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Lunedì, 29 Aprile 2024
I nuovi tagli

Perché Amazon sta continuando a licenziare

Non si arresta il taglio dei costi operato da molte big tech a partire proprio dai dipendenti. Nel 2023 il settore tecnologico ha visto una diminuzione di quasi 170mila posti di lavoro, con un aumento dei licenziamenti del 73% rispetto al 2022

Prosegue anche nel 2024 l'ondata di licenziamenti messa in atto da Amazon già a partire dallo scorso anno. Martedì 2 aprile il colosso tecnologico ha annunciato che taglierà centinaia di posti di lavoro in tutto il mondo, anche se l'impatto maggiore si avrà nella sua sede principale di Seattle, Stati Uniti.

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Dopo un periodo di crescita vertiginosa - che Amazon ha sperimentato soprattutto negli anni della pandemia - le big tech iniziano a tirare la cinghia, a partire proprio dai costi della forza lavoro.

I settori interessati dai tagli

I licenziamenti interesseranno diverse aree aziendali: settore vendite, marketing e servizi globali, così come nel team tecnologico dei negozi fisici e in Amazon Web Services (Aws), ovvero la divisione cloud computing di Amazon, e questo nonostante il settore abbia segnato un'importante crescita arrivando a rappresentare il 14% delle entrate totali di Amazon.

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Perché, dunque, a fronte di una crescita il colosso tecnologico punta a tagliare posti di lavoro? Un portavoce della compagnia ha spiegato che si tratta di decisioni "difficili ma necessarie mentre continuiamo ad investire, assumere e ottimizzare le risorse per fornire innovazione ai nostri clienti". Amazon - ha aggiunto parlando alla Bbc - "continuerà ad assumere e crescere, soprattutto nelle aree chiave della nostra attività". La compagnia fa poi sapere che al suo interno continuano comunque ad esserci migliaia di posti di lavoro disponibili e di star lavorando per trovare opportunità interne per i dipendenti i cui ruoli saranno tagliati.

La strategia e i precedenti

Per quanto riguarda i tagli di posti di lavoro nei propri punti vendita, gli "Amazon Fresh", il gigante dell'e-commerce ha mostrato un chiaro cambio di strategia relativamente allapropria presenza fisica, con l'obiettivo di risparmiare risorse.

Dopo aver inaugurato i negozi fisici nel 2020, martedì scorso l'azienda ha dichiarato di aver rimosso il suo sistema di self-checkout chiamato "Just walk out" da tutti i punti vendita. Nonostante il sistema consentisse di pagare senza cassa - e dunque senza commessi umani - la rimozione del self-checkout ha in realtà permesso all'azienda di tagliare alcune centinaia di ruoli nel team tecnologico dei negozi fisici.

Da tempo Amazon ha mostrato di concentrarsi più sull'intelligenza artificiale attraverso la divisione Aws, e più recentemente ha investito nella start-up di sicurezza e ricerca, Anthropic. Si tratta di settori in cui i giganti della tecnologia sono in competizione tra loro nello sviluppo di competenze. Amazon, in particolare, mira a sfidare l'investimento di Microsoft in Chatgpt. 

Già a gennaio, Amazon ha tagliato centinaia di posti di lavoro nelle sue sussidiarie Prime Video e Twitch, che ha visto il licenziamento di circa 500 dipendenti, ovvero un terzo della forza lavoro totale. 

Ma Amazon non è l'unica big tech che sta operando un taglio dei costi a partire da quelli dei dipendenti. Microsoft, secondo quanto riportato dal portale Market Screener, sta tagliando circa 1.900 posti di lavoro nelle sue divisioni di gioco Activision Blizzard e Xbox. Situazione simile per Google, che a gennaio ha spedito centinaia di lettere di licenziamento. Tagli che, secondo The Verge, arriverebbero fino a 1000 dipendenti, anche se i numeri non sono stati confermati dal colosso tecnologico.

Nel complesso, secondo i dati riportati dalla società di consulenza statunitense Challenger, Gray & Christmas, nel 2023 il settore tecnologico ha visto un taglio di quasi 170mila posti di lavoro, con un aumento dei licenziamenti del 73% rispetto al 2022.

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