Referendum 4 dicembre: perché votare sì
Secondo i sostenitori del sì la Riforma Boschi riduce i costi della politica, semplifica l’iter legislativo, risolve i conflitti di competenza tra Stato e Regioni e consente una maggiore partecipazione dei cittadini e rappresentanza degli enti locali
Referendum 4 dicembre: perché votare sì
I sostenitori del "sì" al referendum confermativo della Riforma costituzionale puntano sulla riduzione dei costi della politica dovuta alla diminuzione del numero dei senatori con i relativi risparmi sui loro stipendi ma anche sui benefici per le casse pubbliche che derivano dall’abolizione del Cnel e dall'abolizione delle province e dai tetti alle indennità dei consiglieri regionali.
La diminuzione del numero dei parlamentari e l’abolizione del Cnel porterà notevoli risparmi
Altro tema portato a favore è la semplificazione e lo snellimento dell’iter legislativo, ora considerato lungo e macchinoso, grazie alla riduzione delle competenze del Senato e alla fine del bicameralismo perfetto.
"Con l'addio al bicameralismo si supera il meccanismo con cui le leggi vengono passate da Senato a Camera e tutte le lentezze e i ritardi che ne derivano".
Inoltre la modifica del Titolo V permetterebbe di risolvere molti dei conflitti di competenza che nascono tra Stato e Regioni.
"Il Senato farà da “camera di compensazione” tra governo centrale e poteri locali, quindi diminuiranno i casi di contenzioso tra Stato e Regioni davanti la Corte costituzionale"
Altri argomenti a favore sono: maggiore partecipazione dei cittadini (grazie all’obbligo del Parlamento di discutere i disegni di legge d’iniziativa popolare, ai nuovi referendum propositivi e d’indirizzo, al nuovo quorum nei referendum abrogativi) e maggiore rappresentanza degli enti locali in Parlamento e in Europa (grazie al nuovo Senato).
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Sono per il "sì" il Pd (anche se la minoranza non è ancora convinta) e le altre forze politiche che sostengono il governo (come Area Popolare e Ala). A favore della riforma costituzionale anche l’ex presidente Giorgio Napolitano, alcuni professori di Legge e studiosi della Costituzione, per i quali il provvedimento sarebbe "un salto di qualità" per il sistema politico italiano.
A maggio 193 docenti universitari hanno firmato un manifesto a favore del “sì”. Poco dopo un altro appello è stato firmato da circa 300 personalità tra professori universitari, registi, scrittori.