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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cosa significa

Cos'è questa storia dei prelievi diretti dai conti correnti

L'Agenzia delle entrate avrà la possibilità di accedere ai conti con un "collegamento telematico diretto", per verificarne la disponibilità prima di effettuare un pignoramento. Se dovessero emergere "crediti del debitore" nella disponibilità di uno o più operatori finanziari, l'agente "redige e notifica telematicamente al terzo, senza indugio, l'ordine di pagamento". Cosa prevede (e cosa significa in concreto) una delle novità inserite nell'ultima bozza della manovra 2024. In serata è arrivata una precisazione del governo: "Non si farà"

Prima di procedere a un pignoramento, il Fisco avrà la possibilità di accedere direttamente ai conti correnti dei contribuenti inadempienti per verificarne la disponibilità, senza dover più chiedere alle banche informazioni relative all'esistenza o meno di giacenze e saldi "aggredibili". E se ci sono i soldi, scatta subito l'ordine di pagamento per chi ha debiti. È scritto nero su bianco nell'ultima bozza della manovra 2024, varata nei giorni scorsi dal governo Meloni, all'articolo 23. Cosa significa in concreto? Con l'accesso diretto ai conti correnti e i pignoramenti telematici, la manovra "apre le porte" delle banche all'Agenzia delle entrate, con una trafila più snella e con tempi ridotti.

Procedure simili all'estero sono in uso da tempo: quello che spaventa in Italia, tuttavia, sono i frequenti errori del Fisco. "Prima dell'introduzione della non impugnabilità degli estratti di ruolo, il contribuente aveva la possibilità di verificare la propria situazione debitoria e di identificare eventuali errori prima di subire azioni esecutive. Ora, invece, il contribuente è esposto prima alle azioni esecutive e solo successivamente può tentare di difendersi", ha detto Simone Forte, avvocato e co-founder di Cfi-crisi fiscale d'impresa. Ma andiamo con ordine, provando a capire meglio.

I crediti del debitore e l'ordine di pagamento

Nello specifico, la norma prevede che, prima che si proceda al pignoramento dei conti scoperti dalla consultazione dell'archivio dei rapporti finanziari, l'agente dell'Agenzia delle entrate possa, in fase stragiudiziale (cioè senza l'intervento di un giudice e il coinvolgimento di un tribunale), accedere con "collegamento telematico diretto, alle informazioni relative alle disponibilità giacenti sui conti". Se durante queste verifiche dovessero emergere "crediti del debitore" nella disponibilità di uno o più operatori finanziari, l'agente dovrà redigere e notificare "telematicamente al terzo, senza indugio, l'ordine di pagamento", si legge nell'articolo 23 nell'ultima bozza della legge di bilancio 2024. In poche parole, significa che la riscossione può ordinare al soggetto terzo che ha il debito col contribuente di pagare le somme al Fisco. La norma inserita nell'ultima versione della manovra specifica poi che "la notifica dell'ordine di pagamento è effettuata, a pena di nullità, anche al debitore, con le modalità stabilite". C'è un limite massimo di tempo: "Non oltre trenta giorni dalla notifica al terzo".

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In termini pratici, poi, la bozza prevede che le "soluzioni tecniche di cooperazione applicativa" per l'accesso alle informazioni vengano definite con un decreto del ministero dell'economia e delle finanze, sentite l'Associazione bancaria italiana (Abi), Poste italiane e l'Associazione italiana dei prestatori servizi di pagamento. A questi si aggiunge anche l'obbligo di sentire il garante per la protezione dei dati personali, anche ai fini dell'adozione, si precisa, di "idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza, anche di carattere organizzativo". Il Mef avrà anche il compito di elaborare la definizione delle "specifiche modalità informatiche" con cui va redatto e notificato telematicamente l'ordine di pagamento.

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C'è chi ha già parlato di una "tempesta perfetta per i contribuenti sui pignoramenti". "È inutile parlare di un Fisco amico dei contribuenti se poi le leggi create vanno in direzione diametralmente opposta", ha detto Carlo Carmine, founder di Cfi-crisi fiscale d'impresa, specificando che "ci troviamo di fronte a una combinazione devastante per imprenditori e professionisti. L'accesso diretto ai conti correnti da parte dell'Agenzia delle entrate-riscossione è la ciliegina sulla torta di un sistema che sembra aver dimenticato i diritti dei contribuenti. Si rischia di vedere azioni esecutive su debiti che potrebbero essere prescritti o affetti da vizi, senza che il contribuente abbia avuto la possibilità di difendersi in anticipo".

Aggiornamento ore 21.25 - In serata diverse fonti hanno assicurato che il provvedimento, presente in una delle tante bozze della manovra circolate finora, non incontra il favore della premier. "Non se ne parla, questa norma non passa", avrebbe detto Giorgia Meloni, bloccando così il cosiddetto prelievo forzoso. La bozza di cui si discute sarebbe "già superata dal primo momento in cui la premier l'ha vista". In precedenza, Matteo Salvini ha dichiarato che "non ci saranno incursioni sui conti correnti, diversamente da quello che si legge. La cosa certa è che ci saranno 14 miliardi in più nelle buste paga di 14 milioni di lavoratori". Dalla Lega arrivano però critiche sull'ipotesi dei nuovi pignoramenti. "Non sono a favore di mettere le mani nei conti correnti della gente, ma vediamo cosa ci sarà scritto nella manovra. Non penso si vada in quella direzione", ha detto il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa.

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