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Domenica, 28 Aprile 2024
Più di lui solo Stalin

La Russia al voto, Putin verso la rielezione: chi sono gli "sfidanti"

Seggi aperti per la prima volta per tre giorni: al voto i cittadini della Federazione, ma anche della Crimea e delle quattro regioni ucraine annesse da Mosca. Per Putin un referendum sulla guerra che lo spinge verso il quinto mandato presidenziale, il terzo consecutivo

I prossimi 15, 16 e 17 marzo i cittadini russi saranno chiamati a eleggere il nuovo presidente della Federazione, in una competizione il cui risultato è già scritto e che è considerata al massimo una sorta di referendum sulla guerra in Ucraina. Senza ombra di dubbio a vincere sarà ancora una volta lo 'zar' Vladimir Putin, al potere dal 1999 e che ora si avvia a ottenere il mandato per un altro settennato, che gli permetterà di restare al Cremlino fino almeno al 2030.

Putin secondo solo a Stalin

Putin ha già ricoperto la carica di presidente della federazione russa per un periodo più lungo di qualsiasi altro governante della Russia dai tempi di Josef Stalin, battendo persino Leonid Brezhnev, rimasto in carica dal 1964 al 1982. Dopo essere stato nominato presidente ad interim da Boris Eltsin l'ultimo giorno del 1999, Putin ha vinto le elezioni presidenziali del 2000 con il 53,0% dei voti e quelle del 2004 con il 71,3%. Visto che la costituzione gli impediva di correre tre volte di seguito, nel 2008, il suo protetto Dmitrij Medvedev si è candidato alla presidenza e Putin è stato per un mandato premier, per poi ottenere il 63,6% dei voti alle presidenziali del 2012 e il 76,7% in quelle del 2018.

elezioni russia candidati

L'assenza di una reale opposizione, la soppressione di tutti i media indipendenti e l'incarcerazione delle principali voci critiche del Paese hanno svuotato la campagna elettorale di reali contenuti. L'unico candidato che si era espresso contro il conflitto, Boris Nadezhdin, il leader di un piccolo partito di centrodestra che comunque non aveva speranze di vittoria, è stato escluso lo scorso mese dalla competizione, accusato di irregolarità nella raccolta di firme. Il principale oppositore del leader russo, Alexei Navalny, il cui tentativo di correre contro Putin nel 2018 fu rigettato, è stato trovato morto in prigione lo scorso 16 febbraio, mentre stava scontando una condanna di 19 anni per estremismo.

L'appello di Yulia Navalnaya ai russi: "Alle elezioni presidenziali tutti alle urne contro Putin"

Oltre al nome del 71enne Putin (che ha scelto di correre come indipendente e non per il suo partito Russia Unita), sulla scheda elettorale ci saranno quelli di tre politici che non rappresentano una vera opposizione. Si tratta di Nikolai Kharitonov del Partito Comunista, di Leonid Slutsky del Partito Liberal Democratico nazionalista (di estrema destra) e di Vladislav Davankov del Partito del Nuovo Popolo (liberale). Nessuno di loro porrebbe comunque una vera minaccia: alle presidenziali del 2018, il candidato comunista ottenne l'11,8% dei voti, rispetto al 76,7% di Putin.

Il candidato del Partito comunista russo, Nikolai Kharitonov (Foto LaPresse AP Photo/Alexander Zemlianichenko)

Proprio nel 2018, una missione dell'Osce ha sostenuto la mancanza di una vera consultazione democratica evidenziando come "le restrizioni alle libertà fondamentali di riunione, associazione ed espressione, nonché alla registrazione dei candidati" abbiano limitato lo spazio per l'impegno politico e "portato alla mancanza di una vera e propria competizione" spiegano gli osservatori che oltre a evidenziare il servilismo dei media completamente acritici nei confronti del Cremlino, hanno messo in luce "le carenze relative alla segretezza del voto e alla trasparenza del conteggio".

Elezioni un sondaggio sulla guerra

Oggi per l'Occidente Putin è un criminale di guerra e un dittatore, ma in Russia il consenso nei suoi confronti è alto (il gradimento sarebbe dell'80%, più alto rispetto a prima della guerra in Ucraina), anche se ovviamente viziato da una situazione in cui la stampa è completamente sotto il controllo del Cremlino e viene soppressa ogni forma di dissenso. Insomma, anche questa competizione è vista da molti proprio come un sondaggio sul conflitto, con l'affluenza che sarà un indicatore dell'umore del Paese forse più del risultato. Due gli indicatori da tenere in conto:

  • la partecipazione alle ultime elezioni presidenziali del 2018 si è attestata al 67,54%,
  • alle elezioni parlamentari del 2021 l'affluenza è stata del 51,7%.

Si vota anche nelle regioni occupate in Ucraina

Il mese scorso il comitato elettorale centrale ha dichiarato che circa 112,3 milioni di persone hanno diritto al voto nella Federazione, includendo nel computo anche le aree occupate dalla Russia in Ucraina. Le urne saranno organizzate quindi anche in Crimea - che Mosca ha annesso nel 2014 - e nelle quattro regioni del sud-est dell'Ucraina annesse dopo l'invasione del 2022: Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Luhansk, nonostante le forze russe non controllino completamente nessuna dei quattro oblast. Hanno poi diritto al voto altri 1,9 milioni di russi residenti all'estero.

L'incognita del voto online

Le prossime saranno le prime elezioni presidenziali in Russia in cui le urne saranno aperte per tre giorni anziché uno. Si votò per più giorni nel referendum del 2020 con cui Putin ha spinto per la riforma costituzionale che gli avrebbe permesso di candidarsi per altri due mandati, ma non si era mai votato per più giorni in un'elezione politica. Saranno anche le prime presidenziale in cui gli elettori potranno esprimersi online, con il voto elettronico diffuso in 29 regioni. Diversi gruppi di opposizione nel 2021 hanno denunciato manipolazioni nel voto digitale per le elezioni parlamentari.

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