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Venerdì, 26 Aprile 2024
Crisi economica

Crisi, Monti da Hollande: "Siamo quasi fuori dal tunnel"

Il premier da Parigi suona la carica: "Iniziamo a vedere la luce, merito delle misure intraprese dal Consiglio europeo". Il presidente francese ribadisce: "Pronti a tutto per l'Euro"

Un vertice all'Eliseo per rilanciare al più presto l'impegno per consolidare e rafforzare la zona euro. I tempi per fronteggiare la crisi stringono e secondo il premier Mario Monti, che oggi ha incontrato il presidente francese François Hollande, non si deve avere neanche "un minuto di disattenzione".

"Sono d'accordo con Hollande sul graduale schiarirsi delle prospettive di stabilità dell'Eurozona, ma è talmente vitale per tutti e ciascuno di noi l'ha posta in palio, la stabilità e la forza dell'Eurozona, che non ci possiamo permettere neanche un minuto di disattenzione" ha detto al termine dell'incontro.



Ripetendo ancora una volta uno slogan che da giorni tiene banco, il presidente francese ha affermato che Italia e Francia sono "pronte a tutto per rafforzare la zona euro", e ha riaffermato la volontà comune dei due paesi a procedere ad una "rapida attuazione delle decisioni" anti crisi prese al vertice europeo di fine giugno. E l'ottimismo di Monti sulle sorti economiche dell'Europa era già arrivato in mattinata.

La crisi economica "è un tunnel" ma alla domanda se ci stiamo avvicinando alla fine il presidente del consiglio aveva risposto: "Decisamente sì".

Prima di partire alla volta di Parigi per incontrare Hollande, il premier Mario Monti ha fatto il punto della situazione sulla crisi italiana.

E, non senza mostrare un bel pizzico di soddisfazione, spiega ai microfoni di Radio Uno Rai che "la fine del tunnel rappresentato dalla crisi dei mercati che morde le economie degli Stati dell'Eurozona si avvicina".

Anzi, per essere più precisi, "la strada in fondo al tunnel sta iniziando a illuminarsi".

Per Monti, la luce alla fine del tunnel "è merito delle decisioni che abbiamo preso nel Consiglio europeo del 28 e 29 giugno".

Il premier ricorda "che ci sono voluti un giorno e una notte per quell'accordo, ma quelle decisioni si sono rivelate proficue e adesso ne stiamo vedendo le conseguenze in termini di maggiori disponibilità sia delle istituzioni europee, sia dei singoli governi, compresi quello tedesco e quelli del Nord, credo, a fare tutti la loro parte".

Questioni interne - Il premier, prima di iniziare il suo tour europeo, ci tiene a mandare un messaggio ai partiti della maggioranza in Parlamento: "Se si arrivasse alle elezioni senza la riforma della legge elettorale in un clima di rissa tra partiti, la combinazione di queste cose darebbe ai cittadini italiani la sensazione che la politica ha fatto grandi sforzi per sostenere questo governo ma non ha fatto i compiti in casa propria nel senso delle riforme da fare'', ha detto il premier.

Per Monti, se questo dovesse accadere, ''i mercati internazionali sarebbero legittimati a nutrire scetticismo su quel che succederà dopo questo Governo''. E per questo si dovrebbe ''seguire il monito del capo dello Stato a fare la riforma elettorale e a rendere esplicito l'impegno a voler proseguire con la disciplina di rigore indicata dall'Europa''.

Spending review - In finale di intervista, Monti torna a sottolineare l'importanza dei tagli portati avanti dal suo esecutivo: "Se gli esami non finiscono mai, figuriamoci i compiti". Un modo per far capire che vanno bene i tagli effettuati, ma i sacrifici non sono finiti. Quanto al decreto sulla spending review, Monti difende il provvedimento dall'attacco delle parti sociali: "Non è una manovra e non sono tagli lineari fatti in modo cieco. Il governo ha fatto un'analisi di dettaglio, sulla base del lavoro del commissario Bondi, e si sono individuati gli eccessi di spesa". 

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