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Sabato, 27 Aprile 2024
Sanremo

Napoli e il premio a Geolier, i genitori di Giovanbattista Cutolo: "Indignati, certi simboli fortificano la malavita"

Daniela di Maggio e Franco Cutolo hanno duramente commentato la targa che il Comune ha assegnato al secondo classificato al Festival di Sanremo

Napoli celebra Geolier. Il 12 febbraio il rapper ha ricevuto la targa che il Comune gli ha dedicato per il successo ottenuto al Festival di Sanremo. La premiazione è avvenuta nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, ma non senza polemiche. Daniela Di Maggio e Franco Cutolo, madre e padre di Giovanbattista Cutolo, il 24enne musicista ucciso da tre colpi di pistola esplosi da un 16enne dopo una lite in un parcheggio, hanno duramente criticato la scelta del Comune di dare tale riconoscimento a Geolier.

Geolier: "Sono della città di Napoli"

"Sono contento e sono grato del supporto della mia città, non era scontato è invece è stato esagerato - ha dichiarato il trapper dopo aver ricevuto il premio - Le persone si sono sentite veramente in diritto di supportarmi. Alla fine è vero che quando un prodotto esce da Napoli i napoletani ne sono proprietari, io sono proprietà della città di Napoli". "Io sono andato a Sanremo con un obiettivo, quello di portare il dialetto, anzi la lingua napoletana, al Festival e ci sono riuscito. Il resto conta poco", ha spiegato ancora il musicista, che poi, parlando con i giornalisti, ha voluto chiarire che "Angelina Mango ha meritato di vincere". "Napoli - ha poi aggiunto - è amore. Se mi impegnerò per il riscatto delle periferie? L'ho sempre fatto". 

"In segno di gratitudine e di ammirazione per il prestigioso traguardo, per aver rappresentato la città e la sua cultura musicale nella gara canora più prestigiosa del Paese: il festival di Sanremo. Napoli, grande città della musica, sostiene i suoi talenti". Questo è quanto si legge sulla targa donata al cantante. Tantissimi gli applausi per Geolier in contrapposizione ai fischi nella quarta serata di Sanremo.

I genitori di Giovanbattista Cutolo contro il Comune di Napoli

Daniela Di Maggio ha commentato la premiazione al Corriere della Sera: "Non si può fare una cosa del genere. Così passa un messaggio sbagliato".  "L'ho difeso certo e difenderò Geolier, che sta cambiando il suo modo di scrivere e fare musica - ha aggiunto Di Maggio che è stata invitata anche da Amadeus a Sanremo per parlare del figlio - Che ha detto anche che dalla morte di Giogiò i ragazzi hanno capito tante cose, che avere un'arma non è la soluzione, che i ragazzi dei quartieri devono cambiare. Bene, era quello l'obiettivo. Ma premiare solo chi nel passato imbracciava il kalashnikov d'oro, cioè Geolier, escludendo una vittima, Giogiò, è incoerente, sbagliato. Mi chiedo: tu sindaco di Napoli che messaggio vuoi dare alla città? Sono indignata". Di Maggio, quando parla del kalashnikov, fa riferimento al videclip del brano "Narcos" pubblicato su YouTube quattro anni fa.

Parole a cui si sono aggiunte quelle di Fraco Cutolo. "Geolier è un ragazzo fortunato perché si è trovato spinto da un ingranaggio mediatico e pubblicitario che, a prescindere dal Festival di Sanremo, gli ha fatto intercettare il mood dei ragazzi. Ma ciò non giustifica la sua impresentabilità, la sua mancanza di cultura e di preparazione", ha dichiarato Cutolo all'Agi, "Lo dico da artista che ha sempre rappresentato nel proprio teatro le minoranze, che ha dato spazio alla cultura popolare e alle culture subalterne ma qui, pero', troviamo solo la cultura dell'efferatezza".

Franco ha poi aggiunto: "Ho saputo che Geolier è uno dei miti dell'assassino di mio figlio e non mi sorprende. Ma è retorica, quel che conta è ciò che lui rappresenta: nel look, nel modo di parlare, nel modello che offre ai ragazzi della strada". Parole dure: "Smettiamola, per favore, con il campanilismo becero per cui poiché è napoletano noi napoletani dobbiamo auspicare che vinca Sanremo un impresentabile".

"Questo campanilismo, questa autoconsolazione è la rovina di Napoli. Certi simboli fortificano la malavita e se la malavita si fortifica saranno uccisi altri Giogiò che tanto potrebbero dare alla nostra città. Mi dispiace - ha dichiarato ancora  Franco Cutolo - che la politica sia diventata un business di numeri, che il sindaco si presti a questo solo perché contano i numeri dei follower, degli streaming e dei download. I milioni. Non la qualità. Contano i numeri". "Non parlo per classismo né disprezzo le periferie. Semplicemente, mi vergogno che si omaggi questo tipo di rappresentazione. E non solo perché sono il padre di Giogiò. Lo dico da napoletano e da artista".

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