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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Se non avete ancora visto Onward dovete rimediare: ecco perché

Il lungometraggio animato appena uscito su Disney+ è magico, ma anche autentico e commovente

Il 6 gennaio in esclusiva su Disney+ è uscito Onward, film di animazione Disney Pixar del 2020, che lo scorso anno prometteva di sbancare i botteghini ma a causa della pandemia è rimasto al cinema, almeno in Italia, solo pochi giorni prima che le sale fossero di nuovo chiuse. 

Su Disney+ Onward esce a due settimane di distanza da Soul, che è già diventato un fenomeno, e promette bene: se non ripeterà il successo di Soul, ci andrà probabilmente vicino. Questo perché Onward è un piccolo (ma neanche tanto piccolo) capolavoro. 

Dopo averlo visto abbiamo raccolto un po' di informazioni, retroscena, curiosità e dettagli su questo film, per convincere avederlo chi ancora non l'ha fatto. 

Di cosa parla Onward: la trama in breve

Il film è ambientato ai giorni nostri, in un mondo popolato però da creature fantastiche: elfi, folletti, centauri, ciclopi, draghi domestici... All'inizio la voce narrante spiega che, anticamente, il mondo era avventuroso e pieno di magia, ma siccome le arti magiche erano difficili da gestire pian piano sono state sostituite dalla tecnologia, più alla portata di tutti. 

Tornando ai giorni nostri nella città di New Mushroomton, incontriamo il protagonista, l'elfo dal volto umano Ian Lightfoot, che compie 16 anni e si infila una vecchia felpa col cappuccio appartenuta a Wilden, suo padre, morto prima che lui nascesse. Conosciamo poi Laurel, la madre di Ian, e il fratello maggiore Barley, molto diverso da Ian: se il figlio minore è insicuro, timido, impacciato ma anche prudente e saggio, Barley è invece molto sicuro di sé, espansivo, forse un po' "sbandato" e grande appassionato di arti magiche e di giochi di ruolo. 

Dopo una giornata di scuola non proprio esaltante, Ian torna a casa e la mamma lo consola mostrandogli un regalo speciale. Speciale perché a farglielo è il padre Wilden, che aveva chiesto di darlo a lui e a Barley quando entrambi avessero avuto almeno 16 anni. Ma speciale anche perché si tratta di un bastone magico, e di una pietra detta "gemma fenice" da incastrarvi sopra, per poter così compiere un incantesimo in grado di riportare in vita papà Wilden per un solo giorno. 

Dopo i vani tentativi di Barley, il disperato Ian ripete l'incantesimo, che questa volta funziona. Ma a metà incantesimo la gemma fenice si distrugge, interrompendo il ritorno del genitore quando erano comparse solo le sue gambe. 

A questo punto parte la grande storia del film, con la ricerca di una gemma fenice di cui si occupano i due fratelli. Ci fermiamo qui, per non rovinare la visione del film.

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Perché Onward merita di essere visto

Già da questa sintesi si capisce che Onward ha una storia molto particolare. Come Soul, tratta il tema dell'aldilà e della morte, ma la sua unicità è data innanzitutto dall'essere "un film fantasy suburbano e moderno... un nuovo genere per Pixar" come ha sottolineato la produttrice Kori Rae.

Soprattutto, Onward è una storia di fratellanza, di amore verso la famiglia, e sulla forza d'animo che serve a superare ogni ostacolo che la vita ci mette davanti, che sia la perdita di una persona cara o un percorso complicato da affrontare. Senza spoiler, possiamo dire che, dall'inizio alla fine, Onward è un film che, nonostante sia ambientato in un mondo magico e fantastico, racconta una storia vera, autentica, emozionante e con cui è facile empatizzare, commuovendosi non poco per l'amore di Ian e Barley verso il loro papà. In sostanza, è un film in cui i protagonisti sono elfi, ma sono estremamente umani. 

Che cosa c'è dietro alla storia di Onward

A rendere ancora più umana la storia di Onward c'è l'origine della sua creazione. A raccontarla è Dan Scanlon, regista e autore del soggetto e della sceneggiatura. no in unastraordinaria avventura per scoprire se nel mondo esista ancora un po’ magia."La storia è ispirata al rapporto con mio fratello e al legame con nostro padre, che è venuto a mancare quando avevo circa un anno" ha spiegato Scanlon. "Lui è sempre stato un mistero per noi. Un nostro parente ci ha inviato una registrazione su cassetta in cui lui pronunciava soltanto due parole: ‘ciao’ e ‘arrivederci’. Due parole. Ma per me e mio fratello era pura magia".

"Questo è stato il punto di partenza" ha detto ancora Scanlon. "Tutti abbiamo perso qualcuno, e se solo potessimo trascorrere un giorno in più con loro, sarebbe una fantastica opportunità. Sapevamo che, per raccontare una storia simile, avremmo dovuto ambientare il film in un mondo in cui quell'incredibile opportunità sarebbe stata possibile". 

La story supervisor Kelsey Mann ha detto: "Mi è sempre piaciuta l’idea di poter trascorrere un giorno in più con una persona cara che è venuta a mancare. Chi non riuscirebbe a identificarsi in una situazione simile?". E anche la produttrice Rae insiste su questa empatia che si crea negli spettatori: "Mia sorella ha fatto tutto il possibile per sostenermi e prendersi cura di me durante un periodo difficile, quando frequentavo le superiori. Da questo punto di vista mi identifico molto nel rapporto tra Ian e Barley. In realtà,abbiamo scoperto che ognuno di noi aveva un legame personale con questa storia. Alcuni, come Dan, hanno perso un genitore quando erano piccoli. Altri avevano legami speciali con la mamma o la sorella. Credo che questo ci abbia aiutato a rendere speciale questa storia". 

Curiosità su Onward, dal colore della pelle alle sculture

Gli elfi di Onward sono quindi volutamente molto umani, nell'aspetto e nei sentimenti contrastanti che provano, ma il fatto che possiedano un aspetto sostanzialmente fantastico ha aiutato i filmmaker a differenziarli visivamente dagli umani. "Gli elfi sono interessanti" ha detto il character supervisor Jeremie Talbot. "Tutti noi abbiamo una vaga idea del loro aspetto, ma quell’idea è diversa per ciascuno di noi. Per scegliere quale colore dare alla loro pelle, abbiamo preso in considerazione un arcobaleno di opzioni diverse: rosa, verde, giallo, arancione, viola... finché alla fine abbiamo optato per il blu".

Un colore che ha messo un po' in difficoltà chi ha lavorato alla fotografia. E così, gli artisti hanno costruito delle sculture dei componenti di ogni specie per capire come inserire gli elfi in quel mondo. Una volta determinato il linguaggio visivo degli elfi, sono riusciti a concentrarsi su Ian, Barley e Laurel Lightfoot. Talbot spiega che gli elfi dovevano apparire come una singola specie, quindi gli artisti hanno dovuto assicurarsi che i membri della famiglia condividessero tratti simili. "Ci siamo accorti che, se avessimo modificato un personaggio, avremmo dovuto modificare di conseguenza anche gli altri. Quindi la mamma ha alcune caratteristiche di Ian e anche alcuni aspetti di Barley. Abbiamo dovuto eseguire una sorta di danza per mantenerli tutti in equilibrio traloro".

Anche i personaggi sullo sfondo (le "comparse", diciamo) erano essenziali per rendere umana questa storia fantastica e per definire la comunità incui Ian e Barley vivono, ispirata a Los Angeles ma anche ai sobborghi di Sacramento, altrà città della California. "Los Angeles è stata una fonte di ispirazione fondamentale" ha rivelato Becky Neiman-Cobb, produttrice associata del film."Stavamo progettando una moderna città metropolitana. Dunque, nel definire il design della popolazione, volevamo assicurarci di raffigurare la grande varietà di persone diverse che caratterizza città come Los Angeles. Volevamo che gli spettatori fossero in grado di vedere se stessi nel mondo che stavamo creando". Gli artisti hanno incorporato un certo livello di variazione all’interno di ciascuna delle specie, tra cui personaggi con disabilità e persino un drago guida per ciechi. "Volevamo trovare dei modi per rappresentare con attenzione le persone con disabilità" afferma Neiman-Cobb. "Abbiamo incontrato alcuni esperti per assicurarci di essere rispettosi".

Dan Scanlon ha spiegato perché Onward è così unico: "Solitamente i film fantasy sono ambientati tanto tempo fa in un’epoca molto nobile e in una terra bellissima. L’opportunità di vedere questi personaggi all’interno di un mondo simile al nostro era davvero unica. È divertente immaginarli mentre usano uno skateboard, prendono l’autobus, guardano la televisione o giocano ai videogiochi. È qualcosa che non abbiamo mai visto prima d’ora... vedendo un elfo che accompagna suo figlio agli allenamenti di calcio, si crea una contrapposizione fantastica".

Onward, i trailer e i doppiatori italiani

Tra i doppiatori italiani ci sono diversi nomi noti. A partire da Sabrina Ferilli, che presta la sua voce a mamma Laurel, e da Fabio Volo, che invece è il doppiatore di papà Wilden. Ci sono poi lo youtuber Favij, il comico Raul Cremona e il conduttore radiofonico David Parenzo che interpretano rispettivamente uno spiritello, un apprendista stregone e un cameriere. Ma c'è anche Renato Cecchetto, voce nota per aver doppiato Shrek, che qui interpreta Fenwick. I due personaggi principali sono invece doppiati da Alex Polidori (Ian) e Andrea Mete (Barley).

Se vi servisse ancora una motivazione per vedere subito Onward, potete trovarla dando uno sguardo al trailer

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