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Sabato, 27 Aprile 2024
Il censimento Istat

Più di 180mila nascite in meno rispetto al 2008: così le crisi hanno spopolato l'Italia

Il censimento Istat 2022 sugli italiani fotografa, ancora una volta, un Paese che ha smesso di pensare al futuro e che sogna la fuga dallo Stivale: gli italiani che hanno scelto di vivere all'estero sono aumentati del 50% rispetto al 2002

Il crollo è quasi epocale. Dal 2008 ci separano una crisi finanziaria durissima, due governi tecnici e una pandemia che ha ridisegnato le nostre vite. Ma ad allontanarci dai primi anni del secolo ci sono anche una flessione di 183mila nascite, il 31,8% in meno. L'equivalente di tre città di provincia medie italiane. Sono i dati dell'ultimi censimento Istat che disegnano l'ennesimo crollo della natalità di un Paese che invecchia rapidamente e dove molti sognano (e realizzano) la fuga. 

Il crollo delle nascite

I nati residenti in Italia sono 393mila nel 2022, con un tasso di natalità del 6,7 per mille. Si rilevano quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021 (-1,7%), e ben 183mila in meno (-31,8%) rispetto al 2008, anno in cui il numero dei nati vivi registrò il più alto valore dall’inizio degli anni Duemila. E a sostenere la natalità dello Stivale ci pensano i cittadini stranieri, più che gli italiani. 

La diminuzione delle nascite è in gran parte determinata dal calo della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni), oltre che dalla continua diminuzione della fecondità. Nel 2022 il numero medio di figli per donna è pari a 1,24, valore in lieve calo rispetto all’anno precedente (1,25) e in linea con il trend decrescente in atto dal 2010, anno in cui si registrò il massimo relativo di 1,44 figli per donna.

Un trend molto più accentuato al Centro-Italia con una percentuale di 1,15 per donna e meno al Nord e al Sud dove il tasso di fecondità si attesta su 1,26. Il massimo valore di fecondità (1,64), si registra nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen, mentre la Sardegna continua a detenere il valore minimo (0,95). Ed è rilevante la differenza di fecondità ed età del primo figlio tra le donne italiane e quelle straniere: le prime hanno in media 1,18 figli per donna e un’età media al parto pari a 32,9 anni, le seconde hanno invece una fecondità più alta (1,86) e un’età media al parto più bassa (29,5).

Per il totale delle donne residenti, l’età media al parto rimane stabile rispetto al 2021, pari a 32,4 anni, mentre l’età media alla nascita del primo figlio si attesta a 31,6 anni. L’età media al parto è più alta nel Centro e nel Nord (32,8 e 32,5) rispetto al Mezzogiorno (32,0).

La grande fuga degli italiani verso l'estero 

Sono quasi 6 milioni (5milioni e 940mila) gli italiani che vivono stabilmente all'estero. Rispetto al censimento del 2003 l'incremento supera il 50% (+53,4%). Più di un milione di italiani ha scelto, in questi ultimi 20 anni, di abitare in un altro paese europeo, soprattutto nel Regno Unito e in Spagna. Aumentano considerevolmente i nostri connazionali nei paesi sudamericani come Argentina, Brasile e Svizzera. In Australia sono presenti 156.847 italiani, pari al 2.6% del totale dei nostri connazionali all'estero. L’età mediana per il totale degli italiani residenti all’estero è pari a 43 anni, con valori che variano dai 33 anni dei residenti in Austria ai 58 anni dei residenti in Canada.

Ma se, soprattutto nei paesi sudamericani come Brasile e Argentina, l'aumento dei residenti è dovuto prevalentemente al mantenimento della cittadinanza di origine dei genitori o alla sua riacquisizione per discendenza ('iure sanguinis') da un progenitore italiano, ben diverso il fenomeno verso altre tipologie di nazioni e continenti. E gli Italiani si muovono anche verso l'Asia (+216% di spostamenti dal 2022) o verso altre nazioni europee (il Regno Unito fa registrare un incremento del +181%) in cerca di opportunità che sentono spesso di non avere in Italia. 

Aumenta la presenza di stranieri: la maggior parte sono europei 

Aumenta leggermente la popolazione straniera in Italia. Nel 2022 risiedevano in Italia 5.141.341 cittadini stranieri, pari all'8,7% della popolazione (nel 2021 erano l'8,5%). La popolazione straniera residente resta comunque nettamente più giovane della popolazione di cittadinanza italiana, come evidenziato dal confronto tra le piramidi delle età. La popolazione con meno di 10 anni è percentualmente più ampia tra i cittadini stranieri, rappresentando l’11,7% del totale dei suoi residenti, mente tra gli italiani si arriva al 7,4%.

Ma i cittadini stranieri che abitano in Italia non arrivano da molto distante: quasi la metà di quelli censiti nel 2022 è di cittadinanza europea (47,0%), il 23,0% asiatica, il 22,4% africana e il 7,6% americana.

I cittadini stranieri residenti in Italia posseggono 194 nazionalità differenti, ma quasi i due terzi (63,5%) rientrano tra i primi 10 Paesi di cittadinanza. La Romania si conferma il Paese con il maggior numero di residenti (rappresentando il 21,0% del totale), seguita dall’Albania e dal Marocco (che nel 2021 erano rispettivamente la terza e la seconda collettività), entrambi con un contingente pari all’8,1% della presenza straniera in Italia. Cina (6% del totale) e Ucraina (4,9%) si confermano la quarta e quinta collettività per numero di individui, seguite da Bangladesh, India, Filippine, Egitto e Pakistan.

E la popolazione straniera residente  è nettamente più giovane della popolazione di cittadinanza italiana, come evidenziato dal confronto tra le piramidi delle età. Per accorgersene basta badare a un dato su tutti:  i minori di 10 anni rappresentano l’11,7% dei residenti tra gli stranieri. Tra gli italiani si ferma al 7,4%.

Del resto il trend di denatalità delle famiglie italiane va avanti da anni e sembra sempre più correlato a variabili che non si riesce a invertire: dai salari rimasti quelli di 30 anni fa al lavoro femminile fermo al palo (e spesso meno retribuito), fino alla precarietà strutturale e alla mancanza di strutture di welfare adeguate. Una dinamica acuita dalle tante crisi che hanno attraversato anche il nostro Paese negli ultimi anni che hanno portato molti italiani a ipotecare anche il proprio futuro.

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