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Sabato, 27 Aprile 2024
L'intervista

"La manovra del governo Meloni è una pioggia di tasse"

Parla il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati: "Hanno lasciato in pace le banche sugli extraprofitti. E il caro vita graverà molto di più sulle famiglie di quanto sia stato messo in campo per aiutarle"

Dopo giorni di incontri riservati e fibrillazioni nella maggioranza, è finalmente partito l’iter che porterà all’approvazione della legge di bilancio 2024, un iter che l’esecutivo ha voluto velocizzare chiedendo ai partiti della maggioranza di astenersi dal presentare emendamenti: una scelta insolita dettata anche dalle poche risorse a disposizione e dai difficili equilibri contabili. Ne parliamo con Francesco Silvestri, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati.

Ci sono volute due settimane, con tanto di bozze fatte circolare e poi mentite, ma alla fine il governo Meloni è riuscito a trovare la quadra sulla manovra. Voi siete stati sin da subito molto duri sull’impostazione della legge di bilancio: il giudizio finale?

"Alla fine quello che è venuto fuori è una pioggia di tasse: aggiungono l'Iva sui prodotti dell’infanzia, che costeranno 150 euro l’anno in più a famiglia; aggiungono l'IVA sui prodotti primari femminili, anche lì, è stato calcolato un costo di 500 euro a famiglia; aumentano la cedolare secca… tasse ovunque".

Poi c’è il capitolo pensioni, dovevano abolire la legge Fornero ma di fatto l’hanno potenziata…

"La stessa Elsa Fornero ha detto che il governo Meloni si muove sulle pensioni in una maniera più dura di quanto si era mossa lei. Mentre parliamo ci sono i medici e gli infermieri sul piede di guerra perché gli andranno a ritoccare a ribasso le loro pensioni. Gli effetti sociali presenti e futuri di questa manovra saranno veramente molto pesanti".

Come ogni governo, la giustificazione che viene data è la "coperta è corta"

"Giorgetti dice che la manovra è pesante perché non ci sono i soldi; poi scopriamo che la norma sugli extraprofitti lascia la possibilità alle banche di non pagare un euro di tasse, alla faccia di chi ha subito un aumento del 70% dei mutui. E pensare che quella era una mia proposta di legge depositata alla Camera il 15 marzo scorso, riproposta ben otto volte sotto forma di emendamenti e bocciata: loro l’hanno ripresa, se la sono rivenduta con video propagandistici e poi l’hanno resa inoffensiva. Insomma, avevamo chiesto di tassare le banche per aiutare le persone, e loro hanno lasciato in pace le banche e hanno tassato le persone. Il lamento di Giorgetti appare ancora più ridicolo se pensiamo che in questa manovra di bilancio sono stati programmati dodici miliardi per un ponte sullo Stretto di Messina che non serve assolutamente a nulla e sono state aumentate di un miliardo le spese per gli armamenti".

Proviamo a trovare qualcosa di positivo: c’è un piccolo taglio del cuneo fiscale, con po’ di aiuti alle famiglie numerose attraverso i buoni asili nido e le detrazioni fiscali per le madri con più figli. Troppo poco?

"A gennaio le persone non vedranno un euro di più in busta paga perché il taglio del cuneo fiscale non è nient'altro che la conferma delle misure fatte con i governi Conte e Draghi: loro non hanno aggiunto nulla. Quello che aumenterà saranno le tasse. Aggiungo che in tutto quest'anno hanno incassato miliardi di accise di benzina e hanno restituito, sotto forma di sconti sulla benzina, poche centinaia di milioni. Il caro vita graverà molto di più sulle famiglie di quanto sia stato messo in campo per aiutarle".

È stato chiesto ai partiti della maggioranza di non presentare emendamenti, non è mai successo.

"In realtà qualcosa di paragonabile è già accaduto in passato. L’ipotesi di rendere inemendabile, da parte della maggioranza, la legge di bilancio, evoca la riforma del regolamento della Camera dei deputati del 1925 - l’anno del discorso di Mussolini sull’omicidio Matteotti - con cui all’art. 78, terzo comma, si disponeva il consenso del governo per porre in votazione emendamenti di spesa. Si arriverà, a breve, all'applicazione dell’articolo 6 della Legge 24 dicembre 1925, n. 2263, che disponeva che 'Nessun oggetto può essere messo all'ordine del giorno di una delle due Camere, senza l'adesione del Capo del Governo'. Insomma, l'ordine di scuderia di un governo che ordina alla sua maggioranza di non migliorare una legge di bilancio, di non provare a migliorarla, è un messaggio pesantissimo dal punto di vista della nostra democrazia".

Da più parti si dice che è una manovra che non porterà crescita. Immagino che condividiate questa visione.

"Ricordo solo che Confindustria, non il Movimento 5 Stelle, ha rivisto a ribasso la stima del Pil per il prossimo anno; quindi parliamo di crescita zero e programmazione zero. È una legge di bilancio totalmente sbagliata e ci porterà dei dati economici e sociali negativi".

E voi ovviamente proverete ad emendarla. Su cosa proporrete correttivi?

"Il Movimento 5 Stelle e presenterà correttivi sulle pensioni e sulla sanità, dove ci sono tagli pesantissimi sul pubblico e al contempo sono previsti due miliardi per il privato: l'obiettivo di questo governo è cercare di indebolire il sistema sanitario pubblico a favore di quello privato. E poi continueremo a batterci per il salario minimo, sul quale il governo non ha nemmeno il coraggio di dire no, ma si nasconde con stratagemmi parlamentari. Cercheremo di cancellare l'aumento della spesa sugli armamenti e cercheremo di cancellare gli investimenti che faranno sul ponte sullo Stretto".

Nello stesso giorno in cui la maggioranza ha chiuso l’accordo sulla manovra, è stato annunciato anche quello sulle riforme costituzionali: il governo tira dritto sul premierato. Come si pone il Movimento 5 Stelle?

"Abbiamo già comunicato a Meloni quali sono le nostre perplessità: ma ci teniamo a ricordare che in un Paese serio tra novembre e dicembre si parla di leggi di bilancio e di come aiutare le persone, non del premierato. Se oggi andiamo a chiedere nelle piazze, nei bar, nei pub, quali sono le priorità, nessuno risponde 'il premierato'. Quindi ci rifiutiamo categoricamente di parlare di cose che servono solo a distrarre le masse dai fallimenti evidenti di questo esecutivo. Quando sono in difficoltà parlano di riforme, questo giochino deve finire".

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