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Lunedì, 29 Aprile 2024

Cesare Treccarichi

Giornalista

Meloni vuole gas dall'Africa mentre l'Europa corre sulle rinnovabili: quale sarebbe il Piano?

Transizione verde sì, ma un po' più in là. Giorgia Meloni vuole avviare il famoso Piano Mattei a partire dal gas africano, per le rinnovabili si vedrà. Il 2023 di Meloni è iniziato - non a caso -, con due viaggi istituzionali in Algeria e Libia per firmare accordi bilaterali, soprattutto a tema energia ma di tipo fossile. Negli annunci ufficiali si è parlato anche di energia rinnovabile, ma gli investimenti - i più corposi da un ventennio a questa parte- , sono tutti per il gas. Il governo punta sui fossili mentre in Europa si corre sulle rinnovabili: dov'è l'Italia nella transizione verde? Se è vero che ora ne abbiamo bisogno e che servirà da cuscinetto per il passaggio alle rinnovabili, legarsi più a lungo del dovuto al gas, oltre che a realtà politiche profondamente instabili, potrebbe aumentare i nostri problemi e non risolverli. Il Piano Mattei ha pochi dettagli, tanti dubbi e già diversi rischi.

Qual è il Piano

Giorgia Meloni ha inaugurato il 2023 con due viaggi istituzionali in Africa, non a caso. Il governo ha voluto subito rendere chiara la propria agenda con le visite ufficiali in Algeria e Libia: è l'inizio del tanto citato Piano Mattei, di cui si parla molto ma si sa poco. Meloni vi ha fatto riferimento sin dal suo discorso di insediamento, a proposito di un rinnovato ruolo dell'Italia nel Mediterraneo. Lo strumento di influenza sarà l'energia. Ma di che tipo?

Il Piano Mattei di Giorgia Meloni

Sulle orme di Mario Draghi, Meloni ha firmato diversi accordi a tema energia, e anche immigrazione. Si è parlato anche di rinnovabili, ma gli investimenti annunciati riguardano il gas. Il governo italiano punta a diventare "hub energetico" del Mediterraneo, un naturale snodo di scambio tra Africa ed Europa.

Il Transmed-Enrico Mattei, il gasdotto che porta il gas dall'Algeria all'Italia: arriva a Mazara del Vallo, in Sicilia, dove si attacca alla rete nazionale del gasVero che il gas fa parte delle fonti da utilizzare per la transizione verso le energie rinnovabili, ma gli investimenti di Eni per conto del governo Meloni spostano i limiti temporali della transizione verde un po' più in là.

Cos'è il Piano Mattei di cui Giorgia Meloni parla tanto

Dopo la firma delle intese in Algeria e Libia si è parlato anche di rinnovabili e idrogeno, ma molto in potenza. In pratica Meloni vuole più gas, ora e per i prossimi anni, non solo per l'Italia, ma anche per trasportarlo in Europa. Gli Stati dell'Unione però stanno voltando le spalle al gas.

L'Europa è più verde, l'anno di svolta?

L'Italia vuole più gas dall'Africa proprio mentre in Europa si è chiuso un anno storico per la transizione verso fonti di energia rinnovabili: nel 2022, per la prima volta la quota dell'energia prodotta da eolico e solare ha superato quella proveniente dal gas. Con il carbone era già successo nel 2019 e negli anni successivi il trend si è riconfermato.

Rinnovabili in Europa, il gas in Italia: il Piano Mattei di Giorgia Meloni

Nel 2022 eolico e solare hanno prodotto il 22 per cento dell'elettricità europea a fronte del 16 per cento generata dal carbone e il 20 per cento dal gas. "Tutti i timori di un ritorno del carbone sono ora superati", ha affermato Dave Jones, responsabile dell'analisi dei dati del think tank Ember che ha pubblicato lo studio. "Non solo i Paesi europei sono ancora impegnati a eliminare il carbone, ma ora stanno anche lavorando per eliminare gradualmente il gas", ha aggiunto l'esperto. 

Come l'Ucraina diventerà un "serbatoio" di idrogeno per l'Europa

Le conseguenze sul mercato energetico europeo della guerra in Ucraina hanno accelerato la transizione verso le fonti rinnovabili, ma all'Italia non sembra interessare.

Meloni la sposta un po' più in là

Gli investimenti del governo Meloni, tramite Eni, sono ingenti. Soprattutto in Libia, la presidente del Consiglio ha presenziato alla firma di un accordo definito "storico": l'intesa prevede un investimento di circa 7,3 miliardi di euro per lo sfruttamento dal 2026 di due giacimenti al largo della Libia, le "Strutture A&E". 

I giacimenti di gas al largo della Libia oggetto degli accordi tra Meloni e il governo libico: Eni aumenterà le estrazioni di gas dal 2026

In Libia, così come in Algeria, gli investimenti servono ad aumentare la produzione per soddisfare la domanda interna dei Paesi coinvolti, ma come risultato ultimo puntano a potenziare le esportazioni verso l'Italia. E nel mezzo ci finiscono anche gli accordi con la guardia costiera libica sui migranti.

Sì è parlato anche del trasporto di idrogeno e del potenziamento delle rinnovabili, ma sono sembrati discorsi embrionali rispetto ai decisi investimenti sul gas per diventare punto di scambio tra Africa ed Europa. Peccato che, come visto, l'Europa punta sulla transizione verde. 

In più, l'aumento delle importazioni da Algeria e Libia su cui puntano Eni e governo Meloni nasconde un legame pericoloso con contesti politici storicamente instabili, e che già nel recente passato non hanno garantito le forniture promesse

Il Piano Mattei è stato parecchio citato e commentato, i dettagli non si conoscono ma sono chiari i dubbi. Mentre l'Europa aumenta la presenza delle rinnovabili, l'Italia vuole ancora più gas legandosi a contesti politici instabili, di nuovo, come successo in passato con la Russia. Ora è l'Algeria il Paese da cui dipendiamo di più per il gas.

Quanto gas abbiamo in inverno

Visti i pochi dettagli del Piano, c'è il dubbio che il governo Meloni voglia ritardare la transizione verde, spostandola un po' più in là, con dei rischi evidenti. Cosa ci guadagnamo? E i costi? Saperne di più sarebbe giusto, non possiamo accontentarci dei proclami, perché il Piano Mattei riguarda la nostra sicurezza futura. E con quella energetica non si può scherzare, dovremmo averlo capito.

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