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Sabato, 27 Aprile 2024
Cosa succede ai colossi Big Tech

Dopo Amazon arriva la scure di Google: licenziati centinaia di dipendenti

Complessivamente gli esuberi potrebbero arrivare a circa 1.000 posizioni. Solo ieri il colosso di Jeff Bezos aveva annunciato un altro piano di tagli (che riguarda anche Twitch). Il grande spauracchio si chiama intelligenza artificiale

Dopo una crescita vertiginosa i giganti del Big Tech iniziano a tirare la cinghia. E a tagliare sui costi. Complice anche l'avanzata dell'intelligenza artificiale che permette di risparmiare sulla forza lavoro. Nel dettaglio, il colosso della Silicon Valley ha licenziato diverse centinaia di dipendenti della divisione ingegneristica e hardware, così come i dipendenti al lavoro sull'assistente vocale "Google Assistant". Allo stesso tempo l'azienda ha deciso di riorganizzare le divisioni hardware dello smartphone Pixel, del termostato Nest e degli orologi Fitbit.

Complessivamente gli esuberi potrebbero arrivare a circa 1.000 posizioni, secondo quanto riporta il sito 'The Verge'. Le lettere di licenziamento sarebbero state recapitate ai dipendenti nelle scorse ore. Google ha confermato i licenziamenti, pur senza rendere note nè le motivazioni né l'entità dei tagli. Una portavoce della società di Mountain View ha spiegato a 'The Verge' che alcuni team sono stati riorganizzati "per diventare più efficienti e lavorare meglio", aggiungendo che Google sta "investendo in modo responsabile nelle priorità della nostra azienda e nelle significative opportunità che ci attendono".

Quali sono queste opportunità? I media americani non si sbilanciano. Ma il grande spauracchio, non è un segreto, si chiama intelligenza artificiale. Non è la prima volta che Google riduce i costi. Solo lo scorso gennaio Alphabet, la holding che controlla Google, aveva annunciato il taglio di circa 12.000 posti di lavoro, più del 6% della sua forza lavoro globale, segnando il più grande ciclo di licenziamenti di sempre dell'azienda. E ciò che succede a Mountain View è un altro sintomo della crisi che colpisce il settore tecnologico sotto la crescente concorrenza dell'AI iniziata con l'avvento di ChatGpt.

I tagli di Amazon e Facebook

Intelligenza artificiale o no, da un paio d'annni a questa parte molte società del settore hanno iniziato a lasciare a casa il personale. Ieri il servizio di livestreaming Twitch  (di proprietà di Amazon) ha annunciato che si appresta a licenziare il 35% dei suoi dipendenti, ovvero circa 500 lavoratori. Già lo scorso marzo, la piattaforma aveva effettuato circa 400 licenziamenti, tra cui dirigenti di alto livello, e l'emorragia di posti di lavoro non sembra essere terminata.

Tagli al personale sono stati annunciati anche nella sezione Prime Video di Amazon. Mike Hopkins, a capo della divisione video in streaming e studios, ha inviato un’email ai dipendenti nella quale spiega: "Nel corso dell’ultimo anno, abbiamo esaminato quasi tutti gli aspetti della nostra attività con l’obiettivo di migliorare la nostra capacità di offrire ai nostri clienti globali film, programmi televisivi e sport dal vivo ancora più innovativi in un’esperienza di intrattenimento personalizzata e facile da usare. Di conseguenza - conclude la mail - abbiamo identificato le opportunità di ridurre o interrompere gli investimenti in alcune aree, aumentando invece gli investimenti e concentrandoci sui contenuti e sulle iniziative di prodotto che hanno un impatto maggiore". Già nel 2023 il colosso tecnologico amministrato da Andy Jessy era stato artefice di un'ondata di licenziamenti in più tranche. Un pesante taglio ai costi che è valso il posto di lavoro a oltre 27mila dipendenti.

Anche Meta, l'azienda madre di Facebook e Instagram, ha annunciato lo scorso marzo il licenziamento di altre 10mila persone dopo i tagli al personale iniziati già a novembre del 2022. In tutto, la società avrebbe ridotto la forza lavoro da 86mila unità a 65mila persone.
 

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