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Domenica, 28 Aprile 2024

La recensione

Claudio Pizzigallo

Giornalista

I Leoni di Sicilia, pregi e difetti (secondo noi) della serie Disney+

Con l’uscita dei primi quattro episodi (calendario completo), abbiamo finalmente potuto vedere I Leoni di Sicilia, l’attesissima serie di Paolo Genovese per Disney+ tratta dall'omonimo romanzo bestseller di Stefania Auci. 

A nostro come sempre sindacabilissimo giudizio, l’attesa è stata ripagata. Tuttavia, questa grandiosa produzione italiana non è esente da punti deboli. Prima di parlare dei pregi e dei difetti (fin qui) visti in I Leoni di Sicilia, iniziamo questa recensione riassumendo senza spoiler la trama della serie.

Ester Pantano (Giovane Giuseppina) - I Leoni di Sicilia-2

Di cosa parla I Leoni di Sicilia

La serie inizia nel 1830, e ci mostra il ricco borghese Vincenzo Florio (Michele Riondino) farsi attendere da un barone (Maurizio Jiritano) che gli deve chiedere un prestito. Vincenzo tiene il nobile sulle spine, alludendo a un episodio del passato. 

E quindi torniamo indietro nel tempo: siamo nel 1802, a Bagnara Calabra: un terremoto che quasi uccide la sua famiglia convince Paolo Florio (Vinicio Marchioni) che è giunto il momento di trasferirsi, con la moglie Giuseppina (Ester Pantano), il figlioletto Vincenzo e il fratello Ignazio (Paolo Briguglia), a Palermo, per rilevare una drogheria che Barbaro, cognato di Paolo e Ignazio, ha preso nella città siciliana. 

Miriam Leone (Giulia) Michele Riondino (Vincenzo Florio) - I Leoni di Sicilia-2

Giuseppina non è felice del trasferimento, ma non ha scelta e i Florio vanno a Palermo. Qui li attende una "putia" (bottega) in pessimo stato, come la casa dove vanno a vivere, ma con il duro lavoro di tutti le cose si sistemano, e con un po’ di fortuna i Florio riescono anche a diventare ricchi, sebbene il disprezzo di nobili e altri mercanti non li abbandoni. 

Vedremo quindi come si evolve la storia di questa famiglia, sapendo che a un certo punto nel futuro Vincenzo prenderà in mano le redini del piccolo impero, ma qui ci fermiamo per non spoilerare, invitandovi a guardare il trailer ufficiale di I Leoni di Sicilia.

Cosa ci è piaciuto e cosa no

Se c'è una cosa che è indubitabilmente apprezzabile in I Leoni di Sicilia è la potenza visiva di questa serie. Merito di una terra bella come poche al mondo, certo (elenco delle location), ma merito anche della regia e della fotografia, in cui in alcune scene è evidente l'ispirazione - e l'aspirazione - del Gattopardo di Visconti. 

Gli interni e gli esterni, sia quando ostentano sfarzo sia quando non nascondono la miseria, sono sempre mozzafiato, a volte forse quasi troppo. Come abbiamo trovato eccessivi alcuni dialoghi, in cui ogni singola frase sembra una sentenza da mandare a memoria, per una solennità a volte stucchevole in dialoghi magari brevissimi.

Ciò nulla toglie all'interpretazione di tutto il cast (cast completo), convincente nei ruoli principali come in quelli secondari, al netto di qualche sbavatura dialettale per chi conosce bene siciliano e calabrese ("guagliò", ad esempio, ci è sembrato stonato in bocca a Paolo). Alcuni personaggi forse meriterebbero maggiore approfondimento, ma non si può fare un bilancio prima della fine della stagione.

Paolo Genovese - I Leoni di Sicilia-2

Non pienamente convincente ci è parsa la colonna sonora, in cui si alternano canzoni moderne - di cui abbiamo apprezzato l'azzardo, per quanto certamente non inedito - e certe musiche che sembrano appesantire la scena più che esaltarla. In alcuni passaggi abbiamo ravvisato sonorità che sembravano quasi rispondere agli stereotipi sulla Sicilia e l'Italia, e non è un'impressione limitata a questo ambito.

Perché nonostante i grandi pregi che è doveroso riconoscerle, questa serie ci ha anche dato l'impressione di essere un prodotto che "osa" poco, almeno fin qui. E non ci riferiamo alla mancanza di scene di grande sensualità (che ci sono), quanto più in generale a una narrazione che sa di tradizionale, quasi di fiction televisiva più che di serie tv italiana moderna.

Forse questo effetto è dovuto alla volontà di rendere I Leoni di Sicilia un prodotto appetibile anche sul mercato estero, un "classico" all'italiana. Il rischio invece è di fare al contrario un prodotto "troppo italiano", per dirla alla Stanis di Boris. Ma non ci sogniamo certo di sfidare in questo senso un regista come Genovese che ha il record di film con più remake al mondo. 

I Leoni di Sicilia 2 ci sarà? Cosa sappiamo finora

Voto: 7

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