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Sabato, 27 Aprile 2024
l'allarme / Cina

Il nuovo "asse del male" che minaccia l'Occidente

Scambio di armi, cooperazione militare e sostegno diplomatico: come i rapporti tra Cina, Russia e Corea del Nord rappresentano una minaccia per la sicurezza globale

Un "asse del male" sta prendendo forma per creare un nuovo ordine internazionale. Cina, Russia e Corea del Nord sono gli attori protagonisti che si rivolgono al sud globale, ovvero quell'insieme di Paesi non allineati agli Stati Uniti. Washington legge la cooperazione tra questi Paesi autoritari come una minaccia per la sicurezza dell'intero mondo. "Dovremmo agire di conseguenza", è l'allarme lanciato dal comandante delle forze Usa nell'Indo-Pacifico, John Aquilino, che ha bollato la relazioni tra Pechino e Mosca come una conseguenza di ciò che sta rendendo l'ambiente attuale "il più pericoloso negli ultimi 40 anni". In un'audizione di fronte alla Commissione Difesa della Camera, Aquilino ha presentato gli sviluppi in materia di difesa dei tre Paesi. Parlando della Cina, ha evidenziato la corsa al riarmo di Pechino che è la più ampia mai vista dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.

La Cina pronta a invadere Taiwan

Una corsa che potrebbe tradursi nell'obiettivo di invadere Taiwan nel 2027, anno del centenario della fondazione dell'Esercito popolare di liberazione cinese e anno del XIX Congresso del Partito, quando il presidente Xi Jinping dovrebbe ottenere un quarto mandato (risultato di un emendamento alla Costituzione che ha rimosso il limite dei due mandati). Anche se al momento non ci sono elementi che danno per certa un'azione militare cinese su Taiwan o altrove per quella data, gli Stati Uniti temono che entro il 2027 il leader cinese realizzi il suo progetto di fare diventare Pechino una potenza mondiale in grado di combattere su diversi fronti e sostenere anche il confronto militare con Washington. "Le azioni dell'esercito popolare cinese indicano la loro capacità di rispettare il calendario indicato da Xi per la riunificazione di Taiwan alla Cina con la forza se verrà ordinato", ha detto ancora l'ammiraglio, sottolineando di essere convinto che la Cina ancora spera di poter "assimilare Taiwan senza una guerra, anche se sta raggiungendo velocemente la capacità per un'invasione". 

Finti feriti e pistole giocattolo, come ci si prepara alla guerra contro la Cina

Anche se l'assistente segretario alla Difesa per l'Indo-Pacifico, Ely Ratner, ha appoggiato la tesi dell'ammiraglio, affermando che la minaccia di un conflitto diretto tra Usa e Cina "non è immediata né inevitabile", ma il Pentagono si deve muovere velocemente per ridurre il rischio di guerra. 

La preoccupante relazione tra Putin e Kim

C'è poi il timore della Corea del Nord. Un recente studio della rivista giapponese Nikkei Asia ha riconosciuto l'impegno di Pyongyang nello sviluppo di missili e altre tecnologie militari grazie al supporto di paesi terzi, in quella che sarebbe una chiara violazione delle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. Ad aiutare il Paese "eremita" a migliorare e il suo apparato militare è stata principalmente la Cina. 

In aggiunta, ci sono i segnali di una cooperazione ampliata con la Corea del Nord e l'Iran: entrambi i paesi hanno fornito sostegno alla Russia nella sua guerra contro l'Ucraina. Proprio la relazione tra il leader nordcoreano Kim Jong-un e il presidente russo Vladimir Putin ha messo in allarme i governi occidentali. Sin dal 2022 sono emersi rapporti sui progetti di Mosca di acquistare armi da Pyongyang per utilizzarli nell'invasione dell'Ucraina. Lo scorso anno Putin e Kim si sono incontrati durante un vertice al cosmodromo di Vostochny, il più importante centro di lancio satellitare della Russia e simbolo delle ambizioni spaziali russe. Putin affermò che Mosca avrebbe aiutato Pyongyang a costruire satelliti, mentre il dittatore nordcoreano promise il suo sostegno per quella che definì la "lotta giusta" della Russia, con un riferimento implicito all'Ucraina. A quel punto si sono intensificate le speculazioni relative a un accordo tra i due Paesi per lo scambio di armi. 

Un accordo che va a vantaggio di Mosca, soprattutto per il suo impegno sul campo di guerra. In vista di una nuova mobilitazione, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha annunciato la creazione di due nuovi eserciti di terra, con 16 nuove brigate e 14 nuove divisioni. Un forza che equivale a quella totale messa in campo dalla Germania, Gran Bretagna, Francia, Francia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Svezia.

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