre amici è la teste chiave e presunta vittima anche lei della violenza che sarebbe avvenuta la notte tra il 16 e il 17 luglio in Costa Smeralda. Nell'udienza di ieri, 22 settembre, la giovane ha ripetuto al Procuratore Gregorio Capasso e alle parti civili che non aveva capito quanto fosse accaduto. Ma lo avrebbe appreso solo all'indomani. La vide accanto al letto, nel residence di Beppe Grillo, in accappatoio accanto al letto, che piangeva. "Io le chiesi più volte cosa fosse successo e lei mi disse 'Niente'. Solo dopo qualche ora la giovane milanese, oggi 23enne, avrebbe appreso quanto accaduto. Oggi la ragazza si dice "dispiaciuta" per quanto avvenuto.

Da amiche inseparabili a quasi estranee. Ecco come si è sviluppato il rapporto tra le due ragazze, presunte vittime della violenza sessuale di gruppo: le due da allora non si sono più parlate. E ieri nel corso dell'udienza il Procuratore le ha chiesto di leggere un messaggio che lei aveva inviato via WhatsApp a 'Silvia' (nome di fantasia) nove giorni dopo il presunto stupro.

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Le due si erano incontrate in un bar a Milano. "Era fredda con me - ha detto - e così le scrissi un messaggio su Whatsapp per scusarmi di non essere stata presente dopo quello che le era capitato". "Ma non avevo capito cosa fosse accaduto". Ieri l'ex amica era venuta in aula ma è stata fatta allontanare perché teste in una delle prossime udienze. E poi la teste ha aggiunto: "Quella mattina appena la mia amica si è svegliata mi disse singhiozzando: 'Mi hanno violentata". E quando le chiesi chi l'aveva violentata, mi rispose: 'Tutti'". 

La tesi della difesa

Quella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 le due ragazze dopo una notte al Billionaire andarono nel residence di proprietà di Beppe Grillo. Lì mangiarono e poi sarebbe avvenuta la violenza di gruppo nei confronti dell'amica della giovane che sta deponendo in aula. Secondo l'accusa i quattro nell'estate del 2019 avrebbero scattato delle foto hard mentre la giovane teste chiave dormiva sul divano. "Di notte sono stata svegliata mentre eravamo nel residence e la mia amica 'Silvia' (nome di fantasia ndr), singhiozzava e piangeva. La mattina successiva, sempre nel residence, mi disse che l'avevano violentata tutti". 'Silvia', principale accusatrice di Ciro Grillo, sarà sentita nelle prossime udienze in tribunale a Tempio Pausania, fissate per il prossimo 7 e l'8 novembre. 

La ragazza, nel corso del controesame, ha ripetuto la frase che le avrebbe riferito l'amica 'Silvia' all'indomani del presunto stupro. "Lei, però, non ha sentito niente, non ha visto niente", sottolinea l'avvocata Antonella Cuccureddu, che difende uno degli imputati, Francesco Corsiglia. "La mattina dopo Silvia le ha detto 'Mi hanno violentata' - spiega la legale - Però ha anche detto 'Ci facciamo accompagnare a casa'".

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Gli avvocati difensori dei quattro ragazzi si sono soffermati sulla ricostruzione di tutta la serata del 16 luglio, quando prima di entrare nella discoteca Bilionaire il gruppo composto anche delle due amiche ha consumato alcuni drink in un bar nella Promenade di Porto Cervo, Zamira Lounge, per poi continuare a bere anche all'interno della discoteca e una volta tornati nella villetta al Cala di Volpe di proprietà della famiglia Grillo. Il pool della difesa ha fatto ricostruire alla studentessa milanese tutte le varie parti della nottata, ripercorrendo le prime ore del mattino in cui i ragazzi si sono cucinati della pasta prima di andare a dormire.

"Sono gli stessi temi affrontati ieri - ha osservato la legale Cuccureddu, del pool di difesa - ha risposto allo stesso modo: non ha assistito alla violenza non ha sentito alcunché e poi ha detto che non c'erano persone ubriache tra loro: hanno bevuto come in una serata in discoteca, ma sono tornati a casa, hanno mangiato e tutti erano consapevoli di quello che facevano ed erano ludici".

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