rotate-mobile
Sabato, 27 Aprile 2024
Manovre salvavita

Arresto cardiaco, quali sono i sintomi e le manovre salvavita da fare

"La prontezza e la capacità di agire rende i soccorsi più efficaci e aumenta il numero di persone che possono essere salvate". Andrea Scapigliati, medico rianimatore, spiega come riconoscere un arresto cardiaco e praticare la rianimazione cardiopolmonare

Ogni anno, in Europa si registrano circa 400 mila arresti cardiaci, di cui 60 mila in Italia. La tempestività del soccorso può fare la differenza tra la vita e la morte. Eppure, solo nel 58% dei casi, chi assiste interviene con le manovre salvavita, e in una percentuale ancora più esigua, il 28% dei casi, utilizza un defibrillatore. La sopravvivenza è di circa l'8%.

Per ridurre l'impatto di questo fenomeno, che si verifica il più delle volte al di fuori di un contesto sanitario, bisogna saper riconoscere un arresto cardiaco e praticare in maniera corretta la rianimazione cardiopolmonare finalizzata al mantenimento della circolazione sanguigna e del trasporto di ossigeno ai vari organi e tessuti poichè il cuore non è più in grado di contrarsi e di far circolare il sangue correttamente. Chiaramente, l'esecuzione delle manovre, in attesa dell'arrivo dei soccorsi, non garantisce in maniera assoluta che il paziente sopravviva, ma aumenta la possibilità che sopravviva e non riporti danni cerebrali. Ne abbiamo parlato con Andrea Scapigliati, medico anestesista rianimatore e vicepresidente di Italian Resuscitation Council (IRC), che sta promuovendo una campagna di sensibilizzazione sulla diffusione della conoscenza delle manovre salvavita.

Dott. Scapigliati, come si riconosce un arresto cardiaco?

"Con arresto cardiaco si indicano tutte le condizioni in cui il cuore non riesce più a far circolare il sangue e, di conseguenza, a far arrivare ossigeno agli organi della vittima; in assenza di circolazione, si innesca il processo di morte che diventa irreversibile in pochissimi minuti. Una persona in arresto cardiaco non respira, è incosciente e non risponde agli stimoli. In genere l’arresto cardiaco si manifesta all’improvviso senza segnali premonitori. In casi rari può essere preceduto da senso di fatica, vertigini, dolore toracico, perdita di sensi, palpitazioni e vomito". 

Articolo: Una semplice TAC può monitorare l'invecchiamento del sistema immunitario

Quanto tempo si può stare in arresto cardiaco?

"È un argomento al momento dibattuto: dipende da moltissime circostanze come l’età della vittima, la temperatura a cui si trova e altre variabili metaboliche e farmacologiche. Tuttavia, il cervello è un organo estremamente vulnerabile all’assenza di ossigeno e dopo pochi minuti (circa 5) va incontro a danni irreversibili".

Arresto cardiaco improvviso

La possibilità di sopravvivenza all’arresto cardiaco diminuisce del 10% per ogni minuto che passa. Soccorrere il paziente in maniera tempestiva può aumentare la possibilità di sopravvivenza. Quali sono le manovre salvavita per soccorrere una persona colpita da arresto cardiaco in attesa dell’arrivo dei soccorsi?

"Innanzitutto bisogna riconoscere un arresto cardiaco da queste caratteristiche: chi ne è vittima, perde coscienza, non risponde ai richiami e smette rapidamente di respirare in modo normale. Bisogna immediatamente chiamare il 112/118, descrivere la situazione e, se non si sa come comportarsi, farsi guidare dall’operatore. In questa fase, è importante iniziare immediatamente il massaggio cardiaco, con compressioni forti e veloci del torace (2 al secondo), da eseguire con le mani poste al centro dello sterno e le braccia tese. Se possibile, con l’aiuto di altre persone presenti, va recuperato il defibrillatore automatico esterno (DAE) più vicino".

Le manovre salvavita sono le stesse nell’adulto e nel bambino?

"Dipende da chi le esegue. Se il soccorritore è un operatore professionale formato specificatamente, le manovre differiscono perché tengono conto di alcuni aspetti caratteristici dell’arresto cardiaco nel bambino (ad esempio, la necessità delle ventilazioni ad intervalli più frequenti). Anche la tecnica del massaggio può differire a seconda delle dimensioni del torace (a due mani, ad una mano, con due dita). Per il soccorritore occasionale, invece, sarebbe complicato tenere a mente tutte queste variazioni per cui l’algoritmo e le tecniche consigliate sono le stesse sia nell’adulto che nel bambino. Se si usa il DAE, è possibile che questo sia dotato di piastre pediatriche o di un interruttore per la modalità pediatrica che vanno utilizzati nei bambini di età inferiore a 8 anni. Viceversa, anche l’uso del DAE non cambia tra adulto e bambino". 

Articolo: Raffreddore lungo, una "nuova" malattia: quali sono i sintomi (che durano fino a 11 settimane) 

Come funziona il defibrillatore, e quando è il momento di utilizzarlo?

"Una volta acceso, il DAE guida l’utente nei diversi passaggi con un messaggio vocale e con le illustrazioni presenti. L’operatore del 112/118 che ha risposto al telefono e con cui dobbiamo rimanere in contatto in vivavoce è pronto a darci tutte le istruzioni necessarie sulle manovre da eseguire. Il DAE è da collegare alla vittima applicando le piastre adesive sul suo torace nudo. La macchina sa “leggere” il ritmo cardiaco residuo presente nella vittima ed è in grado di capire, in base a questo, se è il caso di erogare la scossa. In questo caso un messaggio vocale darà indicazione al soccorritore di premere il tasto per l’erogazione della scossa. In quel momento i presenti non devono toccare la vittima di arresto cardiaco".

Istruzioni Massaggio Cardiaco

In quali luoghi sono obbligatori i defibrillatori automatici esterni (DAE)?

"Nei centri sportivi gestiti da associazioni e società sportive professionistiche e dilettantistiche (oltre 120.000 in Italia) e nei centri sportivi pubblici frequentati da queste realtà. La legge italiana 116 del 2021 intende inoltre favorire la presenza dei DAE nelle sedi delle pubbliche amministrazioni, con almeno quindici dipendenti e servizi aperti al pubblico, negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e nei porti, a bordo dei mezzi di trasporto aerei, ferroviari, marittimi e della navigazione interna che effettuano tratte con percorrenza continuata, senza possibilità di fermate intermedie, della durata di almeno due ore". 

E' stato osservato che l’aumento della sopravvivenza è associato a un notevole incremento della percentuale dei soccorritori occasionali che sono stati in grado di effettuare la rianimazione cardiopolmonare in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Cosa dicono gli ultimi risultati scientifici sulla sopravvivenza della popolazione legata alla diffusione della cultura della rianimazione?

"Si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovre salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e circa nel 20% dei casi con il defibrillatore. La sopravvivenza è di circa l’8%. Ci sono, tuttavia, delle eccezioni positive. Uno studio danese ha esaminato oltre 50.000 casi di arresto cardiaco extra-ospedalieri verificatisi in Danimarca tra il 2005 e il 2019 e ha osservato in questo periodo un aumento della sopravvivenza a 30 giorni dal 4,5% del 2005 al 14% del 2019. L’aumento della sopravvivenza è associato a un notevole incremento della percentuale dei soccorritori occasionali che sono stati in grado di effettuare la rianimazione cardiopolmonare in attesa dell’arrivo dei soccorsi (dal 27% del 2005 all’80% del 2019). Su questo incremento ha inciso il fatto che l’insegnamento della rianimazione cardiopolmonare è stato reso obbligatorio in Danimarca dal 2006 per ottenere la patente e per iscriversi ai corsi professionali al punto che i certificati rilasciati sono passati dai 35.000 del 2005 agli oltre 200.000 di ciascuno degli anni successivi". 

Chi vuole imparare le manovre salvavita e ad utilizzare un defibrillatore a chi si può rivolgersi?

"Ci sono molti enti o associazioni che erogano corsi BLSD (Basic Life Support and Defibrillation) e che sono registrati nelle centrali operative o nelle agenzie regionali del 118 a cui ci si può rivolgere per indicazioni più precise. Molte di queste organizzazioni hanno siti web di facile consultazione".

L’Italia è uno dei pochi Paesi europei che ha previsto l’insegnamento obbligatorio della rianimazione cardiopolmonare e dell’utilizzo dei defibrillatori automatici esterni (DAE) nelle scuole medie e superiori. Quanto è importante che anche i bambini e i ragazzi imparino le manovre salvavita? In che modo la formazione precoce e il coinvolgimento dei più piccoli potrebbe aumentare i tassi di sopravvivenza dell’arresto cardiaco?

"È fondamentale perché insegnare ai giovani significa creare gradualmente una popolazione sempre più consapevole e capace di intervenire in caso di arresto cardiaco. La prontezza e la capacità di agire rende i soccorsi più efficaci e aumenta il numero di persone che possono essere salvate".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Arresto cardiaco, quali sono i sintomi e le manovre salvavita da fare

Today è in caricamento