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Lunedì, 29 Aprile 2024
Sanremo

Sanremo 2018, Meta e Moro: "Non siamo due furbacchioni, regolamento rispettato"

Finiti al centro delle polemiche dopo le accuse, i due cantanti si difendono e ribadiscono la loro onestà intellettuale. "I nostri legali e il nostro management ci ha assicurato che il tutto rientrava nei regolamenti del Festival"

Non ci stanno Ermal Meta e Fabrizio Moro a passare per "furbacchioni", dopo essere finiti nella bufera per le accuse di plagio con la loro "Non mi avete fatto niente", ritenuta troppo simile a "Silenzio", entrambe scritte stesso autore Andrea Febo (quest'ultima è stata presentata nel 2016 a Sanremo Giovani). 

Arrivati in conferenza stampa, il primo a parlare è Ermal Meta, che attacca subito: "Voi tutti ci conoscete, sapete chi avete davanti: siamo due cantautori, facciamo questo lavoro da molto tempo, siamo fra quelli fortunati che hanno trasformato la propria passione in lavoro. Sappiamo come si scrivono canzoni. Sappiamo anche conservare la bellezza senza sprecarla. Non avete davanti a voi due furbacchioni, perché non avrebbe senso fare quello di cui siamo stati accusati".  

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"Siamo stati rispettosi del regolamento", dice Meta e ribadisce: "Noi scriviamo canzoni e sappiamo mantenere intatta la nostra integrità artistica. Non abbiamo usato il campionamento di 'Nel blu dipento di blu" ma di una canzone sconosciuta che meritava la chance di aver uno spazio importante, una canzone scritta non per essere presentata al Festival. Abbiamo semplicemente scritto una canzone senza pensare a Sanremo, poi siamo stati invitati da Baglioni, siamo andati in studio a registrare, perché il 90 per cento del nostro tempo è occupato dallo studio e dalla costante ricerca sempre nel nome della bellezza e della verità emotiva". 

Fabrizio Moro si inserisce e, con voce vibrante e carica di emozione, afferma con forza: "Mi ha fatto male sentire usare la parola plagio e noi non abbiamo bisogno di plagiare nessuno". Ricorda la genesi della canzone, ispirata dalla frase del padre di una delle vittime del Bataclan. 

Il cantante romano spiega che l'autore del testo, Andrea Febo, "ha fatto una richiesta formale per rimuovere il link a cui era possibile ascoltare 'Silenzio' perché quell'opera lì non era più riconosciuta anche da me, co-autore, visto che da quella ne era nata un'altra". Meta poi chiarisce: "Quando si parla di musica il confine è sempre molto labile, le note sono fatte d'acqua. Però chi ha studiato il regolamento non ha lasciato le cose al caso", conclude, riferendosi alla decisione di consentire ai due artisti di proseguire la gara con il brano. "Se un pezzo rimane completamente sconosciuto, sta a me rimetterlo in gioco e dargli una chance", ribadisce Moro per difendere la scelta del testo di Andrea Febo. 

"Ci siamo posti il problema del link, ma i nostri legali e il nostro management ci ha assicurato che il tutto rientrava nei regolamenti del Festival", sottolinea Moro. 

La polemica con i giornalisti

In sala stampa da giorni c'è un clima teso e, nonostante le spiegazioni della Rai, erano rimasti forti dubbi tra i giornalisti, che però si sono trovati nella difficile posizione di doversi "difendere" dagli attacchi dei fan dei due cantanti. Andrea Spinelli, presidente della Sala Stampa, alla fine ha ufficialmente preso la parola per difendere il diritto dei giornalisti a fare il proprio lavoro, sollevando la questione e spingendo la Rai e i protagonisti a chiarire la situazione. 

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