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Domenica, 28 Aprile 2024

L'editoriale

Eva Elisabetta Zuccari

Giornalista

Maria Sofia Federico, la 18enne che fa porno ma non ha mai avuto un orgasmo. E che si dice femminista

Non aver mai avuto un orgasmo, eppure debuttare nel porno. Credo basti questo per spiegare il paradosso che si sta giocando sul terreno dell'emancipazione sessuale femminile, che in questi giorni ha come portabandiera - sigh! - Maria Sofia Federico, 18 anni, femminista, creator di Onlyfans e - da ieri, grazie alla complicità di Rocco Siffredi - aspirante attrice a luci rosse. Appena uscita dal liceo, Maria Sofia è già "professione attivista" da mezzo milione di follower, sostiene di voler combattere mediaticamente per regolamentare il lavoro delle sex worker, ovvero le lavoratrici del sesso e, complice la sua giovane età, sta monopolizzando il dibattito più pruriginoso sui social. Insomma, neanche il tempo di esplorare la propria sessualità che la neo maggiorenne è già in pole position nell'invitare tutti "a non reprimere" la loro. E farebbe ridere, se non ci fosse da riflettere.

Il video

Anzitutto, un video. È virale e c'è Maria Sofia appena arrivata all'accademia del porno di Rocco Siffredi, pronta a confrontarsi con la popolazione che la abita: mistress che hanno molte più rughe di lei, molta più esperienza di lei, più tatuaggi, tacchi più alti. Esordisce così: "Nel sesso traggo piacere più dall'aspetto mentale perché io di fatto non ho mai avuto un orgasmo". Poi sfoggia il migliore sguardo da lolita possibile, forse per compensare una confessione così poco congeniale al contesto, e aggiunge: "Provo a masturbarmi però non sento niente, quindi ho smesso di farlo - continua - Non ci riesco neanche con la penetrazione: rimango ferma e faccio la scena sì, ma è perché mi piace mostrarmi perché in realtà non provo niente". Di fianco c'è Siffredi, che torreggia alle presentazioni della prima puntata. "Ok, ma allora quella potrebbe essere la chiave per farti completamente cambiare visione", dice. Potrebbe sì, per l'appunto (sempre che vogliamo colludere con questo racconto e quindi credere che non sia tutta una messinscena). Siffredi che è al centro delle polemiche per aver accolto una ragazza così piccola tra i suoi; Siffredi che ha stretto un accordo col padre della ragazza: ok farle formazione, ma mai arrivare all'atto sessuale completo.

Nella clip poi, Maria Sofia tiene a sottolineare ancora le ragioni che l'hanno portata a varcare la porta dello studio di registrazione: dice che la sua presenza è "politica" (come fosse una Giorgia Soleri qualsiasi, ndr), che è lì per "normalizzare" alcuni aspetti del sex work sfruttando l'ampia platea a disposizione, che nei confronti della sua professione c'è ancora tanta ipocrisia e che "anche mio padre è stato fruitore di porno da giovane ed è andato dalle escort, ma non riesce a fare pace con la realtà che io faccio la stessa cosa (...)". "Una ipocrisia rara", conclude.

@tuttodalweb2.0 La presentazione di Maria Sofia in Accademia di Rocco(Parte 3)... #mariasofia #mariasofiafederico #roccosiffredi #roccoaccademy #neiperte #perte ♬ suono originale - Tutto dal web🌐

Insomma: Maria Sofia non avrebbe ancora neanche cominciato a vivere la sua vita sessuale più consapevole, ma già sente il bisogno di "normalizzarne" gli estremismi. E non stupisce, in questi tempi ubriachi "normalizzazione", ovvero di quella filosofia che, il più delle volte, altro non è che l'alibi perfetto per offrirsi al voyeurismo e all'attenzione più pruriginosa degli altri. Non a caso, nella sua breve carriera, la neo patentata ha già inanellato un "ismo" dopo l'altro: il veganesimo, il femminismo, le battaglie LGBT, poi quelle animaliste, ora quelle delle sex worker. Un grande calderone che segue logiche di posizionamento certamente non disinteressato (e, lasciateci dire, ormai anche prevedibili), quand'anche genuine: non stupirebbe scoprire che Federico è il prodotto di una agenzia di comunicazione, capace di campare di polemiche, di provocare il pubblico nei suoi nervi scoperti, dunque di acquisire popolarità. Né, appunto, stupisce che una diciottenne - figlia com'è del femminismo di oggi, fatto nelle sue derive più opportuniste di esibizionismo, monetizzazione e semplificazione dei concetti, il tutto a beneficio dei social - si dimentichi che la vera emancipazione, la vera rivoluzione sessuale è prima di tutto conoscere se stessi, il proprio corpo e quello altrui, e solo dopo farsi conoscere dagli altri. L'orgasmo è un grande atto politico. 

Al di là insomma del giudizio paternalistico di chi sostiene che Maria Sofia stia ipotecando la sua vita (cosa che scopriremo solo vivendo), qualcuno dovrebbe dirle che sì, è libera di autodeterminarsi, ma che per pronunciare con credibilità la frase "non sono una donna oggetto, perché io do il mio consenso nell'atto", dovrebbe avere almeno piena consapevolezza del tema (altrimenti che consenso è?). E che anche definirsi una "provocatrice", e quindi per muovere una provocazione sensata, richiede le stesse prerogative. 

Cara la mia femminista, niente è più anti-femminista della frase "non provo niente, ma rimango lì e faccio la scena"

Volendo dunque decidere per questi ultimi secondi di continuare a prendere sul serio il personaggio di Maria Sofia, ci piace ricordare che l'orgasm gap (ovvero la disparità di soddisfazione nel piacere tra uomini e donne, con numeri che si aggirano dall'85% per i primi al 63% per le seconde) nel femminismo è stato - ed è - un tema serio. Che, nel caso ci si fregi di velleità da militante, non è una battaglia da mortificare in svilimenti mediatici. Che la vera emancipazione dovrebbe essere proprio ricordare al suo giovane pubblico di affrancarsi dai modelli imperanti di pornografia di Siffredi e dei suoi fratelli - quelli in cui le donne vengono "destroyed, banged, fucked in the *inserire orifizio che più v'aggrada*" (come scrive Stella Pulpo nel suo ultimo libro "C'era una volta il sesso") - tanto predominanti quanto irrealistici. E non perché "brutale" significa sempre "misogino", ma perché il porno è tanta fantasia e poca realtà: certe rappresentazioni creano aspettative irrealistiche - e problematiche - nei giovani uomini e nelle giovani donne. E soprattutto perché, cara la mia femminista, non c'è niente di più anti femminista della frase "non provo niente, ma rimango lì e faccio la scena". 

Basterebbe insomma che - di pari passo con la necessità di normalizzare alcuni concetti legati al "sex work", ormai così sovraesposto - venisse "normalizzata" anche l'educazione sessuale a scuola. Per evitare di ritrovarsi diciottenni che cercano nella pornografia online l'unico modello di sessualità replicabile. E che dunque, pur facendo del sesso la propria missione di vita, dichiarano di non aver mai provato un orgasmo. 

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Maria Sofia Federico, la 18enne che fa porno ma non ha mai avuto un orgasmo. E che si dice femminista

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