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Sabato, 27 Aprile 2024
L'accusa

Salvini accusa Amnesty di "razzismo". La replica: "Non sa cos'è, strano perché è un esperto"

Il vicepremier ha contestato la scelta dell'organizzazione per i diritti umani, che non parteciperà al Lucca Comics

Come nel titolo del libro di un noto generale, il mondo al contrario. Il vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, non nuovo a uscite sopra le righe, soprattutto sui social network, questa volta prende di mira Amnesty International, accusando la più grande organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani di "razzismo".

Il forfait di Amnesty al Lucca Comics

A scatenare il leader della Lega (o chi per lui, ha un nutrito gruppo di collaboratori che curano i suoi profili social h24) la decisione della ong di non partecipare al Lucca Comics: "Il patrocinio dell’ambasciata israeliana al Lucca Comics - si legge nel comunicato di Amnesty - ci spinge a rinunciare alla nostra presenza. Comprendiamo sia prassi consolidata il patrocinio di ambasciate dei paesi di provenienza degli artisti che realizzano l'immagine del festival, ma non possiamo ignorare che le forze israeliane stanno incessantemente assediando e bombardando la Striscia di Gaza, con immani perdite di vite civili".

Una scelta, quella dell’organizzazione umanitaria, che ricalca quella di una serie di artisti come Zerocalcare e Maicol & Mirco, che non parteciperanno alla manifestazione per il medesimo motivo. Una scelta che può essere più o meno condivisibile (il patrocinio era stato dato molto prima degli attentati di Hamas e della reazione di Israele), ma che con il razzismo oggettivamente non c’entra assolutamente nulla.

La replica 

"Col suo commento, Salvini in questa occasione ha dimostrato di non sapere cosa sia il razzismo. Strano, perché come dimostrano i vari ‘barometri dell’odio’ di Amnesty International Italia, in quella materia risulta essere decisamente un esperto". A parlare è Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.  Nella sua replica, Noury fa riferimento al "Batometro dell’odio" un report annuale pubblicato dall’organizzazione, che nel 2022, attraverso un monitoraggio costante delle pagine Facebook e dagli account Twitter di 85 politici, ha monitorato circa 29 mila post, verificando che un contenuto su cento incitava alla discriminazione di una persona o di un gruppo di persone. I temi più cavalcati per diffondere messaggi d’odio da parte dei politici sono stati immigrazione (53 per cento), minoranze religiose (36 per cento), mondo della solidarietà (35 per cento), Lgbtqia+ (31 per cento) e giustizia di genere (26 per cento). La coalizione del centro-destra - si legge nel documento - ha pubblicato oltre il doppio dei contenuti offensivi e/o discriminatori rispetto alla coalizione del centro-sinistra.

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