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Lunedì, 29 Aprile 2024
Sanremo

Chi è Cecilia Lasagno, l'arpista cantautrice che accompagna Max Gazzé all'Ariston

"L'arpa è sempre circondata da un'aura di pomposità e di noia, e invece non è affatto così", racconta a Today.it l'artista torinese, che presto pubblicherà un nuovo disco di canzoni

Sul palco dell'Ariston non è passata inosservata: è Cecilia Lasagno, l'arpista che accompagna Max Gazzé nella sua delicata e romantica "La leggenda di Cristalda e Pizzomunno".

Torinese, classe 1989, diplomata nel conservatorio della sua città, un passato a Los Ageles come musicista di strada e in giro per mare sulle navi da crociera come performer, Cecilia vive con emozione questa esperienza sanremese. "Sono estremamente emozionata, è la prima volta che una collaborazione del genere mi porta in un ambiente televisivo come questo, è molto strano. Ma sono nella posizione privilegiata di accompagnatrice di Max Gazzé, quindi mi diverto, suono la mia parte e devo occuparmi solo di quello, non ho l'ansia della gara ed è molto bello", racconta a Today.it

E' insolita la presenza di uno strumento così classico sotto i riflettori televisivi, come lo è pure sentirlo in una canzone di musica leggera. Uno strumento per lo più sconosciuto, ma che attira sempre molta curiosità. "L'arpa è sempre circondata da un'aura di pomposità e di noia, e invece non è affatto così. E' uno strumento inesplorato che ha tanto da dare, più di altri che magari sono più 'stanchi' dopo tanti anni di utilizzo sfrenato". Sfatiamo il mito dell'arpa come strumento leggiadro, femminile e angelico? "Assolutamente sì, l'arpa è uno strumento da veri uomini. Richiede forza fisica, voglia di trasportarla, i calli sui polpastrelli. Mentre la chitarra ha bisogno di un tocco delicato e infatti i grandi chitarristi  hanno un controllo della mobilità fine incredibile, l'arpa è pesante, ha tanti chili di tensione, è ingrombante. E' uno strumento che va governato e nella sua gestione uno può trovare molta autostima". 

Cecilia ha scoperto l'arpa da piccolissima. Un colpo di fulmine che poi l'ha portata a iscriversi al Conservatorio e diplomarsi. Senza sentirsi costretta nei limiti dell'accademia, Cecilia ha iniziato subito a portare l'arpa "fuori", in strada e nei locali, contaminandola con il pop e la musica elettronica, e aggiugendo la propria voce, con canzoni scritte da lei. "Ogni tanto quando faccio un concerto capisco che il pubblico sta pensando: 'Oddio, ora mi tocca sentirmi un'ora di arpa'. Invece poi scoprono che è cosa molto intrattenitiva. Mi sono diplomata in arpa classica, che ha il grande vantaggio di poter suonare qualsiasi musica ma ha anche il grande svantaggio di pesare 45 chili. Suono anche l'arpa celtica, che posso portare nei locali, faccio musica pop, scrivo canzoni". Nel 2015 è uscito il suo primo disco, "Guest", e sta già lavorando ad un altro. "Le canzoni sono già pronte, appena finito Sanremo mi butto in studio e inizio a registrare". 

Cecilia insegna inoltre in una classe di scuola media a indirizzo musicale a Settimo. "Mi piace da matti - racconta, con l'entusiasmo che la contraddistingue - E' un indirizzo sperimentale, che mi sembra funzioni molto bene. I ragazzi hanno un'ora a settimana di strumento e una di orchestra. Hanno un rapporto uno a uno con il professore e in una materia curriculare, quindi che fa media esattamente come scienze o italiano. Secondo me è molto stimolante e cerco anche di trasmettere ai ragazzi che questo può essere davvero un mestiere, se uno insiste". 

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