rotate-mobile
Domenica, 28 Aprile 2024

Daniele Tempera

Giornalista

La vera "epidemia" italiana che colpisce i bambini (e di cui nessuno parla)

Non deve essere facile, per chi non è troppo avvezzo all'ironia, avere a che fare con i paradossi. L'augurio è che qualcuno all'interno della maggioranza ne sia provvisto. Perché, se dopo aver promesso zero sbarchi il governo Meloni si è trovato a gestire un esodo epocale,  allo stesso modo, dopo aver ribadito più volte di voler difendere le famiglie, l'Esecutivo si trova oggi alle prese con un tasso di povertà crescente che sta letteralmente mettendo in crisi molti nuclei familiari. Con buona pace di tutti i "Family Day" e della cosiddetta "famiglia tradizionale". 

E l'evidenza è sempre la stessa: mettere al mondo un figlio (o peggio, metterne al mondo più di uno) non è una scelta che tutti possono compiere a cuor leggero. Un bambino su quattro in Italia è a rischio povertà, mentre il 13.4% la sperimenta quotidianamente. Una percentuale che al Sud arriva a sfiorare il 16%. Un trend che, da anni,  non smette di crescere e che, rispetto al 2021, fa registrare un nuovo incisivo incremento. E mentre si parla di scarsa natalità si dovrebbe riflettere su un solo, semplice, dato: il 20% delle famiglie con tre e più figli versano in uno stato di povertà assoluta (nel 2021 erano il 18%). 

La povertà minorile è una vera e propria epidemia che incide su aspettative di vita, devianza sociale e prospettive di quelli che saranno i cittadini di domani. Non è un caso che il tasso di abbandono precoce scolastico sia nel nostro Paese di due punti maggiori rispetto alla media europea (11.5% contro 9.6%). E non lo è che un giovane su cinque, tra i 15 e i 29 anni, sia di fatto un "Neet", ovvero una persona che non studia, non lavora e non è inserito in nessun percorso di formazione. Anche questo, se guardiamo fuori dai nostri confini, è un triste record nostrano. 

E le percentuali salgono se si guarda alla popolazione non italiana: oltre il 33% delle famiglie composte da cittadini stranieri, ma residenti in Italia, versano in condizioni di povertà assoluta. Quasi la metà dei bambini di queste famiglie sono a rischio povertà ed esclusione sociale. Saranno loro, che piaccia o meno, i nuovi italiani. Eppure, come i loro genitori, sono di fatto invisibili. 

Il paradosso: in un Paese a natalità zero i pochi che nascono rischiano la povertà

Per rendermi conto di cosa vogliano dire davvero questi dati, ho deciso di bussare alla porta dell'associazione di volontariato romana "Nonna Roma". Qui ho incontrato Isamar, quasi 30 anni e quattro figli, rispettivamente di: 9, 7, 4 anni e l'ultima arrivata di pochi mesi.

Isamar è peruviana ed è in Italia da quasi quattro anni con il marito. Entrambi hanno un regolare permesso di soggiorno. Si reca periodicamente dai volontari per ricevere beni alimentari, ma anche materiale scolastico ed educativo.

La sua famiglia è una delle tante che si trovano a vivere nel nostro Paese in condizione di estrema difficoltà. "Mi sono rivolto a questa associazione perché educare due bambini costa, e in più ho una bambina piccola che ha bisogno di pannolini e omogenizzati - mi racconta - mandare a scuola due bambini non è semplice. Le cose che costano di più sono gli zaini, poi servono sempre nuove cose per il loro studio".

"Noi italiani finiti in strada dopo una vita di lavoro: così col governo Meloni siamo diventati più poveri"

Isamar lavorava come badante. Poi la gravidanza l'ha costretta a un lavoro part-time di 4 ore al giorno. Il marito è un operaio edile e lavora "a chiamata". Se i suoi figli riusciranno ad avere delle matite, o più pasti proteici al giorno, dipende da molti fattori: dal volere dell'impresa dove lavora, dal meteo o dall'andamento del mercato dell'edilizia. Nel mezzo ci sono sei esistenze sospese e quattro bambini che non stanno vivendo le stesse opportunità che hanno i loro coetanei. 

Ma Isamar mi parla anche di un problema molto diffuso anche tra le sue coetanee italiane. "Mi devo organizzare perché devo portare i figli a scuola la mattina e poi li riprendo il pomeriggio - mi racconta - Se trovo un lavoro dopo le 14.30 va bene, ma non posso lavorare a ogni ora, altrimenti con i miei figli chi rimane?". Un'evidenza che cozza con la drammatica carenza di asili nido e servizi per la prima infanzia gratuiti nel nostro Paese. Un trend che non viene invertito da anni. 

MAGAZZINO_NONNA_ROMA

(Il magazzino dell'associazione romana "Nonna Roma", dove i genitori possono prendere anche materiale scolastico e di abbigliamento per i figli

"È paradossale che in un paese con grande difficoltà di natalità i pochi che nascono siano in condizioni di povertà" mi spiega il presidente dell'Associazione Nonna Roma Alberto Campoilla.

E fra i tanti che chiedono aiuto all'associazione ci sono anche famiglie italiane: "C’è tanta richiesta di pannolini, omogenizzati, prodotti per la prima infanzia, ma anche giocattoli e vestitini che sono molto utilizzati, ma per quell’età sono poco utili, perché non durano - spiega Campoilla - Poi per il periodo scolastico ci chiedono matite e quaderni: servono 900 euro l’anno per ogni bambino per anno scolastico, non tutti li hanno e questi beni spesso sono anche tassati”. 

Quello che viene proposto per invertire questa tendenza, da quello che si è spesso definito come "Il governo delle famiglie", sono stati finora slogan e iniziative spot. Come il bonus per gli asili nido erogato in mancanza di strutture che possano riuscire a coprire il fabbisogno delle famiglie italiane. Nel frattempo si fa retromarcia su conquiste importanti e si rialza l'Iva sui pannolini e sui prodotti della prima infanzia.

Del resto i bambini non votano. E, nella maggior parte dei casi, nemmeno i cittadini stranieri. Anche se saranno loro a sostenere il nostro Welfare e a decidere se saremo condannati, o meno, a un'inarrestabile declino. E l'impressione è che, con questo trend, più che di ridicole "sostituzioni etniche", ci troveremo a parlare, da qui a pochi anni, di vero e proprio deserto. 

Continua a leggere su Today.it... 

Si parla di

La vera "epidemia" italiana che colpisce i bambini (e di cui nessuno parla)

Today è in caricamento