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Lunedì, 29 Aprile 2024
Manovra 2024

Come andare in pensione prima: ecco cosa dice la manovra del governo Meloni

Per il biennio 2024-2025 i lavoratori potranno riscattare i periodi non coperti da contribuzione, parificandoli a periodi di lavoro. Chi può beneficiarne, le rate, i costi e i periodi riscattabili: la guida

Novità importanti in manovra per chi vuole andare in pensione, con la possibilità per i lavoratori di riscattare i periodi non coperti da contribuzione. Si tratta di una misura sperimentale introdotta per il biennio 2024-2025, una sorta di nuova pace contributiva per aiutare le persone a lasciare prima il lavoro. Vediamo insieme cos’è, come funziona, chi può beneficiarne, le rate, i costi e i periodi riscattabili in questa semplice guida.

Chi può riscattare i periodi contributivi scoperti

L’articolo 27 "Misure in materia di riscatto dei periodi non coperti da retribuzione e di adempimenti relativi a obblighi contributivi" della bozza della legge di bilancio introduce per il biennio 2024 – 2025 in via sperimentale la possibilità di parificare a livello contributivo i periodi non coperti da retribuzione con quelli in cui si è prestata attività lavorativa. Questa facoltà non spetta a tutti ma solo:

  • agli iscritti all'assicurazione generale obbligatoria (Ago) per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti;
  • alle forme sostitutive ed esclusive dell’Ago;
  • alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
  • alla gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335.

Questa opportunità è riservata solo a coloro che hanno iniziato a versare contributi a partire dal 1 gennaio 1996, e quindi sono soggetti al calcolo della pensione con il metodo interamente contributivo. "L'eventuale successiva acquisizione di anzianità assicurativa antecedente al 1° gennaio 1996 - si legge nella bozza - determina l'annullamento d'ufficio del riscatto già effettuato ai sensi del presente articolo, con conseguente restituzione dei contributi".

Chi rientra in queste categorie di lavoratori avrà l'opportunità di riscattare "in tutto o in parte, i periodi antecedenti alla data di entrata in vigore della presente legge compresi tra l'anno del primo e quello dell'ultimo contributo comunque accreditato nelle suddette forme assicurative, non soggetti a obbligo contributivo e che non siano già coperti da contribuzione, comunque versata e accreditata, presso forme di previdenza obbligatoria, parificandoli a periodi di lavoro". 

La domanda di riscatto dei vuoti contributivi può essere presentata:

  • dall'assicurato;
  • dai superstiti; 
  • dai parenti e affini entro il secondo grado.

Riscatto dei vuoti contributivi: come funziona

Con il riscatto dei vuoti contributivi possono essere 'sanati' tutti quei periodi non coperti da contribuzione fino a un massimo di cinque anni, anche non continuativi, come gli anni di laurea o quelli di disoccupazione al termine del sussidio di disoccupazione.

Ma quanto costa riscattare i vuoti contributivi? "L’onere a carico dell’assicurato per il riscatto dei contributi è determinato in base ai criteri fissati dall’articolo 2, comma 5, Decreto legislativo 30 aprile 1997 numero 184”, specifica la bozza riferendosi alle aliquote contributive vigenti nel regime in cui il riscatto opera alla data di presentazione della domanda. La retribuzione di riferimento sarà quella ricevuta nei 12 mesi meno remoti rispetto alla data della domanda, rapportati al periodo oggetto di riscatto. Nel caso di presentazione della domanda è sempre consigliabile rivolgersi prima all'Inps o a un esperto del settore previdenziale per valutare costi e benefici.

Il versamento dell'onere per il riscatto può essere effettuato ai regimi previdenziali di appartenenza in unica soluzione ovvero in un massimo di 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro, senza applicazione di interessi per la rateizzazione. Nel caso in cui i contributi da riscatto debbano essere utilizzati per la immediata liquidazione della pensione diretta o indiretta non può essere prevista la rateizzazione, l’onere va versato in un’unica soluzione. Alla data del saldo dell'onere l'Inps provvede all’accredito della contribuzione e ai relativi effetti.

Per i lavoratori del settore privato l'onere per il riscatto può essere sostenuto anche dal datore di lavoro, che può destinare a tal fine i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso. In tal caso, è deducibile dal reddito di impresa e da lavoro autonomo.

Nella nuova legge di bilancio ci sono altri dettagli decisamente passati in secondo piano ma non meno importanti. Eccoli qui in ordine nello speciale di Today.it sulla Manovra 2024.

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