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Lunedì, 29 Aprile 2024
il controvertice / Cina

In risposta al G7 la Cina accoglie i leader delle ex repubbliche sovietiche

L'iniziativa cinese ha coinvolto i leader di cinque paesi dell'Asia centrale, tutti parte di una regione storicamente sotto l'influenza russa

Mentre il Giappone apre i lavori del G7, dove i leader dei Sette Grandi discuteranno - tra le altre cose - della Cina, oltre la Grande Muraglia si dà il via al primo summit con i paesi dell'Asia centrale. Il presidente cinese Xi Jinping incontrerà a Xian da oggi fino a domani gli omologhi di Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, Kirghizistan, Sadyr Zaparov, Tagikistan, Emomali Rahmon, Turkmenistan, Serdar Berdymukhamedov, e Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev.

Vitalità alla Nuova Via della Seta

A Xian, snodo cruciale dell'antica Via della Seta, Cina e i paesi dell'Asia centrale daranno "nuova vitalità all'antica via della Seta", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, e il vertice "consoliderà ulteriormente il consenso della Cina e dei Paesi dell'Asia centrale sulla costruzione congiunta di alta qualità della Belt and Road (Via della Seta), e aiuterà le due parti a essere pionieri della costruzione congiunta" del progetto infrastrutturale. L'importanza della stabilità regionale e l'iniziativa Belt and Road, a dieci anni dal lancio del progetto di connessione infrastrutturale voluto da Xi, sono stati tra i temi maggiormente trattati nei faccia a faccia delle scorse ore.

Cosa succede alla Via della Seta cinese con la guerra in Ucraina

Il vertice è l'occasione per Pechino per sottolineare l'amicizia e la cooperazione con i paesi dell'Asia centrale, anche se non sempre i rapporti sono stati idilliaci. Sono stati proprio gli stessi progetti dell'iniziativa voluta e lanciata dal presidente cinese nel 2013 a pesare sulle relazioni con alcune ex Repubbliche sovietiche, dove sono scoppiate persino proteste popolari per il percepito espansionismo di Pechino, per i rischi legati al debito e per la mancanza di opportunità di lavoro a livello locale. 

Ma se l'opinione pubblica dei paesi centroasiatici guarda negativamente la Cina, diverso, invece, è il rapporto con i leader della regione, a caccia di investimenti. In Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan, Pechino punta a colmare il vuoto lasciato dalla Russia, colpita dalle sanzioni e impegnata nella guerra in Ucraina: l'accoglienza tributata al leader cinese in Asia centrale, in tempi recenti, lascia intravedere rapporti floridi anche sul piano diplomatico, ma anche economico e commerciale. Il summit si inserisce in un clima di rapporti economici floridi, secondo i dati di Pechino: nel 2022, gli scambi tra la Cina e i cinque paesi dell'Asia centrale hanno raggiunto quota 70 miliardi di dollari, e nel primo trimestre del 2023 si sono espansi del 22% su base annua, mentre gli investimenti diretti cinesi in Asia centrale hanno superato i 15 miliardi di dollari nel primo trimestre 2023.

I giochi di Pechino nell'area di influenza di Mosca

I paesi ospiti della Cina rappresentano anche un trampolino di lancio per la presenza del gigante asiatico in quello che viene definito il cortile della Russia. In Uzbekistan, nel primo vertice dello Shanghai Cooperation Organization dall'inizio della guerra in Ucraina, a Samarcanda, Xi aveva sottolineato l'importanza di tutelare lo sviluppo regionale asiatico in un mondo "non pacifico", come lo aveva definito nel suo intervento. E proprio a Samarcanda era sembrato di intravedere qualche incrinatura nella partnership "senza limiti" tra Cina e Russia, quando il leader del Cremlino, Vladimir Putin, aveva accennato alle "domande e ai dubbi" di Xi sulla guerra in Ucraina. 

Xi e Putin e la partnership "senza limiti": nuovo vertice su Ucraina e Taiwan?

Durante il primo giorno del summit è stata confermata ampia l'intesa con il Kazakistan, con cui la Cina ha firmato una dichiarazione congiunta nella quale si sottolinea "l'alto livello di cooperazione" tra i due Paesi, mentre durante l'incontro tra Xi e l'omologo kirghiso è stato firmato l'accordo per una partnership strategica complessiva tra Cina e Kirghizistan. Sono 47 le intese, per un valore complessivo di 22 miliardi di dollari, firmate durante l'incontro con leader cinese dal presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev.

Xi non ha voluto scontentare i leader dell'Uzbekistan e Tagikistan, con cui ha firmato una dichiarazione congiunta. Fra i numerosi accordi economici e commerciali che saranno firmati in questi giorni, una intesa per evitare i visti per soggiorni di meno di 30 giorni fra Cina e Kazakistan. Lo stesso dovrebbe fare il Kirghizistan. Passi avanti dovrebbero essere fatti sul fronte della ferrovia fra Cina, Kirghizistan e Uzbekistan, dopo il completamento dello studio di fattibilità di un progetto da cinque miliardi di dollari. Resta alta l'attesa per il discorso di domani del presidente cinese Xi, per sottoscrivere l'impegno a una "amicizia duratura" che aprirà la strada a un vertice da cui scaturirà un patto regionale con Pechino. 

La Russia può ancora contare sull'appoggio della Cina?

Non è casuale la scelta di quando aprire i lavori del summit tra Cina e paesi dell'Asia centrale. Nella giornata di oggi sono arrivati a Hiroshima i leader del G7, che Pechino accusa di essere una "cricca esclusiva" e di volere contenere la Cina. In particolare, Pechino respinge le accuse di coercizione economica mosse dalle Sette grandi economie, e torna a lanciare duri avvertimenti sulla questione di Taiwan, fattore di irritazione nei rapporti con gli Stati Uniti, il Giappone e gli altri Paesi membri del gruppo. La Cina, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri, non ammetterà interferenze nella questione dell'isola - su cui Pechino rivendica la sovranità e che considera destinata alla "riunificazione" con la Cina - sollecitando il G7 a "smettere di giocare con il fuoco".

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